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Mondo Arbitri

Scambio fischietti tra Sicilia e Lombardia: volano da Acireale a Milano e arbitrano Beppe Bergomi

Cinque giovani arbitri ospiti lo scorso weekend della sezione Meazza-Campanati: «Importante confrontarsi con contesti diversi»

Milano-Acireale mai state così vicine: arbitri in Erasmus per un weekend

Il presidente milanese Ceccarelli con la Delegazione siciliana sul campo dell'Accademia Inter

Gli arbitri sono figure tanto fondamentali quanto sovraesposte nel mondo del calcio. Prendere decisioni in pochi istanti, sotto lo sguardo e il giudizio di spettatori e tifosi che talvolta non conoscono le pieghe del regolamento è difficile. Non va mai dimenticato, infatti, che a ricoprire tale ruolo sono persone, uomini nel caso dei professionisti, e ragazzi che arbitrano nel calcio giovanile. Ragazzi che devono fare esperienza, che devono crescere e che hanno bisogno delle condizioni per poterlo fare. Ed è in quest’ottica che l’AIA di Milano, per il secondo anno consecutivo, ha organizzato uno scambio “didattico” con la sezione di Acireale.

IN VIAGGIO DALLA SICILIA

Danilo Bonaventura, Michele Ignoto, Mattia Macrì, Giordano Raciti, Aurelio Emanuele Torre. Cinque ragazzi acesi, tra i 15 e i 18 anni, seguiti da due designatori della loro sezione, hanno volato dalla Sicilia al capoluogo lombardo per un’esperienza extracalcistica formativa e unica nel suo genere. «Siamo andati a prenderli in aeroporto, erano visibilmente emozionati» racconta Jacopo Ceccarelli, presidente dell’AIA Milano «e li abbiamo subito accompagnati a fare un tour. Alcuni di loro non avevano mai visitato la città, e ci sembrava il modo migliore per farli ambientare».

L’AIA coltiva e promuove, tra le sue varie sezioni, uno spirito di associazione collettiva e di collaborazione, anche a distanza, tra i suoi membri. Conoscere altre realtà, altri professionisti del settore, abituarsi a viaggiare, sono prerogative del lavoro di un arbitro. «Abbiamo fatto partecipare i ragazzi alla riunione tecnica nella nostra sede, con tutti gli arbitri della nostra sezione, di qualsiasi categoria, per confrontarsi con un contesto diverso dal solito, e li abbiamo preparati alle partite che avrebbero dovuto arbitrare nel weekend». Si è trattato di due gare di Allievi, una regionale elite (Accademia Inter-Accademia Bustese con Beppe Bergomi in panchina) una provinciale (Atletico Scarioni-Città di Segrate), di una gara di Terza Categoria (Enotria-San Giorgio) e due di Seconda Categoria (Real Milano FC Cernusco-Sporting CB), in giro per la provincia.

ESPERIENZE IN UN CONTESTO NUOVO

«Può sembrare un aspetto banale, ma lo scorso anno abbiamo organizzato questo scambio tecnico-associativo con la sezione di Roma, e ci siamo resi conto che anche il “gergo” differiva da una sezione all’altra». In campo, dai ragazzi, l’arbitro viene comunemente chiamato “Dire”, abbreviazione di direttore, mentre in altre zone d’Italia, come nella capitale, viene usato il termine “Signore”. «Ci siamo muniti di spiegare queste piccole differenze ai ragazzi, consapevoli che probabilmente in Sicilia fossero altri i termini utilizzati. Sono piccole cose, ma fanno capire l’importanza di affrontare esperienze diverse dalle solite partite con le solite squadre delle proprie sezioni».

Ma le differenze si misurano anche su un aspetto tecnico, sul campo. «Il bacino di utenza di giocatori e società nella nostra zona sono ovviamente più ampi di quello di una provincia più piccola come quella di Acireale, per cui anche il livello delle partite da arbitrare, in media, tende ad alzarsi. Per i ragazzi, quindi, l’esperienza è anche formativa da un punto di vista tecnico e atletico». Sarà poi il turno di cinque ragazzi della sezione di Milano (Matteo D'Apice, Lorenzo Di Giovine, Andrea Ferrara, Gianmarco Mesi e Valerio Niccolini) di affrontare la stessa esperienza, speculare, in terra siciliana. Selezionati dai vertici dell’associazione per merito, in una valutazione che ha tenuto conto sia dell’andamento tecnico dei giovani arbitri, costantemente tenuti sotto osservazione partita dopo partita, sia delle loro doti relazionali, così da potersi calare in un contesto diverso e sconosciuto senza trovarsi in difficoltà. Uno progetto ormai da considerarsi avviato e consolidato, che promuove la collaborazione tra sezioni e aiuta i giovani arbitri a mettere in valigia una serie di esperienze tecniche, ma soprattutto umane.

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