Focus
19 Aprile 2025
Torneo delle Regioni 2025, la premiazione della Lombardia campione con l'Under 17
Il limite di questa elaborazione, lo anticipiamo, è quella che essa è imperniata in via esclusiva sui numeri, cioè sui risultati del campo e sui risultati soltanto dell’atto conclusivo, la finale. 78 finali spalmate su 35 anni. Sono sempre e solo dei numeri, tuttavia lungo quell’arco di tempo essi possono indicare una tendenza in termini di “profitto agonistico”. Naturalmente non incontrovertibile.
Impieghiamo il termine “profitto” non solo inteso nel senso di un percorso di avanzamento, di progresso nello studio così come in quello di uno sport in chiave agonistica, bensì anche in chiave economica: in economia la parola profitto è sinonimo di “utile”, cioè l’eccedenza del totale dei ricavi su quello dei costi che si ottiene da un’attività svolta per produrre appunto dei risultati positivi innanzitutto in termini monetari, finanziari. E’ l’attività svolta dall’impresa, cioè dall’insieme organizzato di una serie di fattori: soldi, spazio, materie prime, manodopera, capacità dirigenziali e di verifica continua dell’andamento della produzione.
Lo facciamo in quanto non stiamo trattando del calcio giocato per strada, nei cortili o negli oratori fino a tutto gli anni Settanta, bensì del calcio “organizzato” con i fattori di cui sopra anche se per degli scopi diversi da quello di “fare i soldi” (lucrativo): finalità salutistiche, educative e formative, di reputazione sociale, di sano attaccamento alle tradizioni ed agli usi locali, regionali.
Gli osservatori di molteplici istituzioni ed enti privati enunciano dalla notte dei tempi una Italia con il Sud che su diversi fronti (industrializzazione, occupazione, istruzione, sanità, trasporti, qualità della vita, servizi assistenziali …) insegue il Nord.
Un andamento ad elastico caratterizzato da alternanza di cicli di allontanamento con altri di avvicinamento. Come sembra essere quello post-pandemia grazie a misure altrettanto però straordinarie come i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
In questa ottica procediamo allora sul fronte del calcio giovanile dilettantistico.
1. Premessa
Le statistiche della FIGC LND Settore Giovanile e Scolastico (8/16 anni) quotano una media di 665.838 fra tesserati e tesserate nelle 14 stagioni sportive dalla 2009/2010 alla 2022/2023, comprese quelle del biennio pandemico.
Teniamo valido il dato medio nazionale di 650.000 giovani tesserati che dovrebbe essere depurato delle fasce d’età dei calciatori Pulcini ed Esordienti ed integrato con la fascia d’età dei calciatori e delle calciatrici rispettivamente Under19 ed Under23.
Per avere un termine di confronto teniamo presente un dato medio nazionale della popolazione residente in Italia fra gli 11 ed i 19 anni di 5.100.000 persone nel periodo sopra considerato.
In termini percentuali quindi i giovani tesserati FIGC rappresentano il 13% della popolazione giovanile.
Allora la competizione primaverile denominata “Torneo delle Regioni” si presenta come un interessante osservatorio quanti-qualitativo nel corso del tempo del movimento calcistico giovanile suddiviso nelle 3 macroregioni:
- Italia del Nord;
- Italia Centrale;
- Italia del Sud.
2. Intavolazione del tema, rilevazione dei numeri e relative risultanze
Per intavolare il tema si è deciso di estrapolare i dati delle 78 finali della gara regionale comprese nei seguenti lassi di tempo:
- 1990/1995: l’effetto Italia90 unitamente all’effetto della presenza di calciatori di elevato profilo in diversi club meridionali, a partire da Maradona (Napoli Calcio);
- 2006/2010: l’effetto Italia Campione del Mondo;
- 2011/2019: il decennio di Messi e di Ronaldo, degli 8 scudetti della Fc Juventus spa e delle crisi della “Nazionale”;
- 2023/2025: l’effetto ripresa post pandemia.
