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Calcio e tecnologie

Algoritmi per scoprire talenti, la morte del calcio

In Premier League l’esempio più eclatante è quello radicale intrapreso dal Brentford Football Club

Algoritmi per scoprire talenti, la morte del calcio

In un calcio che cambia, anche il modo di scoprire i talenti sta vivendo una trasformazione silenziosa, ma profonda. Sempre più club, soprattutto in Inghilterra e nel Nord Europa, stanno riducendo l'importanza del tradizionale scouting "a occhio nudo" per affidarsi a modelli predittivi e analisi algoritmiche. Una rivoluzione che solleva molte domande anche per il calcio italiano e i suoi vivai.

Il caso Brentford: dati al posto dei settori giovanili

Il Brentford Football Club, squadra inglese oggi stabilmente in Premier League, ha scelto già da tempo di puntare tutto sull'approccio data-driven. Una decisione radicale: chiusura del settore giovanile tradizionale e totale affidamento su un sistema analitico capace di elaborare migliaia di dati sulle performance dei calciatori, anche sconosciuti.

La filosofia è semplice: i numeri non mentono. Grazie a software dedicati, il Brentford individua profili ad alto potenziale, spesso sottovalutati, che possono essere acquistati a costi contenuti, valorizzati e poi rivenduti. Una logica che somiglia molto a quella del "Moneyball" applicato al baseball.

Chiusura del settore giovanile e svolta radicale

Il Brentford Football Club nel 2016 ha chiuso la propria Academy giovanile, giudicando insostenibile la competizione con i grandi club londinesi che spesso sottraevano i migliori talenti a costi irrisori. Al suo posto, Brentford ha istituito una “B team” per sviluppare giovani calciatori provenienti da altre accademie o scartati da club maggiori, puntando su un modello più flessibile e sostenibile.

Approccio data-driven e sistema analitico

Brentford è così diventato un caso di studio internazionale per l’uso avanzato dell’analisi dati nel calcio. Sotto la guida del proprietario Matthew Benham, il club utilizza modelli statistici sofisticati e software dedicati per valutare migliaia di calciatori, anche in campionati minori o poco osservati. Questi strumenti consentono di identificare profili ad alto potenziale, spesso sottovalutati dal mercato, che vengono acquistati a costi contenuti, valorizzati e successivamente rivenduti con profitto.

Filosofia “Moneyball” applicata al calcio

La strategia di Brentford richiama esplicitamente il modello “Moneyball” reso celebre nel baseball: puntare su dati oggettivi per scovare valore dove altri non lo vedono. Il club investe su giocatori con caratteristiche statistiche compatibili con la propria filosofia di gioco, spesso provenienti da mercati meno inflazionati, e li fa crescere per poi venderli a cifre superiori. Esempi di successo sono Neal Maupay e Ollie Watkins, acquistati a basso costo e venduti a prezzi elevati dopo essersi affermati.

Risultati e impatto

  • Profitti da trasferimenti: Dal 2016, Brentford ha ricavato oltre 190 milioni di sterline dalla vendita di giocatori, reinvestendo parte dei profitti nello stadio e nella crescita del club.
  • Sostenibilità: Il modello ha permesso a Brentford di raggiungere e mantenere la Premier League, pur avendo risorse economiche inferiori rispetto ai rivali.
  • Innovazione: L’approccio ha influenzato altri club, dimostrando che l’uso intelligente dei dati può colmare il gap con le squadre più ricche.

Moneyball e scouting 2.0: cosa guardano gli algoritmi

I parametri presi in considerazione sono spesso invisibili agli occhi di un osservatore non specializzato: chilometri percorsi, accelerazioni, passaggi chiave, zone di pressione, età biologica, recuperi, ma anche indici comportamentali e attitudinali. Alcuni sistemi arrivano a valutare la "resilienza" mentale di un calciatore, stimando quanto possa reggere le pressioni dell'ambiente professionistico.

Questo tipo di scouting, però, porta con sé anche un cambio di prospettiva: l'attenzione si sposta dal "formare in casa" al "comprare meglio". Una scelta che ha funzionato per alcune realtà, ma che difficilmente può essere replicata ovunque senza effetti collaterali.

E in Italia? Tra resistenze e prime aperture

Nel nostro paese il legame con i settori giovanili resta forte. Le accademie di club professionistici e dilettantistici rappresentano ancora oggi il cuore del sistema, anche se non mancano i segnali di un cambiamento in atto. Alcune società di Serie A, come Roma e Milan, stanno integrando strumenti di intelligenza artificiale e piattaforme come Zeno.ai o WyScout per potenziare il lavoro degli osservatori.

Anche tra i dilettanti, soprattutto a livello nazionale, cresce la curiosità per strumenti che promettono di "vedere più lontano". Ma è un percorso che sta procedendo a piccoli passi, tra entusiasmo, diffidenza e senso pratico.

( WyScout è una piattaforma molto diffusa sia tra club professionistici che dilettantistici, utilizzata per l’analisi video, la raccolta dati e la valutazione di giocatori in tutto il mondo.

Zeno.ai rappresenta una delle nuove frontiere dell’analisi dati applicata al calcio, offrendo sistemi predittivi e analisi avanzate per supportare le decisioni tecniche.)

Il rischio di perdere l'identità formativa

Il modello Brentford ha dimostrato di funzionare in un certo contesto, ma applicarlo in modo acritico può diventare rischioso. Il rischio più grande è quello di smantellare la funzione educativa e territoriale dei vivai: spazi dove si cresce non solo come calciatori, ma anche come persone.

L'intelligenza artificiale può essere un supporto importante, ma non potrà mai sostituire del tutto l'intuizione, la relazione umana, il percorso fatto di allenamenti, errori, dialoghi e sacrifici. Un ragazzo non è solo una serie di numeri. E spesso, il talento vero, è quello che non si può misurare.

Un futuro da costruire insieme

Più che una scelta netta, quella tra scouting tradizionale e algoritmico sembra oggi una sfida di equilibrio. Il futuro, forse, non sarà fatto solo di dati o solo di occhi esperti, ma della capacità di usare entrambi in modo intelligente.

Una sfida che anche il calcio italiano dovrà affrontare, cercando di non perdere le sue radici, ma nemmeno l'occasione di migliorarsi.

Crediamo che utilizzare solo l'algoritmo significhi, in fondo, decretare la morte del calcio. L'occhio umano di un esperto che abbia masticato pallone dai campetti di periferia ai campi internazionali, può cogliere con uno sguardo ciò che un dato non racconta: la scintilla, l'atteggiamento, la fame. E in uno sport che vive di emozione, passione e intuizione, cancellare questo sguardo sarebbe come togliere l'anima al gioco.

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