Cerca

NOSTRA INCHIESTA

Maglia da titolare o seduto in panchina?

Abbiamo chiesto ad alcuni allenatori lombardi il criterio di scelta per chi gioca e chi parte dalla panchina

Maglia da titolare o seduto in panchina?

Calcio giovanile le scelte degli allenatori

Tra le nebbie dei campi della Lombardia, si consumano le piccole grandi battaglie del calcio giovanile. Qui, in un ambiente che fonde sogni e sacrifici, ragazzi con gli occhi pieni di speranza si contendono un posto da titolare, mentre i genitori osservano dalle tribune, spesso divorati dalla tensione. Ma cosa spinge un allenatore a scegliere chi far giocare e chi lasciare in panchina?

Per capirlo, abbiamo raccolto le voci di alcuni tecnici lombardi che, ogni settimana, si trovano a prendere decisioni difficili, cercando il giusto equilibrio tra talento, sacrificio e strategia.

Come si conquista il posto da titolare?

La meritocrazia è il punto fermo per molti allenatori, ma con sfumature diverse. Dalle sedute di allenamento alla preparazione mentale, ogni dettaglio conta.

Andrea Corti, allenatore Accademia Inter Under 15 Élite:
«Durante gli allenamenti scelgo un giocatore piuttosto che un altro in base a diversi fattori: atteggiamento e mentalità, spirito di sacrificio, apprendimento ed esecuzione delle mie richieste tecnico-tattiche. Contano anche le caratteristiche del campo e degli avversari, oltre al loro sistema di gioco.»

Andrea Faccenda, tecnico Accademia Pavese Under 15 Élite:
«Scelgo i giocatori da schierare in campo sulla base della qualità e della costanza che mettono in allenamento. Non ci sono titolari fissi: se un giocatore forte non si allena durante la settimana, nel weekend non partirà dal primo minuto. Anche le rotazioni sono importanti, specie contro squadre più attrezzate, quando posso preferire giocatori più fisici.»

Marco Conte, Orione Under 19 Provinciali:
«Un allenatore deve considerare molteplici fattori: dalla forma fisica alla tecnica, fino all’adattamento alla tattica di gioco. È fondamentale valutare la concentrazione e la gestione della pressione. Inoltre, la strategia contro l’avversario e la versatilità del giocatore influiscono sulla scelta finale.»

Vittorio Londei, allenatore Lentatese Under 19:
«Le mie decisioni si basano su presenza agli allenamenti, impegno e concentrazione. Considero anche il sistema di gioco avversario e il tipo di campo. Per esempio, scelgo una formazione più fisica o tecnica in base alla necessità. Osservo la personalità dei centrocampisti, la lettura delle situazioni da parte dei difensori e la capacità di realizzazione degli attaccanti.»

Tefik Faria, tecnico Franco Scarioni Under 15 Élite:
«Dipende molto dalla partita: il fattore campo è determinante. In un campo piccolo preferisco giocatori di struttura, mentre in uno grande quelli più tecnici. Valuto anche lo stato di fiducia del giocatore, che può variare molto. Per questo è fondamentale conoscere bene la propria squadra.»

Perché si parte dalla panchina?

Non tutti i giocatori riescono a conquistare una maglia da titolare. Gli allenatori lombardi sono chiari: la costanza e l’impegno settimanale fanno la differenza.

Dai racconti emerge un messaggio univoco: nel calcio giovanile, ogni scelta ha uno scopo educativo. La panchina non è una punizione, ma un’opportunità per riflettere, crescere e migliorarsi.

Che si tratti di una sfida tattica o di un test mentale, ogni allenatore ha il compito di formare non solo atleti, ma persone pronte ad affrontare la vita con lo stesso spirito con cui calcano il campo.

Seguiranno altre interviste: continuate a seguirci per scoprire di più sul mondo del calcio giovanile in Lombardia.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter