In questo inizio di stagione Gabriele Franceschinis, giovane promessa del Villa Valle, ha finalmente trovato l’esordio in Serie D. Cresciuto nell’Accademia Inter, dove ha compiuto il salto di qualità tra gli Allievi, l’anno scorso è stato grande protagonista nella Pro Sesto Under 19 senza però riuscire a trovare spazio in prima squadra. Adesso vuole dare un contributo importante nella rincorsa ai playoff della formazione allenata da Marco Bolis. La scorsa stagione sei stato aggregato alla prima squadra della Pro Sesto che ha conquistato la promozione, ma non hai trovato spazio e ti sei dovuto accontentare di giocare con l’Under 19. In estate hai avuto l’opportunità di restare in biancoceleste anche in Serie C? «Si, la società mi aveva chiesto se volevo continuare a far parte del gruppo pur sapendo che avrei avuto difficoltà a scendere in campo. Questo avrebbe significato passare gran parte della stagione a giocare nel campionato Primavera 3, ma volevo mettermi subito in gioco in una categoria superiore. Per questo ho accettato con entusiasmo l’offerta del Villa Valle per giocare in Serie D». Hai esordito subito contro la Casatese ma solo per pochissimi minuti, invece nella sconfitta contro il Sona hai trovato più spazio. «Si, alla prima giornata sono entrato nel recupero. Invece sono stati molto importanti gli oltre venti minuti che il mister mi ha dato contro i veneti, perché mi hanno permesso di capire in prima persona i ritmi e l’intensità di una partita di questa categoria. Anche se non giochiamo da un mese, sto lavorando molto intensamente in allenamento per farmi trovare pronto alla ripresa: voglio dimostrare di meritare più minuti e poter dare il mio contributo alla squadra». Fino all’anno scorso hai giocato come ala sinistra. Dove vieni impiegato quest’anno? «Il mister mi sta provando come trequartista nel 3-4-2-1, un ruolo certamente diverso a quello a cui ero abituato perché sono più al centro del gioco e c’è bisogno di far girare la palla con maggiore velocità. Essendo destro, mi è sempre piaciuto giocare a sinistra per rientrare sul mio piede e alzare la testa per cercare i tagli in area dei miei compagni. Anche se niente è paragonabile alla gioia del gol, il mio primo istinto è quello di servire un assist. Solo se non trovo soluzioni valide provo a tirare in porta. Tuttavia sto provando ad andare più spesso sul fondo per crossare col mancino, così da essere meno prevedibile per gli avversari. Quest’anno affronto giocatori molto esperti e, se fai sempre gli stessi movimenti, è troppo facile per loro leggerti e impedirti di creare pericoli». Che consigli ti sta dando Bolis e cosa ti chiede quando vai in campo? «La prima cosa che mi ha chiesto è di giocare facile e a due tocchi quando mi trovo nella nostra metà campo, perché perdere palla in uscita esporrebbe la squadra a grossi rischi. Inoltre vuole che migliori in fase difensiva, perché giocando in questa posizione è fondamentale riuscire a portare il primo pressing sul regista avversario per togliergli il ritmo. Nella trequarti offensiva, invece, mi lascia molta libertà d’inventare e provare a creare occasioni da gol». Quale differenza hai sentito di più nel passaggio tra Under 19 e Serie D? «Il calcio che si gioca in questa categoria è di un livello superiore per fisicità, intensità e mentalità. Tuttavia credo che il gap maggiore sia sotto l’aspetto tecnico: nelle giovanili gli avversari ti consentono di perdere un tempo di gioco, qui invece se sbagli anche solo il primo controllo rischi di vanificare tutta l’azione della squadra». Dopo sei partite siete sesti a un solo punto dalla zona playoff. Qual è il vostro obiettivo stagionale? «Nonostante siamo una squadra piuttosto giovane, credo che la rosa allestita dalla società ha tutte le qualità necessarie per ambire alle prime 5-6 posizioni. Il mister, dall’alto della sua esperienza, ci ha tolto un po’ di pressione chiedendo di andare per step: primo obiettivo salvarsi e, solo a traguardo raggiunto, pensare a lottare per i playoff. Il nostro girone è molto competitivo e si possono perdere punti contro ogni avversario». In occasione del derby pareggiato con lo Scanzorosciate hai giocato con l’Under 19. Quanto lo ritieni importante per mantenere il ritmo partita? «Sinceramente la scorsa stagione vedevo l’impiego nella Juniores come una bocciatura. Invece quest’anno mi sono reso conto che è fondamentale per mettere minuti nelle gambe, soprattutto dopo un paio di panchine di fila. Inoltre abbiamo la fortuna di poterci allenare con giocatori esperti, che hanno alle spalle diverse stagioni anche tra i professionisti, che riempiono noi giovani di consigli. Io e i miei compagni della prima squadra abbiamo cercato di fare la stessa cosa coi ragazzi dell’Under 19. Credo sia importante darsi sempre una mano l’un l’altro per crescere come squadra, ed è positivo che nel nostro gruppo c’è molta concorrenza che sfocia in una sana competizione. Non c’è invidia nei confronti del compagno, soltanto voglia di migliorarsi per dare ciascuno il proprio contributo». C’è un giocatore a cui t’ispiri? «Sono un grandissimo estimatore di Cristiano Ronaldo, che ammiro anche con la maglia della Juve nonostante io sia interista. Il motivo non è tanto il suo essere un fenomeno, quanto piuttosto la sua dedizione al lavoro. Se è arrivato a certi livelli lo ha fatto non solo per il suo talento straordinario, ma anche grazie alla cura maniacale degli allenamenti e del suo corpo. In questo voglio imitarlo, prestando attenzione a tutti i dettagli a partire dall’alimentazione. È proprio questa caratteristica che mi ha permesso di migliorare tanto fin da quando militavo nei Giovanissimi
».
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