04 Ottobre 2018
Marco Banchini, allenatore del Como
Nove punti in tre giornate, otto reti realizzate e una sola al passivo. Il Como delle prime giornate sembra viaggiare spedito verso l'obiettivo professionismo che è sfumato definitivamente con le sentenze di settembre. Quella che avrebbe potuto rappresentare un'autentica mazzata si è trasformata in forza e fame di vincere, qualità ben note a Ninni Corda e a Marco Banchini, tecnico approdato al “Senigaglia” dopo le esperienze da vice allenatore nel professionismo a Siena e Caserta.
Allenatore giramondo, campione delle Isole Vanuatu con l'Amicale (compagine guidata con ottimi risultati anche nella Champions dell'Oceania e con la quale vinse anche la Coppa Nazionale), esperienza arrivata tra quelle albanesi con il Teuta e il Laci, club con il quale nel 2016 ha perso ai calci di rigore la finale di Coppa Nazionale contro il Kukesi. L'estero è nel cuore e quanto fatto è sotto gli occhi di tutti, ma adesso la sfida di Banchini è una: riportare in alto i lariani. «Non guardo il passato, come dice Simeone “Il calcio è domani”. Vincere la Serie D è difficile e prestigioso visto le grandi piazze del campionato come Mantova, Rezzato, Caronnese e Pro Sesto». Classe 1980, Banchini ha mosso i primi passi da allenatore nella sua Vigevano dove, partendo dalle giovanili, è arrivato alla prima squadra nel 2011/12. «Ho debuttato in Eccellenza a 31 anni quando la società decise di affidarmi la prima squadra. A fine anno arrivò la salvezza». A Vigevano, al fianco di Bigica, Banchini ha conosciuto anche la Serie D e, tra i tanti, proprio Ninni Corda che ai tempi guidava l'Alghero. «A luglio 2018 mi è arrivata proprio la chiamata di Corda per il Como ed è stato impossibile dire no sia per la storia che per i tifosi. Venni per la prima volta allo stadio a vedere un Como-Napoli 1-1 dove giocava Maradona e segnò Carnevale », ricorda Banchini. L'estero, come detto, ha rappresentato una tappa importante: «Il Teuta fu la prima esperienza, poi andai in Oceania all'Amicale portando in squadra giocatori come Princivalli, Lezcano, Magnoni, Boerchio: vincemmo il campionato e arrivammo fino in semifinale di Champions».
Com'è il Banchini allenatore? «Mi ispiro a Simeone e Conte, non sono un amante del tiki-taka e prediligo il 3-5-2 e il 4-4-2. L'analisi e lo studio dell'avversario sono fondamentali, per questo mi avvalgo di uno staff validissimomo fondamentali nell'impiego del Gps, telemetria e video analisi. In queste categorie quello che fa la differenza sono le motivazioni, per questo bisogna dare ai giocatori degli obiettivi a breve termine e infondere la fiducia tramite la credibilità delle proposte e ciò che si dice e propone».