Le risultanze inerenti lo spessore atletico e tecnico/tattico delle rappresentative regionali dell’Italia del Sud sono le seguenti:
1) ultimo successo: quello dell’Abruzzo (Under17) nell’anno 2014;
2) totale dei successi su 78 finali: 16 (Abruzzo 5, Calabria 1, Campania 3, Puglia 2, Sicilia 3 e Sardegna 2) pari al 21%;
3) distribuzione temporale dei 16 successi:
- 7 nel periodo 1990/1995 (Abruzzo 1992, Calabria 1995, Campania 1995, Puglia 2 1990 e Sicilia 1993 e 1994);
- 7 nel periodo 2006/2010 (Abruzzo 2008 e 2009, Campania 2006 e 2007, Sardegna 2 2009, Sicilia 2008)
- 2 nel periodo 2011/2019 (Abruzzo 2010 e 2014)
- 0 nel periodo 2023/2025
Deduzione: nell’ultimo trentennio il “profitto agonistico” del movimento calcistico giovanile dell’Italia del Sud si è progressivamente ridimensionato fino a giungere ad una sostanziale inconsistenza nell’ultimo decennio.
Quindi nell’ottica del divario con andamento ad elastico registriamo un ciclo di dilatazione. Ma forse solo apparente.
3. Prima reazione (ancora sui numeri)
Tra il 1° Gennaio 1962 ed il 31 Dicembre 2023 circa 24.500.000 persone hanno lasciato la residenza nell’Italia del Sud.
Non sono disponibili dati statistici in tal senso, tuttavia appare abbastanza probabile che all’interno delle rose delle 62 squadre giovanili vittoriose rappresentanti le Regioni del Centro Nord nei quattro periodi sopra considerati (1990/19945, 2006/2010, 2011/2019 e 2023/2025) la presenza ed il “peso specifico” dei giovani calciatori e delle giovani calciatrici con radici (dirette o di seconda e successive generazioni) nell’Italia del Sud raggiungano dati e percentuali significative.
Ora, scritto che in materia di dileguamento del “calcio romantico” (quello giocato per strada, nei cortili o negli oratori …) forse il divario fra le due Italie è più contenuto rispetto a quello dello scenario “Torneo delle Regioni”, quanto sopra ci permette di scrivere che sembra vivere ancòra nell’immaginario collettivo la figura del ragazzino meridionale con il pallone incollato ai piedi quale archètipo del “giuoco del calcio”.
E d’altronde all’interno di quel flusso migratorio consistente trova da un certo lasso di tempo, seppur in valori minuti, anche la fenomenologia della “fuga dei piedi buoni” verso le strutture dei club calcistici professionistici del Nord e del Centro.
A differenza di quanto avviene per le competizioni internazionali delle squadre “nazionali”, dove i calciatori “rientrano” nelle comunità “di provenienza” (genitoriale), è evidente che un tal criterio su base distrettuale (regionale) risulta improponibile ed impraticabile. Non vi è quindi la controprova, tuttavia in astratto quello scenario del “Torneo delle Regioni” molto probabilmente potrebbe assumere altri connotati in termini di geografia dei successi.
Ritorniamo con i piedi per terra ed il ragionamento ci conduce a considerare dopo quello romantico il “calcio organizzato”, quello dei “fattori della produzione”.
4. La “questione meridionale” (in parte)
Calcio organizzato eguale calcio industriale. Che, risorse umane a parte, non può essere oggetto di “delocalizzazioni”. Occorre fare i conto con “i fattori della produzione” in loco, nell’Italia del Sud.
Che qui andiamo ad elencare con alcune annotazioni:
A - Calciatori e calciatrici (infanti ed adolescenti): insieme con il generale calo demografico incidono in senso negativo i flussi delle persone in uscita. Fenomenologie in parte compensate con i flussi migratori in entrata. Sta di fatto che i più recenti dati della FIGC LND fotografano:
- che per la categoria Under 17 il numero dei tesserati nei club del Mezzogiorno rappresentano soltanto il 15/20% dell’intiero movimento nazionale;
- che in termini di club operanti nel settore giovanile la prima Regione meridionale, la Puglia, ne annovera 303 occupando appena il settimo posto nell’elenco nazionale.
Tanto per farsi un’idea, una rilevazione del Rapporto 2024 della associazione SVIMEZ recita che per la scuola primaria il rischio chiusura nell’Italia del Sud è concreto in 3.000 Comuni con meno di 125 bambini, numero sufficiente per una sola “piccola scuola”.
B - Risorse finanziarie “correnti”: il costo di gestione di un anno calcistico FIGC di una squadra del settore giovanile può essere assunto nel valore medio di 10.000 euro. Tanto al Nord quanto al Sud. Allestire una compagine in ciascuna delle 4 categorie del Torneo delle Regioni significa in linea di massima sostenere costi di gestione annuali nell’ordine di 50mila euro.
