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Matteo Andreoletti: Io, il Seregno, il mio presente e il mio futuro

Matteo Andreoletti

Matteo Andreoletti

Quando, a neanche 30 anni, puoi già contare su 64 panchine in Serie D, non sei un personaggio banale. Perché niente, per Matteo Andreoletti, è stato banale. Nella settimana in cui il Seregno festeggia la salvezza diretta nel girone A di Serie D, il tecnico bergamasco, classe 1989, torna a parlare. In esclusiva, per sprintesport.it.

Matteo Andreoletti oggi

Da quel 5 febbraio 2018, giorno dell’esonero, di tempo ne è passato per Matteo Andreoletti: «Un allenatore, ritrovandosi fermo, ha un dovere che si chiama aggiornamento. Ho girato. Nei fine settimana, sui campi di Serie D, Primavera e Berretti. Negli altri giorni, assistendo a sessioni d’allenamento, tra società professionistiche. Ovvio, cerco di imparare dai più bravi. Esempi? Gian Piero Gasperini a Bergamo, ma anche Gianluca Grassadonia a Vercelli. Purtroppo, quest’ultimo, non è stato molto fortunato».

I verdetti della Serie D

Intanto il campionato di Serie D è andato in archivio con le promozioni di Gozzano e Pro Partria: «Nel corso di un anno, i valori escono sempre. Nel girone A nessuno poteva contare su una rosa paragonabile a quella del Gozzano: bravo il Como a rimanere incollato sino alla fine. L’ultima giornata, poi, è difficile da spiegare. Nel gruppo B, invece, discorso inverso. La rosa più attrezzata era quella del Rezzato, la Pro Patria ha vinto con il gruppo e l’ottimo lavoro di Javorcic. Poco da dire: in queste categorie non valgono solo nomi e curriculum, ma anche il giusto mix tra società, direzione sportiva e gestione tecnica».

Matteo Andreoletti e il Seregno

Intanto il Seregno festeggia una salvezza anticipata. Chi scrive, urge precisarlo, ebbe un colloquio privato nella settimana dell’esonero, e Matteo Andreoletti allora fu chiaro: «Sono convinto, si salveranno». Settimane dopo, il giudizio si è rivelato più che lucido: «Ogni valutazione può essere portata solo da chi ha vissuto dal di dentro ogni situazione. Quel che posso dire, è che essere citato positivamente dall’amministratore delegato nel giorno della salvezza, non è stato banale. Soprattutto tenendo conto che il mio successore ha vinto 8 delle ultime 13 gare». E per Matteo Andreoletti, i pensieri su quel che è stato Seregno quest’anno, sono tanti: «Avevo puntato molto su Luca Artaria e Davide Rossi. Purtroppo quest’ultimo mi è mancato a lungo, e quando sono arrivati i nove risultati utili in fila, probabilmente un giocatore come Matteo Barzotti ci avrebbe permesso di vincere più di una semplice partita».

L'autocritica

Per il tecnico non si parla di alibi, ma di semplice analisi, non esente da colpe: «Parlare degli assenti, delle mancanze, a che cosa mi porterebbe? A nulla, quindi giusto farsi un altro tipo di esame. Qual è stata la mia colpa principale? Ho sopravvalutato la figura dell’allenatore. Ero convito di raggiungere i risultati con il lavoro settimanale, con l’organizzazione. Ma sono i giocatori di qualità a fare le fortune dei tecnici. Sono i calciatori la figura centrale, non gli allenatori».

Matteo Andreoletti e il futuro

E allora si apre il discorso del futuro per Matteo Andreoletti: «Se a luglio mi vedo di nuovo in tuta? Sì. Inutile sottolinearlo, a casa impazzisco. Prima Squadra? Settore Giovanile? Non escludo niente, ogni cosa può essere importante nel mio percorso di crescita. Non dico che cerco “progetti”, è concetto abusato. Cerco “persone”. Null’altro». Giudizi, analisi, autocritica. Questo è Matteo Andreoletti, oggi. Dove sarà il Matteo Andreoletti di domani?
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