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29 Ottobre 2022
La rabbia dei tifosi del Casale si manifesta per le strade della città con la delusione rivolta non al presidente ma verso chi e coloro che sembravano, negli anni, poter far sognare i nerostellati
Casale: si salvi chi può e come può. Il fuggi fuggi si allarga ogni giorno di più tra le figure dirigenziali, tecniche e societarie (segretario, magazziniere, dirigenti, allenatori delle giovanili…). Così come proliferano le voci di inadempienze nei confronti dei giocatori e staff, comune e fornitori. Moltiplicando gli appelli e le ‘denunce’: dal sindaco Federico Riboldi, all’assessore allo sport, Luca Novelli, al consigliere Fabio Lavagno che ha presentato un’interrogazione. In un grido d’allarme e un ruolo determinante che potrà e probabilmente dovrà svolgere l’amministrazione comunale per ‘salvare il salvabile’. Della stagione e di una società che si è chiusa dietro a un silenzio, anche stampa, che lascia sul tavolo interrogativi e preoccupazioni sempre più grandi e che, l’attuale realtà e i diversi protagonisti non sembrerebbero nelle condizioni di poter dipanare e risolvere con una bacchetta magica. Lasciando sul campo ipotesi e scenari che potrebbero far rivivere le situazioni, purtroppo già vissute dalla Casale calcistica nel 1993 e nel 2013, quando problematiche societarie portarono a radiazioni e fallimenti.
COMUNICATO UFFICIALE: IL CASALE IN SILENZIO STAMPA
Il Casale Calcio comunica di aver adottato il silenzio stampa. Pur nel rispetto del diritto di cronaca, la società nel ribadire la piena volontà e impegno ritiene opportuno in questo delicato momento di dedicare le proprie energie per il raggiungimento degli obiettivi prefissati confidando nel sostegno di tutti i tifosi e di tutta la città. Nessuno dei dirigenti e dei tesserati è pertanto autorizzato a rilasciare dichiarazioni nè alle testate giornalistiche nè tramite canali social.
LA SITUAZIONE: OBIETTIVO DICEMBRE, POI…
Allarme e crisi del Casale che appare come una realtà che di calcistico e tecnico, giorno dopo giorno, ha sempre meno contenuti. La prima squadra infatti, prosegue con ammirevole dignità e impegno l’attività - seppur in regime più che ridotto a due-tre pseudo allenamenti alla settimana - in condizioni psicologiche e ambientali non certo semplici e che sta continuando, nonostante i ritardi e l’assenza di rimborsi, a onorare maglia, storia e campionato (i nerostellati sono la prima piemontese in classifica nel girone A di Serie D con 17 punti, ndr). E che cercherà di farlo nel miglior modo possibile fino a fine novembre e fino all’apertura della finestra di mercato di dicembre. Quando, a meno di magie improvvise, la quasi totalità dell’organico potrebbe salutare. E intanto, giorno dopo giorno, si ‘perdono i pezzi’, dal segretario agli allenatori delle giovanili e non solo, con una prospettiva sempre più cupa e preoccupante. Con interrogativi preoccupanti...
IL COMUNE CON LE CHIAVI IN MANO
Da settimane - e sempre con maggiore insistenza in questi ultimi giorni - dalle parole e intenzioni dell’amministrazione comunale, dal sindaco, Federico Riboldi, all’assessore allo sport di Casale, Luca Novelli, emerge preoccupazione e si ipotizzano scenari possibili e strade percorribili. Con una sola certezza: se, come sembra, l’attuale proprietà del Casale non riuscirà a far fronte alle problematiche, il ‘pallino’ (e non solo il destino del 'Palli'') sarà nelle mani dell’amministrazione comunale.
Che ovviamente non può e non potrà entrare nel merito sportivo e gestionale’ della società ma che potrebbe decretarne, sul campo, la ‘fine’: revocando in tempi rapidissimi, ad esempio, la concessione dello stadio ‘Palli’, rendendo quantomeno difficoltoso per l'attuale società, il reperimento di un campo omologato per la Serie D per il proseguimento del campionato, così come potrebbe fare per le altre strutture dove si allenano e giocano le formazioni giovanili. Portando all'inevitabile estromissione dai vari campionati a causa dell'indisponibilità di campi e impianti. Primo scenario sullo scacchiere.
