07 Febbraio 2018
Filippo Carobbio, allenatore Ciliverghe
«Voglio un bene dell’anima a questa società, ecco perchè ho deciso di fare un passo indietro. Non certo perchè non mi ritenga adatto ad allenare»La stagione dell’ex centrocampista di Alzano Lombardo, 213 presenze in Serie B, era iniziata alla guida della Juniores nazionale, una volta appese le scarpette al chiodo. Poi, il 3 dicembre, la chiamata in prima squadra al posto di Elia Pavesi. Il risultato della gestione di Filippo Carobbio, 8 punti in 9 gare, meglio solo di Scanzorosciate (7), Crema (7) e Calcio Romanese (0). Un cammino deficitario, aggravato dagli ultimi 4 ko in fila:
«E qui arriva il mio passo indietro. La società ha poi ribadito la fiducia nel mio lavoro, anche davanti alla squadra. Quel che serve, quel che chiedo da tempo, è un cambio di mentalità: dopo anni positivi, oggi l’obiettivo si chiama salvezza, non altro»E le dimissioni di Carobbio possono aver aiutato nel comprendere il senso di “emergenza”?
«Quattro sconfitte in fila dovrebbe già dire qualcosa. Non credo ci sia bisogno di tecnici dimissionari per cambiare atteggiamento»Dunque, mentalità:
«Ovvio che i valori di questa squadra siano superiori. Ma io devo stare sul presente, ovvero sapere che tanti giocatori importanti hanno avuto problematiche fisiche, ho dovuto far esordire tre Juniores in una rosa che era già di 26 giocatori… non sono alibi o giustificazioni, io non ne cerco, ma è dato emblematico. Ovvio, comunque, che quel che mi faccia più arrabbiare siano i gol concessi con disarmante facilità, il calo pesante dopo il successo con il Pontisola, che pareva lanciarci verso ben altra classifica».Dunque Filippo Carobbio resta al timone, con un solo obiettivo:
«La salvezza. Poi per il prossimo anno si possono fare altri discorsi. Ma restiamo sul presente».