Presentazioni
15 Maggio 2024
Da sinistra a destra il sindaco Assanelli, Josefa Idem e il direttivo dell'associazione Modanesi
Chi è un’atleta lo è per sempre. A livello amatoriale e a livello professionale. Lo sa bene Josefa Idem che a sessant’anni, trentasei dei quali trascorsi a livello agonistico, pratica ancora sport. Invitata al ciclo di incontri promossi dall’associazione “Ernesto Modanesi - il Mister”, Josefa, che dal 2018 è anche coordinatrice della SGS Academy della FIGC, collabora con la Federazione alla realizzazione di ambienti educativi stimolanti e divertenti all’interno dei quali possono formarsi i giovani atleti. Il punto di partenza di Josefa è la tutela di tutti quei soggetti che si accingono a entrare nell’età adulta e tutti i suoi studi, le sue competenze e le sue esperienze professionali, sportive e personali, le ha messe a disposizione per la formazione delle persone adulte, perché i giovani sono educati proprio dagli adulti. E se i giovani sono educati dagli adulti bisogna partire da queste persone per poter formare gli individui del domani.
L’esperienza di Josefa, perché non si ripetano più certi errori. Un ruolo decisivo nella sua vita è stato giocato dall’esperienza dell’essere un’atleta con un forte talento. Ma si sa che chi ha talento spesso è oggetto di invidie da parte dei ragazzi, soprattutto se sei un’adolescente e se sei femmina. È così che Josefa ha cominciato a subire le prime angherie da parte dei ragazzi e la fiamma che teneva viva la sua passione per la canoa, man mano che passavano gli anni, si stava affievolendo sempre di più, tant’è che a ventitré anni l’ex canoista voleva abbandonare lo sport che tanto amava perché non la divertiva più ed era fonte di malessere. Nonostante tutti gli ostacoli che la vita le ha posto di fronte è riuscita a vincere non solo le gare in canoa, ma anche le paure e i giudizi che la accompagnavano. Da qui la voglia di rimettersi di nuovo in gioco per cambiare le metodologie educative e di insegnamento, per far sì che “i ragazzi non se la debbano più vedere tra di loro”, ma possano imparare attraverso interventi congrui e mirati dal punto di vista psicomotorio.
I tre punti da sviluppare per lavorare con i giovani atleti: competenza, autonomia, inclusione sociale. Insieme ai presenti Josefa Idem ha voluto fare una valutazione sul perché spesso i giovani atleti abbandonano lo sport. Partendo da alcune domande che sono servite come spunto di riflessione si è giunti alla conclusione che uno dei motivi per cui i ragazzi e le ragazze abbandonano è la mancanza di competenze. Se i ragazzi si sentono competenti e capaci saranno meno inclini a smettere di praticare sport e si può quindi tutelare anche il loro sviluppo. Un altro punto su cui insistere nell’educazione di un giovane atleta è l’autonomia. La Idem ha preso a esempio proprio il calcio, sport situazionale: «Se trovi un allenatore che ti dice tutto lui, tu non saprai mai come agire e cosa fare. C’è bisogno di un direttore d’orchestra, ma bisogna anche incentivare il ragionamento personale degli atleti». Infine l’inclusione sociale: è necessario includere tutti senza distinzioni, che ci sono ancora tra chi è bravo e chi è meno bravo. La Idem aha tenuto a sottolineare che «il mondo è intriso di esclusione sociale di fronte a quello che è un primordiale bisogno di inclusione sociale».
La presentazione del 3° Memorial Ernesto Modanesi. La serata è stata anche l’occasione per presentare la terza edizione del Memorial Ernesto Modanesi, che quest’anno si svolgerà nell’arco di sei giorni e sarà una manifestazione in chiave polisportiva con diverse attività ludiche di calcio e non solo per adulti, bambini e persone con disabilità. Al termine della serata ci sono stati i sorteggi “in formato Champions” delle squadre Under 15 che andranno a sfidarsi nel quadrangolare in programma sabato 1 giugno. Nelle due partite della mattinata si affronteranno VirtusCiserano Bergamo contro Trevigliese e Caravaggio contro VillaValle. Nel pomeriggio le finali.