Storie di calcio
19 Marzo 2025
Lamine Yamal e la sua classica esultanza
Lamine Yamal: la favola di un talento che brucia le tappe
Ci sono giocatori che crescono nell’ombra, aspettando pazientemente il loro momento. E poi ci sono quelli come Lamine Yamal, che non aspettano niente e nessuno. Arrivano, accendono il campo e lasciano tutti a bocca aperta. Il suo talento non chiede permesso: prende il pallone e scrive la sua storia. Ma cosa rende così speciale questo ragazzo nato nel 2007 e già protagonista nei palcoscenici più importanti del calcio mondiale?
Chi è Lamine Yamal?
Immagina di avere 15 anni e di trovarti nello spogliatoio del Barcellona, con il cuore che batte all’impazzata. Fuori c’è un Camp Nou che aspetta di vederti all’opera. È il 29 aprile 2023 e Xavi ha appena detto il tuo nome: entri in campo. Sei il più giovane esordiente della storia blaugrana. Senti il peso della maglia? Forse sì, ma quello che si vede è un ragazzo che gioca con la sfrontatezza di chi è nato per questo.
Lamine Yamal Nasraoui Ebana viene da Esplugues de Llobregat, vicino a Barcellona. Un padre marocchino, una madre della Guinea Equatoriale e un sogno grande quanto il mondo. A cinque anni ha già il pallone tra i piedi nella cantera del Barça. A otto gioca con i più grandi. A quindici brucia le tappe e si prende il suo posto tra i grandi. Nessun copione prestabilito, solo talento puro e voglia di sorprendere.
Un talento che parla la lingua dei campioni
Il calcio di Yamal non è solo tecnica. È arte. È istinto. Dribbling, visione di gioco, tocco vellutato. Guardarlo giocare è come assistere a un pezzo di jazz improvvisato: imprevedibile, leggero, inarrestabile. In Spagna dicono che è il futuro, ma chi lo vede giocare sa che è già il presente. Nel 2024 si prende l’Europeo con la maglia della nazionale spagnola, entrando nella storia come uno dei più giovani vincitori del torneo. E se qualcuno pensa che il suo sia solo talento naturale, si sbaglia di grosso. Dietro ogni giocata c’è allenamento, sacrificio, ore passate a perfezionare ogni dettaglio.
Non è un caso che abbia vinto il Trofeo Kopa e il Golden Boy, riconoscimenti che incoronano i migliori giovani al mondo. Ma per Yamal i premi non sono traguardi: sono solo tappe di un viaggio che è appena cominciato.
304: un simbolo per chi sogna
C’è una cosa che Yamal non dimentica mai: da dove è partito. Ogni volta che segna, disegna con le mani il numero 304. Non è solo un gesto, è un messaggio. È il codice postale di Rocafonda, il quartiere di Mataró dove è cresciuto. Un posto che gli ha insegnato a lottare, a non arrendersi, a crederci sempre.
Ecco perché la sua storia non è solo una storia di calcio, ma di ispirazione. Per ogni bambino che rincorre un pallone nei campetti polverosi, per chi sente dire che ‘non ce la farà mai’, per chi ha un sogno troppo grande e troppa poca fiducia attorno a sé. Yamal è la prova vivente che tutto è possibile, se ci metti passione, sacrificio e un pizzico di follia.
Le sfide che fanno crescere
Nel calcio, come nella vita, ci sono momenti che ti mettono alla prova. Yamal lo sa bene. Durante un Clásico, è stato bersaglio di insulti razzisti. Poteva reagire con rabbia. Poteva abbattersi. Invece, ha fatto quello che sa fare meglio: ha continuato a giocare, a incantare, a rispondere con il talento. Accanto a lui si sono schierati campioni come Vinicius Jr., perché certe battaglie non si combattono da soli.
E poi c’è la vita fuori dal campo. Suo padre, Mounir Nasraoui, è stato vittima di un’aggressione a Mataró, un episodio che ha segnato la famiglia. Ma Yamal ha dimostrato ancora una volta di avere spalle larghe e una testa da veterano. Ha trovato rifugio nel calcio e nel sostegno di chi gli vuole bene. Ha trasformato il dolore in motivazione. Perché i campioni non si vedono solo nei momenti di gloria, ma anche in quelli difficili.
Dove può arrivare Yamal?
Dove vuole. Il Barcellona sta cercando di blindarlo con un contratto lungo, mentre i club più ricchi d’Europa – PSG in testa – sognano di strapparlo ai blaugrana. Ma la verità è che il destino di Yamal non dipende da cifre e contratti. Dipende dalla sua voglia di scrivere la sua storia, senza farsi distrarre da nulla.
Ha ancora tanto da imparare, certo. Deve trovare costanza, migliorare la resistenza fisica, affinare il suo gioco. Ma se c’è una cosa che il passato ci ha insegnato, è che ogni volta che Yamal scende in campo, diventa più forte. E allora la domanda non è ‘se’ diventerà un fuoriclasse, ma solo ‘quando’.
Una lezione per chi sogna di arrivare in alto
Cosa insegna la storia di Lamine Yamal a ogni ragazzo che rincorre un pallone? Che il talento è un dono, ma il duro lavoro è una scelta. Che il successo non si ottiene aspettando, ma andando a prenderselo. Che non conta da dove parti, ma dove vuoi arrivare. E soprattutto, che il calcio – quello vero – è fatto di emozione, di passione, di amore per il gioco.
Ogni bambino che sogna di giocare nei grandi stadi dovrebbe guardare a Yamal e capire che niente è impossibile. Serve coraggio, serve impegno, serve la voglia di non mollare mai. Perché il calcio non è solo uno sport: è un’opportunità per cambiare la propria vita.
E Lamine Yamal ne è la prova vivente.