Oppure, dovendo comunque affrontare e considerare non solo e soltanto le sorti della prima squadra ma anche e soprattutto, di una comunità di ragazzi e famiglie di Casale che indossano la maglia nerostellata - l'amministrazione comunale potrebbe ‘accompagnare a fine vita’ l'attuale società, trovando soluzioni per giungere in qualche modo, e dignitosamente, alla fine della stagione sportiva 2022-2023, per poi aver pianificato e coordinato un'eventuale rinascita, con un’altra realtà societaria, come già avvenuto nel 2013, quando una neonata ripartì dalla Promozione dopo il fallimento della società dell'epoca.
Posizione delicata e centrale per l’amministrazione che, se da una parte ha legittimamente le proprie esigenze e rimostranze verso lacune ed eventuali mancanze dell’attuale proprietà del Casale, al tempo stesso, guarda e non sottovaluta la problematica dei circa 250 ragazzi del settore giovanile che si troverebbero in una condizione non semplice nell’immediato se si decidesse di ‘mettere un punto’ alla situazione difficilissima attuale, ponendo le condizioni per lo stop a tutte le attività dell'attuale società nerostellata. Dove anche le semplici cose come un allenamento, una gara o una trasferta, possono e potrebbero diventare (dove non lo sono già…) un problema di difficile soluzione.
GLI SCENARI, GLI SCIACALLI E GLI SCONGIURI
In un contesto nel quale i vertici societari non sembrano poter far fronte alle diverse problematiche (dai rimborsi a giocatori, staff e collaboratori, alle criticità e pendenze con il comune e non solo…) quali sono per il Casale e i suoi tesserati gli scenari possibili?
Ruolo e decisioni dell’amministrazione comunale a parte, ‘sul campo’ per il Casale e i suoi tesserati, le possibilità potrebbero vedere l’attuale proprietà alla ricerca di soluzioni presunte, quale ad esempio la cessione del club. Ipotesi e scenario quantomeno complicato, vista la situazione che sembrerebbe ‘ereditare’ il nuovo proprietario, a meno di non trovare ‘il messia’ e il 'benefattore' che si accolli problematiche di mesi e situazioni delicate anche nei confronti dell’amministrazione comunale. Scenario ‘poco credibile in tempi normali, figurarsi in un periodo di crisi come quello attuale e nella cornice di problematiche che fanno da contorno alla realtà del club.
Oppure... attenzione! Che non spunti e si trovi la peggiore delle soluzioni presunte: quella di affidarsi a chi planerebbe su ciò che resta della storia di un glorioso club e di una società come il Casale, per ‘prendere tempo’, proporre spettacoli anche peggiori di quelli che si sono visti e vissuti negli anni, rendendo ancora meno ‘onorevole’ l’eventuale e inevitabile fine della storia.
Con pseudo cordate e pseudo cavalieri erranti - dal passato che sa più di precedente che di curriculum - che sembrano e potrebbero spuntare e fiorire in queste ore, con la sponda di chi ne dà e ne darà credibilità e visibilità eventuale. Pseudo-soluzione che potrebbe aprire le porte a nuove situazioni non certo esaltanti, così come già vissuto nel passato recente nel calcio, piemontese e non solo. Magari con ‘opportunità di giocare in Serie D o allenare’ messe sul piatto e proposte sul mercato, aggiudicando maglie e panchine al 'miglior offerente’, con il solo scopo di raccogliere qualche briciola e prolungare un’agonia di un destino già segnato e ben noto all’eventuale e presunto salvatore. Che tale, di certo, non sarà. Facendo terra bruciata da cui sarà e sarebbe certamente più difficile far rinascere un fiore… E dove la quotidianità sarebbe tutta, e sempre, da inventare e reinventare, lasciando inevitabilmente e (in)consapevolmente altre 'vittime' sul campo.
