Calcio e astri nascenti
31 Marzo 2025
Endrick Felipe Moreira de Sousa
C'è una parola che ricorre spesso nella storia di chi ce l’ha fatta davvero: fame. Quella che ti fa svegliare presto, correre più veloce, restare in campo a tirare anche quando le luci si spengono. Endrick Felipe Moreira de Sousa è nato con questa fame. E con il pallone, già a quattro anni, aveva una confidenza che andava oltre la logica. Più che giocarlo, sembrava capirlo.
Siamo nel Distretto Federale brasiliano, a sud di Brasilia. In una zona che non compare nelle guide turistiche, ma che custodisce un’energia ruvida, autentica, piena di futuro. È lì che nasce Endrick, nel 2006. Un bambino come tanti, con una famiglia modesta, un padre sognatore e una madre che lo guardava rincorrere la palla con quella miscela perfetta di istinto e sorriso.
Il padre, Douglas Sousa, capisce presto che non è solo passione. Comincia a filmarlo, a caricare i video su YouTube. Gol in rovesciata, finte ubriacanti, dribbling da Playstation. I numeri crescono. Le visualizzazioni anche. I primi club iniziano a chiedere informazioni. Ma è il Palmeiras, nel 2017, a credere per davvero.
A undici anni, entra nel vivaio. Da lì in poi, è un vortice: 165 gol in 169 partite nelle giovanili. Uno che segna sempre, da qualsiasi posizione, con qualsiasi parte del piede (anche se è un mancino naturale, di quelli che fanno male). A sedici anni, il debutto tra i professionisti. E subito il record: giocatore più giovane a segnare nella storia del Palmeiras.
Un bambino dentro un corpo da atleta, con il carisma di un veterano. La stampa lo osserva, i tifosi lo adorano, i club europei si allineano come in una fila per un biglietto del futuro.
Nel dicembre 2022, il Real Madrid annuncia l'acquisto. Un’operazione alla Florentino Pérez: visione lunga, pazienza e convinzione. Il trasferimento sarà effettivo a luglio 2024, quando Endrick avrà finalmente compiuto 18 anni. Fino ad allora, resterà in Brasile. Ma nel frattempo viene già presentato, fotografato con la maglia blanca, accolto come uno di famiglia.
In Spagna, aspettano il nuovo Vinícius. O forse il nuovo Ronaldo. In realtà, aspettano Endrick. Uno che dice:
«Combatterò sempre. Sarò persistente e proverò fino all’ultimo minuto in cui sarò in partita. Non mi arrendo mai. Metto pressione ai difensori, corro più di chiunque altro».
Non è solo un talento. È un ragazzo con le idee chiare. A settembre del 2024, ha sposato la modella Gabriely Miranda, attirando le attenzioni di tutti: “Ma non è troppo presto?”. Forse sì. Ma quando sei abituato a prendere decisioni difficili fin da piccolo, il tempo non lo misuri come gli altri.
A novembre, a Madrid, riceve il battesimo cristiano nella Chiesa Battista di Lagoinha. Un gesto che racconta una dimensione più intima. Una spiritualità che lo accompagna in ogni passo. E poi c'è un aneddoto che pochi conoscono: dopo un gol decisivo contro l’Inghilterra, Endrick ha dichiarato di ammirare Bobby Charlton. Da allora, i compagni lo chiamano Bobby. Un brasiliano con l’anima british? Forse. Ma di sicuro con una testa diversa.
Tecnicamente, Endrick è un attaccante moderno. Non un centravanti classico, ma nemmeno un’ala pura. Un ibrido letale: rapido, potente, intuitivo. Bravo a farsi trovare nel posto giusto, ma anche a costruirsi il gol da solo. Non si tira mai indietro. Va in pressione, si sacrifica, detta il pressing. E quando parte in progressione, sembra che il pallone lo segua per amore.
Ha dichiarato di ispirarsi a Cristiano Ronaldo, e la cosa non sorprende. La mentalità, prima di tutto. Ma il suo gioco ha qualcosa anche di più selvaggio, più sudamericano. Quel pizzico di imprevedibilità che non si insegna, si eredita.
Endrick non è un prodotto da copertina. È un ragazzo vero, che ha saputo restare umile in mezzo all’hype. Perché lo sa: la fama è come il fuoco. Può scaldarti o bruciarti. E lui ha scelto di usarla per alimentare ancora di più quella fame che lo ha portato fin qui.
Nel cielo del calcio mondiale, è già una stella. Ma se lo guardi bene, negli occhi ha ancora quella scintilla di chi non ha ancora cominciato davvero.
Cosa può diventare Endrick? Nessuno lo sa. Ma se c’è un giovane pronto a reggere il peso di milioni di occhi addosso, è lui. Ha la personalità per farlo. Non cerca giocate per Instagram, non parla per slogan. Si allena. Si sacrifica. E, ogni tanto, sorride. Di quel sorriso timido che hanno solo i campioni veri. Quelli che sanno dove stanno andando, ma non hanno dimenticato da dove vengono.