Il punto
27 Novembre 2025
«Se non puoi vincere, non devi perdere» è un principio che, nel calcio, si traduce in una filosofia di gioco tanto pragmatica quanto fondamentale, spesso incarnata da squadre che fanno della solidità difensiva la loro arma principale. Non si tratta di mancanza di ambizione, ma di pura intelligenza tattica e gestione del rischio. Immaginate una squadra che gioca in trasferta contro un’avversaria di pari livello: il loro allenatore sa che affrontarla a viso aperto equivarrebbe a un suicidio sportivo. In quel contesto, l’obiettivo non è il “tutto per tutto”, ma la “non-sconfitta”. Si adotta un approccio cauto: linee strette, raddoppi di marcatura, ripartenze veloci ma senza sbilanciarsi troppo. L’imperativo è non concedere palle inattive nei pressi dell’area, evitare errori rovinosi, il “buco” difensivo da cui può scaturire il gol avversario.
Questa mentalità emerge in modo cristallino anche nella gestione dei minuti finali di una partita. Se una squadra in trasferta è in parità a cinque minuti dalla fine, la priorità assoluta non è segnare il gol della vittoria, ma evitare di subire quello della sconfitta. E allora si cerca il possesso palla, si rallenta il ritmo, si applica la massima prudenza, preservando un punto che è meglio di zero.
Il calcio italiano, in particolare, ha spesso fatto di questa filosofia un’arte, venendo talvolta criticato per l’eccessivo pragmatismo o per il “catenaccio”. Eppure la storia dimostra che un cinismo quasi glaciale nel non voler perdere è spesso la base per costruire grandi successi. La capacità di resistere, di “fare muro” quando non si è superiori, è una virtù che sta alla base della mentalità vincente.
In definitiva, nel calcio, «se non puoi vincere, non devi perdere» significa che il primo passo per ottenere i tre punti è assicurarsi di non subirne. È la saggezza che riconosce come la continuità e l’assenza di passi falsi siano, nel lungo periodo, le vere chiavi per la vittoria finale.
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