Italia Under 20
09 Settembre 2025
foto figc.it
Quattro gol sul groppone e un quaderno di appunti pieno zeppo: avevamo bisogno di un bagno di realtà prima del Mondiale? A Reutlingen, nello Stadion an der Kreuzeiche, la Germania Under 20 infligge all’Italia un 4-0 che non lascia spazio a interpretazioni. Pochi giorni dopo il colpo di coda in extremis a Chesterfield contro l’Inghilterra, l’amichevole con i tedeschi diventa un campanello d’allarme sonoro per gli Azzurrini di Carmine Nunziata. Non il modo ideale per chiudere la serie dei test e varare l’ultimo sprint verso il Mondiale Under 20 in Cile, in programma dal 27 settembre al 19 ottobre, dove l’Italia è stata sorteggiata nel Gruppo D con Argentina, Australia e Cuba. Ma quante volte, nel calcio, una sberla fa più bene di cento carezze?
IL COPIONE DELLA GARA: STRAPPO TEDESCO E PARTITA IN SALITA
Il match s’inceppa presto per gli Azzurrini. Al 15’ Ouedraogo rompe l’equilibrio: una scossa che sposta l’inerzia e accende l’onda d’urto della Germania. Al 35’ Brunner raddoppia, e il 2-0 è la fotografia di una squadra che corre, pressa e sferza come un vento contrario. Poco prima dell’intervallo, al 42’, arriva il colpo che spegne la luce: Ibrahimovic trasforma un rigore che fa 3-0 e chiude virtualmente la pratica già nella prima frazione. Ripresa? Germania in controllo, Italia a inseguire le ombre. Al 56’ Brunner mette il timbro del definitivo 4-0, certificando una superiorità tecnica e fisica evidente. La retroguardia di casa non va mai davvero in affanno; gli Azzurrini provano a cambiare marcia con i cambi, ma l’onda non si infrange: resta alta, compatta, autoritaria.
I DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA: FISICITÀ, TEMPI DI GIOCO, LETTURE
Cosa ha pesato di più? La Germania ha imposto tempi e duelli. Quando comandano intensità e coraggio palla avanti, chi non regge il passo va sotto. È successo all’Italia, costretta a rincorrere e a spegnersi tra le linee, senza riuscire a minacciare davvero l’area tedesca. I numeri raccontano i gol, ma il campo parla anche di seconde palle, anticipi puliti, letture preventive: mattoni invisibili che costruiscono un 4-0 più largo della cifra tecnica in sé. La sensazione, a bordocampo metaforico, è quella di un avversario con gamba e idee, capace di far sembrare semplice l’uscita dal pressing e di verticalizzare con ferocia chirurgica. Autoritari, appunto: lo dicono la dinamica e il punteggio.
COSA RESTA AGLI AZZURRINI: SCOSSE UTILI PRIMA DEL MONDIALE
Una sconfitta così, a tre settimane dal Mondiale, punge. Ma è proprio adesso che serve lucidità: la partita consegna a Carmine Nunziata una lista chiara di priorità. Primo, la gestione dell’impatto: i primi 20-25 minuti in Cile saranno una terra di nessuno che dovrà diventare territorio azzurro. Secondo, le transizioni: quando perdi palla contro avversari strutturati, o contro l’Argentina in un girone che morde, non puoi permetterti di allungarti. Terzo, cattiveria nell’ultimo terzo: senza minacciare seriamente la retroguardia di casa, la rimonta resta una parola bella e impossibile. Domanda retorica: meglio prendere quattro ceffoni ora o doversi aggrappare alla calcolatrice tra Santiago e Valparaíso? La risposta sta nel lavoro dei prossimi giorni.