Per la copertura di tali cifre il contributo da parte dei soggetti “famiglia” e “Comune” è contenuto; il buon cuore (piuttosto che “certi” interessi) dell’imprenditore locale inserzionista/sponsor insieme con lo sponsor tecnico ed i club professionistici dell’Italia del Nord (i prestiti di giovani calciatori) suppliscono.
Nel post pandemia si registra nel mondo statunitense (costa atlantica) dei fondi di investimento la volontà di creare delle opportunità di business alternative incentrate su diverse comunità calcistiche storiche del Mezzogiorno. L’approccio metodologico da oltre oceano incentrato sulla richiesta di informative di bilancio (disclosure) appare per lo più fuori luogo, tuttavia ciò è in atto.
C - Impiantistica (strutture): l’ “elastico” del divario Nord/Sud per questo fattore della produzione è da sempre molto dilatato. I 700milioni di euro di risorse del Pnrr di competenza del comparto Sport guardavano in particolare alle “periferie” intese in senso lato (quelle delle grandi città unitamente ai villaggi degli hinterland) nel Mezzogiorno. La ristrutturazione degli impianti sportivi presso i quali si è svolto il Torneo delle Regioni 2025 ha goduto infatti anche dei fondi in parola. E’ allo studio della FIGC la realizzazione in Salerno di un centro tecnico federale, una sorta di “Coverciano del Sud”.
A proposito dei fondi di investimento statunitensi di cui sopra molto probabilmente negli eventuali interventi il “mattone” dovrebbe rivestire un certo interesse;
D - Capacità dirigenziali, visione, conoscenze, controllo dell’andamento economico: nel XXI Secolo in un club calcistico giovanile servono anche e soprattutto questi elementi che possiamo riunire con una parola inglese: “know-how” (il possesso di cognizioni specifiche necessarie per svolgere in modo ottimale un'attività).
In linea di massima non si ha idea di quante iniziative pubblico-private, di quanti fondi strutturali comunitari ed ancòra di quante progettualità nell’ultimo decennio sono state direzionate nell’Italia del Sud per fare detonare il potenziale “know-how” delle giovani generazioni per le quali da anni il Mondo gira ormai su di un otto volante ed allora vale la pena essere pronti allorché il Mediterraneo diventerà il “nuovo Nord”.
Insomma perché questa attenzione da parte delle Istituzioni (UE e nazionali) sulle giovani generazioni meridionali resilienti? Per dotarle degli strumenti ed appunto delle conoscenze per penetrare nel “ballo di piazza” meridionale dove si ritrovano sempre e solo burocrazie pubbliche, imprenditorie e corporazioni consuete, ed aprirlo a tutta la comunità. Anche nell’àmbito dell’associazionismo sportivo (e culturale in genere).
Ora, a parte il fattore D) sopra, posti il calo demografico ed il degiovanimento come comuni denominatori dalle Alpi a Lampedusa Linosa e fatte le debite proporzioni, certe criticità di cui ai punti sopra non sono estranee rispetto ad un tempo anche in certe aree del Centro / Nord Italia, complici anche le conseguenze della Riforma dello Sport?
Ed allora, al di là della latitudine, non è per caso che nel calcio e nei giovani è cambiato qualcosa a livello dei rispettivi Dna, per cui tra di essi per lo più “ci si becca tanto per” in una quotidianità senza capo, né coda?
5. Calcio (Nord/Sud) e giovani, nuovi Dna?
L'incertezza è una caratteristica della Terra e della vita quotidiana, e si manifesta in diversi àmbiti, tra i quali la geografia, la scienza, la politica e le emozioni.
Da diverso tempo essa però raggiunge picchi non indifferenti. Almeno per i “baby boomer” che hanno convissuto con incertezze in linea generale meno incerte. Ma che forse proprio per questo si trovano nei ruoli di responsabilità (anche e soprattutto verso i giovani) innanzi ad inevitabili dilemmi. Il caso del calcio giovanile.
Nel mondo istituzionale calcistico siede una aliquota dirigenziale significativa nata, cresciuta ed affermatasi “nel, con e per” quel calcio che è stato: il calcio romantico, quello giocato per strada ecc., vogliamo scrivere il calcio di certi “valori”. Fra i quali non vi era il “perfezionismo”.
Che è una sorta di nuovo filamento del Dna dello Sport ed allora appare inevitabile che quello stesso polo direazionale nostalgico di quel calcio al tempo stesso non possa non elaborare “il modello prestativo del calciatore 2030”.
