Serie D
10 Ottobre 2025
SERIE D TREVIGLIESE• Riccardo Brambilla ai tempi della Giana
Allora correva l'anno 2007. Tempi di un Milan che alzava al cielo la settima Champions League della sua storia sconfiggendo il Liverpool nella leggendaria finale di Atene grazie alla doppietta di Pippo Inzaghi. Tempi di un calcio di campioni ed emozioni che la storia ha reso immortale, conservando negli archivi video di gesta che hanno avvicinato e fatto innamorare del pallone bambini festanti, trepidanti, pronti a scendere in campo per replicare le gesta dei loro idoli. Momenti che plasmano momenti della nostra vita, che ci ispirano a provare a regalare quel pizzico di magia anche alla nostra esistenza: ci troviamo a Pozzo, piccolo paese della provincia di Milano, terra del protagonista della nostra storia. Il suo nome, neanche a dirlo, è un omaggio a Ricardo Kakà, che quell'anno si rese protagonista anche della vittoria del Pallone d'Oro e che in breve tempo diventerà uno dei suoi idoli. Riccardo Brambilla, del resto, ha sempre avuto un legame speciale col calcio: dai primi calci in giardino assieme a nonno Andrea all'approdo in Serie D con la Trevigliese, gli ha sempre dedicato al calcio ogni istante della sua vita, crescendo e migliorandosi. Dando tutto, ma ricevendo costantemente altrettanto, da quell'implacabile giudice chiamato rettangolo verde che premia sempre i più grandi.
Nove anni intensi. Di emozioni, gioia e felicità continua. Nove anni che trasmettono gli stessi sentimenti del calcio di Brambilla, quell'originalità e quella genialità in alcune giocate che solo chi sente, capisce e conosce calcio detiene. Nelle sue esperienze alla Tritium, dove ha trascorso i primi anni della sua carriera, Riccardo ha affinato le sue doti, ma anche stretto legami che resteranno per sempre: «Porterò sempre questa società nel mio cuore. Questa tappa mi ha fatto crescere sia calcisticamente che a livello personale e mi ha regalato due compagni che sono diventati punti fermi nel mio percorso: Gabriele Amoruso e Andrea Triberti, con cui sono stato anche alla Giana Erminio. Le amicizie strette in quegli anni sono ancora oggi tra le più importanti della mia vita e molte tuttora mi accompagnano». Anni di grandi soddisfazioni, che hanno regalato a Brambilla il pass per la Giana Erminio, di cui Riccardo difenderà i colori per ben 7 anni. Un settore giovanile all'avanguardia, da sempre attento ai talenti emergenti: quella di Riccardo è un'escalation continua, resa possibile, oltre che dalle sue grandi doti calcistiche, anche da una mentalità differente. «Il mio punto di riferimento assoluto è Cristiano Ronaldo per la sua mentalità e la sua dedizione al lavoro». Un'etica rigorosa che da anni lo porta a lavorare costantemente sui dettagli, ad alzare continuamente l'asticella, ad avere quella fame di successi prerogativa indispensabile per ambire a grandi traguardi.
Una stagione agrodolce con la Giana, in cui l'obiettivo play-off sfuma nuovamente nelle ultime giornate. Il rammarico per l'obiettivo mancato è forte, un dolore acuito dalla consapevolezza di una grande annata, specie per chi, come Riccardo, ha sempre dato tutto, stupendo partita dopo partita, colpendo per un'intelligenza tattica rara per la sua età. Per fortuna, il calcio lascia poco tempo per riflettere: sfide e nuove opportunità si presentano con gli stessi ritmi frenetici con cui Brambilla si invola sulla fascia e, nel corso dell'estate, per il giovane venuto da Pozzo si spalancano le porte di una nuova, irrinunciabile, esperienza. «Attraverso il mio procuratore era nata la possibilità di confrontarmi col calcio dei grandi e appena si è palesata la Trevigliese non ho rinunciato ad accettare. Dopo il primo incontro con la società sono uscito convinto e motivato e sono molto contento di essere qui». Terza società coi colori sociali biancoazzurri, dopo la Tritium e la Giana Erminio, a cui Riccardo vuole dedicare parole al miele: «Hanno contribuito alla mia crescita, sono stati anni bellissimi e vorrei ringraziare tutte le persone incontrate».
