Cuneo, Fraschetti e un matrimonio che non s’avea da (ri)fare

“Fraschetti non è a rischio, se però continueremo così cercheremo altre strade” diceva Oscar Becchio, amministratore delegato del Cuneo, dopo il ko con l’OltrepoVoghera in una domenica di fine settembre. Due punti in quattro partite: tradotto, crisi. Passeggera? Nì. In Coppa, il mercoledì successivo, eliminazione ai rigori. Ma niente esonero. Soltanto rimandato, però. Rimandato, sì: perché in campionato il Cuneo ne vince tre di fila. Poker alla Pro SettimoEureka: risposta della squadra, si dice e si pensa. Poker anche al Pinerolo, con il tecnico ad elogiare un momento che ritiene specchio della rinascita. Tris al Legnano, per di più in rimonta. Tutto bene? Apparentemente, ma basta cadere col Casale (su rigore, contro una squadra che non perdeva da sette gare subendo solo due reti in altrettante partite) che salta tutto. Torna Jacolino, terza volta: qui ha vinto due volte, sempre da subentrato. Qui è stato mandato via l’anno scorso proprio per Fraschetti. “Si erano incrinati i rapporti tra Jacolino ed il gruppo, spogliatoio diviso” la spiegazione societaria dell’esonero. Dunque spogliatoio ricreato quest'anno da Fraschetti (“I giocatori li ho scelti io”) che pochi mesi fa non aveva comunque evitato la retrocessione. Perché confermarlo allora? I tifosi se l’erano chiesto puntando il dito sull’immobilismo del club in estate. Poi squadra per combattere ai vertici, però. Poi subito crisi, anche. E sì, Fraschetti si era preso le colpe, si era tirato poi su, fino a scivolare col Casale. Si aspettava solo quello? E allora perché non decidere prima? Ora Jacolino si ritrova con una squadra fatta dal predecessore. Ma lo chiamano il “mago” ed era stato già tirato in ballo per altre piazze (Gozzano, Varese, Folgore Caratese…). Dunque meglio non farselo scappare. Andare sul sicuro. Fare ciò che, forse,  andava fatto prima di quel -9 dal Chieri capolista.