Nei confronti del quale devono fare i conti tanto il “centennial” Fumagalli di via Brera quanto lo “zoomer” Cusimano di via Maqueda. Entrambi venuti al mondo agli inizi del Secolo in corso. Quello ad “alta incertezza”. Non per loro risparmiati (per motivi anagrafici) da confronti fra epoche (ed anche fra modi di vivere il calcio).
E così, età anagrafica e connessioni digitali (che possono rappresentare comunque una forma di informazione rispetto al passato) a parte, dove si ritrovano accomunati molto probabilmente i giovani Fumagalli di Milano ed i giovani Cusimano di Palermo sempre più in decrescita?
Dal fatto che come per il “lavoro” in generale, quel modello perfezionista di operaio automatizzato 4.0 del calcio entrerà in una valutazione costi/benefici, sacrifici/vantaggi, compromessi/migliori anni della vita, le cui dinamiche, i cui criteri sfuggono in linea di massima a quelli delle generazioni precedenti, non fosse altro che per il fatto che la qualità della vita per una persona della Generazione Z rappresenta una condizione multidimensionale su cui intervengono numerosi “nuovi” contenuti interdipendenti. Una sorta di possibile emancipazione, per altro già compiuta in certe comunità giovanili come quella tedesca, dallo stereotipo del calciatore divo. In altre parole, “se ce la faccio bene, ed altrimenti non importa, c’è di meglio nella vita.”
In fondo, in una visione più ampia, l’ex presidente del Consiglio di Amministrazione della società quotata in Borsa Fc Juventus spa, signor Andrea Agnelli, nel corso di una conferenza stampa estiva tenuta in buona parte in lingua inglese, domandò e si domandò, in italiano, se ai giovani (europei) in futuro interessasse ancòra il calcio. Non ricevette risconti.
Per ciò che concerne l’Italia (da Nord a Sud passando per il Centro e comprendendo le Isole) il Torneo delle Regioni sarà sempre un banco di prova. Al di là della geografia dei successi.
Specifiche:
Torneo delle Regioni: nel brano si fa riferimento esclusivamente alla competizione di “calcio a 11” organizzata dalla FIGC/ Lega Nazionale Dilettanti e riservata a rappresentative giovanili regionali suddivise in 4 categorie (giovanissimi, allievi e juniores maschili e femminile).
La prima edizione del campionato venne disputata nel 1959, mentre nel 1974 (austerity) e nel triennio 2020/2021/2022 (a causa della pandemia) — la manifestazione è stata cancellata.
Italia del Sud: si intende costituita dalle seguenti Regioni anche sulla base della composizione della “Zona economica speciale (ZES)” entrata in vigore il 1° Gennaio 2024: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
La questione meridionale: l’espressione «questione meridionale» indica l’insieme dei problemi posti dall’esistenza nel Mezzogiorno d’Italia dal 1861 sino a oggi di un più basso livello di sviluppo economico, di un diverso e più arretrato sistema di relazioni sociali, di un più debole svolgimento di molti e importanti aspetti della vita civile rispetto alle regioni centrosettentrionali.
Baby boomer (dall'inglese "appartenente al boom demografico dei bebè"): termine con il quale viene comunemente indicata una persona nata in Nord America e nell’Europa Occidentale tra il 1946 ed il 1963.
Fonti:
- ISTAT – Serie Storiche – Tavola 2.11.1- Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per movimento migratorio interno e saldo migratorio interno per regione e ripartizione geografica - Anni 1902-2014
- ISTAT – Indagine tendenze popolazione residente 11/19 anni - Anno 2023
- WIKIPEDIA – Albo d'oro del Torneo delle Regioni (calcio)
- FIGC Settore Giovanile e Scolastico/ Staff Tecnico Nazionale di Area Metodologica - Il giocatore del 2030 (Gennaio 2021)
- EURISPES – Il calcio italiano. Analisi, numeri, scenari e prospettive future (19 Febbraio 2021)
- Osservatorio sulle tendenze giovanili (OTG) – Lo stato dell’infanzia (8 Febbraio 2022)
- La Complessità del calcio – Blog di Filippo Galli – Il calcio giovanile in Italia: spunti di riflessione (23 Gennaio 2023)
- Fondazione con il Sud - Giovani neet (Not in Education, Employment or Training", in italiano "né in istruzione, né in lavoro, né in formazione"), 1 su 5 non studia e non lavora (4 Dicembre 2023)
- SVIMEZ (Associazione per lo SViluppo dell'Industria nel MEZzogiorno) - Rapporto 2024 La società e l’economia del Mezzogiorno
- Agenzia Italiana per la Gioventù – Giovani 2024: il bilancio di una generazione (Aprile 2024).