Politica sportiva
04 Luglio 2023
Il caso più clamoroso di questa stagione sportiva in tema di tesseramenti è arrivato da Brescia dove la Mario Rigamonti ha faticato a tesserare un giovane calciatore, categoria Esordienti, udite udite italiano.
«Con la presente intendiamo portare alla luce la tragedia umana e sportiva intercorsa a questo bambino di 12 anni a cui l’assurda burocrazia ha, ad oggi precluso di poter giocare a calcio in una categoria esordienti dilettanti». Questa la mail di Giorgio Gaggiotti, direttore generale della Mario Rigamonti e uno dei pochi dirigenti italiani, l'altro è il presidente del Sancolombano Tino Cornaggia, che intende dare battaglia sulla nuova legge dello sport. Torniamo al caso specifico, ecco che cosa ci racconta nella sua accorata email.
Il bambino si chiama MAMMARELLA MATTEO CRISTIAN nato il 25/1/2011 negli Stati Uniti da padre italiano e mamma americana.
Il 26/10/22 a seguito dell’ottenimento della cittadinanza italiana è stato tesserato con matricola n. 4027122 e tessera n.482527
Il 23/1/23 è stato revocato il tesseramento per errata procedura di tesseramento.
Abbiamo provveduto a caricare tutti i documenti richiesti seguendo e indicazioni dell’ufficio di tesseramento di Milano e la Commissione minori di Roma con personale gentile e disponibile che ci ha seguito e controllato TUTTA la documentazione richiesta.
Il 27/3 è arrivata la prima richiesta FIFA riferita ad un ragazzo portoghese che nulla aveva a che fare con il nostro tesseramento richiedendo documentazione già prodotta che abbiamo nuovamente inviato.
Il 14/4 è arrivata la seconda richiesta di integrazione FIFA con nuova richiesta di documenti già prodotti e dichiarazioni già inoltrate. Su consiglio dei funzionari di Roma abbiamo provveduto a rimandare il tutto per non perdere tempo.
Il 26/4 è arrivata la terza richiesta FIFA con ulteriore richiesta di documenti già prodotti a dimostrazione di non aver minimamente guardato la pratica e , ancora una volta, abbiamo integrato e rimandato la documentazione
Il 26/4 la FIFA ha respinto la pratica SENZA DARNE MOTIVAZIONI.
La commissione minori di Roma ha dichiarato di aver fatto richiesta di motivazioni il 26/4/2023 a fine di bloccare i termini per il tesseramento.
Vi elenco i documenti allegati in aggiunta a quelli federali di tesseramento , tutti tradotti in inglese in quanto l’italiano non è lingua accettata dalla FIFA
- Documenti identità di tutta la famiglia
- Certificati ufficiali di cittadinanza italiana di tutta la famiglia
- Certificato di residenza e stato di famiglia
- Certificato di frequenza al liceo
- Dichiarazioni redditi familiari
- Dichiarazione dei motivi di trasferimento in Italia
- Dichiarazione delle motivazioni di scelta della nostra società e descrizione dei tempi di decisione e contatto per tesseramento
- Contratto che lega la nostra società e la Brescia Academy asd (Brescia Calcio)
Tra richieste e certificati abbiamo prodotto più di 30 documenti esattamente uguali a quelli prodotto per il tesseramento/calvario di un altro ragazzo Moldavo (HARTI ANDREI) ma il tutto è stato vano.
Ci si vanta di tesserare i bambini ucraini in due giorni senza pensare che ci sono tanti bambini che vengono da tutto il mondo e che hanno gli stessi diritti di giocare senza questa insensata burocrazia. Questa procedura spinge ad essere scorretti, a fare false dichiarazioni per non dover sottostare a questa assurda e imprecisa procedura della FIFA che non riconosce neppure la nostra lingua. Vi ricordo che stiamo parlando di bambini dilettanti che non fanno neppure i campionati agonistici e che sono cittadini italiani. Ci auguriamo che il presidente Gravina ponga fine a queste odissee che costringono i bambini a non poter giocare a calcio, questa è una VERGOGNA, da qualsiasi angolazione la vogliamo guardare, senza alcuna giustificazione. Vi assicuro che non permetteremo più il ripetersi di queste cose e porteremo al cospetto dell’opinione pubblica questa vergogna. La riforma dello Sport porterà, se non corretta, alla morte dei settori giovanili e queste procedure sono l’ulteriore dimostrazione dell’assoluta mancanza di rispetto e considerazione delle giovanili dilettantistiche e delle migliaia di bambini e ragazzi che giocano a calcio. Spero vivamente che qualcuno si prenda a cura della vicenda cercando di risolvere definitivamente questo assurdo problema.
Qualcuno si chiederà come sia possibile una cosa simile, la risposta ce la dà Giorgio Gaggiotti: «Nella compilazione del modulo veniva chiesto per quale motivo il papà, che ricordo è italiano, ITALIANO, aveva deciso di tornare in Italia e la sua risposta era stata semplice: voglio dare ai miei figli un sogno. Un sogno, ma non certamente per giocare a calcio perché la nostra è una società dilettantistica. Sì certo da noi i ragazzi sono al centro del nostro lavoro, facciamo di tutto per farli diventare bravi ma restiamo pur sempre dei Dilettanti». Quello che il papà intendeva dire che era contento, per sé e per i suoi figli, di tornare a casa, in Italia. La burocrazia può fare danni incalcolabili e questo della Mario Rigamonti ne è un esempio.
La seconda storia che vogliamo prendere come esempio con i tesseramenti non c'entra nulla, ma ci offre uno spaccato di come ormai società e dirigenti federali siano su piani completamente diversi. I dirigenti vanno avanti con il pilota automatico inserito, le società tribolano nel quotidiano cercando di rimanere a galla. La Lega Dilettanti, ad esempio, ha un bel gruzzolo dal punto di vista del patrimonio liquido, mentre le società devono fare la punta alle matite fino a quando si riescono a tenere in mano. C'è di più: ci sono bravi dirigenti federali, credetemi bravissimi, che sostengono che i denari della LND non sono delle società. Il caso più clamoroso sono i fondi della Legge Melandri (ricordate?) la famosa "domenica dei Dilettanti" che Carlo Tavecchio riuscì ad ottenere attraverso una buona politica. Qualcuno, e parliamo di un bravo dirigente, sostiene che quelli sono soldi della LND. Ecco, siamo nel punto di non ritorno. Se non riusciamo più a capire che i "padroni" sono i presidenti e le società siamo sull'orlo del fallimento. Esattamente quello che succederà con la nuova legge dello sport che ha imposto le modifiche delle NOIF che i nostri presidenti regionali sono riusciti a trasformare in una porcheria peggio della stessa legge.
Il seguito di questo epilogo riguarda Mauro Spoldi, è il Coordinatore regionale del Settore Giovanile e Scolastico della Lombardia, è una bravissima persona, oltre che un grande dirigente, e un amico del giornale. Almeno, fino ad oggi e speriamo che continui ad esserlo. Magari confrontandoci e tirandoci anche i capelli. Nel corso della serata delle premiazioni della Delegazioni di Monza, quelle barbose riunioni che si tengono a fine anno, Mauro si diletta con il suo cellulare in un avvincente solitario. E di sti tempi c'è subito qualcuno pronto a immortalarne le gesta. Noi lo diciamo subito, siamo dalla sua parte. Perché ste serate sono inutili. Non servono per un confronto costruttivo, non servono nemmeno per comunicare con le istituzioni. Lui forse dovrebbe farsi portavoce di questo malessere perché è il primo che si presenta a questa riunioni ma vorrebbe essere altrove.
Il punto sta tutto qui. Noi abbiamo ottimi dirigenti federali che quando erano in società, o uomini di campo, parlavano di calcio ed erano un patrimonio collettivo. Stesso discorso lo potremmo fare per Luciano Loparco, suo omologo in Piemonte, poi arrivano in Federcalcio e vengono contaminati dall'ipocrisia che pervade il sistema in cui conta la parvenza ma non la sostanza. Ecco quindi che alle finali regionali Under 13 spuntano quei giochini inutili, oppure quelle finali nazionali oscene dell'Under 14. Il calcio, lasciato in mano ai dirigenti nazionali attuali della Federcalcio morirà. L'Italia diventerà l'Ungheria di 15 anni fa quando, se per sbaglio, arrivava alla fase finale dei Mondiali ti ricordavi che c'erano anche loro.