I PRECEDENTI DA EVITARE: QUANDO FU ESCLUSA CIO' CHE RESTAVA DELL'AQUANERA...
La triste storia recente del Casale, purtroppo, ha registrato per due volte l’amarezza della ‘fine’. Nell’estate del 1993 infatti il Casale rinunciò alla Serie C2 per problemi economici e venne radiata dalla FIGC per inadempienze finanziarie. La società fallì, con la nuova realtà societaria costituita, che chiese l’iscrizione al Campionato Nazionale Dilettanti ma, in mancanza di posti, ripartì dall’Eccellenza.
Ripartenza anche nel 2013 quando dopo il fallimento dell’A.S. Casale Calcio s.r.l. nacque una nuova realtà che ripartì dalla Promozione, per arrivare, nel 2015-2016, alla riconquista e al ritorno in Serie D. Quella Serie D che, in questo momento, non sembra così scontato possa essere affrontata e onorata fino a fine stagione se non si troveranno risposte e soluzioni. E soprattutto per evitare quello che è già accaduto, con le estromissioni a campionati in corso di squadre e società dopo capitoli non certo esaltanti.
Nel novembre del 2011 infatti, proprio dal Girone A di Serie D - dove militavano le formazioni piemontesi - venne estromessa, alla vigilia della 19ª giornata di andata in programma contro l’Albese, l’Aquanera Comollo Novi. Dopo mesi di spettacoli e storie non certo edificanti, sul campo e soprattutto fuori dal campo, la società venne esclusa per inadempienze economiche e documentazione non idonea in fase di iscrizione al campionato. L’esclusione arrivò alla vigilia dell’ultima giornata del girone d'andata del campionato, per cui vennero azzerati i risultati ottenuti contro l’Aquanera dalle altre squadre fino ad allora incontrate e venne considerata una delle due squadre retrocesse del girone, portando alla retrocessione di una sola altra squadra in quella stagione.
L’esclusione del Casale entro la fine dell’anno solare e del girone d'andata però, sembra ipotesi di difficile realizzazione e materializzazione. Avendo regolarizzato l’iscrizione con documentazione tecnica ed economica idonea e non avendo inadempienze e vertenze economiche insolute all’atto dell’iscrizione, da parte degli organi federali non potrà esserci un intervento come quello del 2011 per l’Aquanera a decretarne l'esclusione.
Perchè il Casale possa essere e venire escluso entro la 19ª giornata in programma alle soglie del Natale, la squadra non dovrebbe presentarsi in campo per quattro gare, limite dopo il quale scatta l’automatica esclusione dal campionato. Oppure, sempre per quattro gare, non ci siano le condizioni (campo disponibile o altro) per disputare le partite, come potrebbe avvenire senza la disponibilità di utilizzo dello stadio 'Palli' e senza un campo dove giocare.
Una possibilità remota ma che, provando a usare la fantasia, potrebbe realizzarsi in due casi. Se ‘spontaneamente’ i giocatori non si presentassero a quattro gare e la società non trovasse i tesserati necessari per poter scendere in campo. Oppure, ponendo l'ipotetica presenza della squadra alle partite, un’eventuale revoca immediata di concessione - anche solo all'uso - dello stadio Palli da parte del comune, potrebbe portare il Casale a non trovare un campo disponibile per le gare casalinghe, che saranno proprio quattro da qui al 18 dicembre...
Con il Casale che dovrebbe trovare una casa per le gare interne del 6 e 20 novembre, del 4 dicembre e della 18ª giornata in programma il 18 dicembre con il Chisola (con la 19ª e ultima giornata del girone d'andata in programma mercoledì 21 dicembre). Ipotesi non certo semplice, visto che l'attuale proprietà dovrebbe trovare in affitto un impianto idoneo alla Serie D, con le voci non certo rassicuranti sul piano della salute economica dell'attuale Casale per chi dovrà concordare e concedere l'affitto della propria struttura...