Non è semplice arrivare in un mondo nuovo, specie se sei in una società ambiziosa, determinata a mantenere la categoria, in un Campionato di altissimo livello quale è la Serie D; Riccardo, però, ha saputo gestire ogni possibile avversità che poteva incontrare sul proprio cammino, forte anche di un ambiente che ogni giorno non ha mai smesso di fargli sentire il proprio calore: «Sono felice di questa scelta, sto trovando un ambiente bellissimo dove i compagni più esperti mi aiutano ogni giorno per migliorare consigliandomi tanto. Il mister crede in me e questo mi spinge a far meglio giorno dopo giorno: sono convinto che tutti insieme possiamo disputare un campionato importante».
IL GIOCATORE
Giocatore duttile e versatile, nel corso degli anni Brambilla ha dimostrato di essere un giocatore di potersi adattare a più ruoli: caratteristiche fondamentali che gli hanno permesso di imporsi subito nel 3-5-2 di Tricarico, che sin da subito ha riposto nel giovane grande fiducia, ripagata dopo queste prime giornate da prestazioni che non hanno esitato a farlo diventare un punto fermo assoluto. Tatticamente si parla di un esterno d'attacco rapidissimo e ottimo in fase di conduzione palla e dribbling, in grado di agire indifferentemente sia sul fronte destro che sinistro, capace di andare in porta con una discreta regolarità (ai tempi della Giana si contano 16 reti in 113 presenze) e di servire assist ai compagni, sfruttando la sua abilità sui calci da fermo e la precisione millimetrica dei suoi cross. Tutte qualità che Riccardo a provato a rubare a Theo Hernandez, Mbappé, Leao e Yamal, giocatori ai quali il trevigliese ha dichiarato di ispirarsi in modo particolare. Inoltre, se necessario, Brambilla in passato è stato anche impiegato come punta centrale o come terzino, mentre a Treviglio Tricarico lo vede come quinto di centrocampo. La capacità di sapersi adattare a più ruoli, del resto, è un plus che Riccardo possiede sin dai tempi della Giana Erminio: «Ho avuto la fortuna di essere allenato da Matteo Ambrosoni, figura fondamentale per la mia crescita. Mi ha permesso di migliorare molti aspetti del mio gioco, anche facendomi interpretare ruoli non miei che mi hanno consentito di evolvermi da un punto di vista tattico».
Punti deboli? «Sicuramente la fase difensiva, il mancino e il colpo di testa: lavoro costantemente ogni giorno per migliorarmi». Piena conoscenza delle proprie lacune, requisito indispensabile per crescere: la conoscenza di se stessi, in campo e nella vita, è essenziale. Noi ci aspettiamo di vedere Riccardo continuare a crescere, di vederlo giocare con il suo stile unico e inconfondibile che gli permette di rendere semplici le cose difficili, continuando a profondere la gioia e il trasporto che traspaiono sia quando parla che quando dipinge calcio. La strada per il successo è ancora lunga e i margini di miglioramento molti, ma i presupposti per continuare questa favola ci sono tutti, aggiungendo ogni giorno una pagina ad un libro che profuma di calcio, stadi, sogni. Una montagna da scalare, di cui Brambilla, con grande perizia, ne percorre il sentiero da ormai 14 anni. Ora si è preso Treviglio e chissà che un giorno anche i tifosi di qualche club di Serie A potrà scandire esultante il suo nome, proprio come in passato avevano fatto per i suoi Kakà e Cristiano.