Questa la possibilità, non certo augurabile, di vedere il Casale estromesso entro la fine dell’anno - e del girone d’andata - dal campionato. Che, di conseguenza, porterebbe all’azzeramento dei risultati ottenuti in questo scorcio di stagione dalle squadre contro il Casale e decretando la ‘prima retrocessione’ del girone.
Scenario differente, per le squadre del girone, se l’eventuale esclusione dal campionato, dovesse invece arrivare nel girone di ritorno del campionato. Ricordando un altro precedente...
LA PRO PIACENZA E QUEL 20-0 CONTRO IL CUNEO... LO SPETTACOLO DA EVITARE
Estromissione con il girone di ritorno del campionato già iniziato che si materializzò in un altro ‘triste precedente’ per il calcio italiano. Ai tempi delle vicissitudini della società Pro Piacenza nella stagione 2018-2019… Resta infatti ancora nella memoria degli appassionati e degli addetti ai lavori, quella domenica di febbraio così paradossale vissuta a Cuneo, nel campionato di Serie C 2018-2019 quando la società Pro Piacenza, trascinandosi problematiche economiche e gestionali da tempo, si presentò a Cuneo con 7 giocatori arruolati in extremis (mettendo in campo e a referto anche il massaggiatore...) per evitare l’esclusione dal campionato per rinuncia.
La gara finì 20-0 per il Cuneo (e sarebbero potuti essere molti di più...), regalando un’ora e mezza di spettacolo discutibile e non proprio edificante. Episodio che fu talmente eclatante da vedere, di lì a poco, l’intervento degli organi federali che decretarono l’esclusione della Pro Piacenza dal campionato che però, essendo ormai nel girone di ritorno, vide azzerati i risultati ottenuti all’andata dalle avversarie, e trasformati in 0-3 a tavolino tutti i risultati del girone di ritorno e delle gare ancora da disputare. Andando così a incidere maggiormente sulla ‘nuova’ classifica venutasi a determinare in fase inoltrata della stagione.
Questa la situazione da scongiurare per il Casale e per tutte le partecipanti al Girone A di Serie D, al fine di garantire regolarità al campionato e un cammino meno turbolento al club. Una regolarità che, comunque, sarà soggetta di volatilità vista la situazione attuale. Il Casale infatti, fin qui ha ottenuto 17 punti in 10 giornate di campionato, bottino che, alla luce della realtà, difficilmente potrà ripetersi nelle giornate e nel cammino futuro, soprattutto se dovesse materializzarsi il fuggi fuggi ai primi di dicembre da parte della quasi totalità dei giocatori attualmente in organico e di assoluto spessore e qualità.
Giocatori che sono e saranno da applaudire perchè, nonostante tutto, continuano e continueranno a scendere in campo in campionato, anche se le condizioni fisiche e mentali in cui gli avversari troveranno i nerostellati attuali (e fino a a dicembre), saranno certamente differenti da quelle avute (e trovate dagli avversari) nelle prime 7-8 giornate, quando ancora la situazione non era e non sembrava così difficoltosa e la squadra era attrezzata per la rincorsa al massimo obiettivo della promozione in Serie C. Senza pensare, in chiave di 'regolarità del campionato', al 'valore eventuale' della squadra e della rosa del Casale che sarà da gennaio in poi...
Ipotesi, scenari, soluzioni e risposte a una situazione e a problemi che appaiono sempre più complessi e complicati. Con interlocutori che si aggiungono e altri che si dileguano o si trincerano dietro silenzi e assenze. In un clima sempre più difficile e delicato anche in città, dove sono comparsi diversi striscioni con pesanti contestazioni e che potrebbero anche ‘fare da sponda’ a una proprietà che, vista la situazione, saluti la compagnia e alzi bandiera bianca definitivamente, aprendo così le porte ad un cielo molto più nero che stellato…
In cui l'ultimo spettacolo evitabile e da evitare sarà quello di vedere qualche 'giocoliere' fare la parte del presunto salvatore di una patria che ormai non c'è più... Ma che si può e si potrà ricostruire ed eventualmente far rinascere. Un'altra volta. Per un'altra storia. Nerostellata.