Storie di calcio
14 Agosto 2025
Lucas Moura
Jardim Miriam, la corsa
C’è un’immagine che Lucas Moura non ha mai dimenticato. Una sera, nel quartiere di Jardim Miriam, periferia sud di São Paulo, vide un uomo arrivare e puntare una pistola alla testa dell’autista di un furgone. «Per fortuna non sparò, ma rubò tutto» racconterà anni dopo. Lucas scappò via di corsa, con un pensiero fisso: scegliere un’altra strada. Quella corsa, in fondo, non si è più fermata.
Cotia, il vivaio
Da bambino fa su e giù tra scuole calcio e campetti: un passaggio alla Juventus-SP, poi Corinthians, quindi São Paulo, che diventerà casa, identità, promessa. A Cotia, il vivaio del Tricolor, il talento prende forma: esterno rapido, equilibrio basso, dribbling in spazi stretti, la giocata verticale come riflesso naturale. È qui che smette di essere soltanto “Lucas” del quartiere e diventa un professionista in costruzione.
Parigi, il salto
Nel 2012 la bussola impazzisce: Paris Saint-Germain chiude per lui a una cifra che fa rumore, annunciata in estate e concretizzata a gennaio 2013. Un salto nel cuore di una squadra che stava imparando a ragionare in grande. Per Lucas significa cambiare continente, lingua, abitudini, ritmi. Pressione alta, aspettative altissime. Ma anche trofei, continuità, la sensazione di essere parte di un progetto che corre.
Londra, la notte
Poi Tottenham Hotspur. E la notte che lo definisce per sempre. 8 maggio 2019, Amsterdam: l’Ajax sembra avere in pugno la finale di Champions, ma nel secondo tempo Lucas si accende. Prima uno, poi due… e al 96’ il terzo, infilato con freddezza. Tre reti che ribaltano un destino già scritto e trascinano gli Spurs a Madrid. Un lampo che diventa icona: non solo una partita vinta, ma la prova che quel bambino scappato da una rapina aveva imparato a correre anche dentro il caos.
Ritorno al Tricolor
Il cerchio si chiude undici anni dopo l’addio: estate 2023, Lucas torna al São Paulo. Morumbi lo accoglie come un figlio, lui ripaga con impatto e leadership. Arriva la Copa do Brasil 2023, primo titolo della storia del club in quella competizione; poi la Supercopa do Brasil 2024, sollevata dopo i rigori col Palmeiras. Trofei che pesano più della medaglia: sono un legame riallacciato, una promessa mantenuta con la sua gente.
La regola di Lucas
Dietro la trama dei club, c’è un filo che non si spezza: la mentalità di chi conosce la paura e la trasforma in benzina. Jardim Miriam non è solo il luogo in cui è nato: è il punto di partenza di ogni accelerazione. Ogni volta che attacca lo spazio, si rivede quel ragazzino che corre per allontanarsi da una pistola e avvicinarsi a un pallone. È un calcio fatto di strappi, di decisioni prese in decimi di secondo, di un piede destro che sa essere immediato senza perdere lucidità.
Nel suo viaggio, Lucas ha incontrato tutto: lo stupore delle prime notti parigine, l’ossessione del dettaglio inglese, la cattedrale piena del Morumbi che rimbomba sul petto. Ha avuto momenti di luce abbagliante e fasi complicate, infortuni e ripartenze. Ma il suo tratto distintivo è rimasto lo stesso: quando la partita vibra, lui non si nasconde. È lì che affonda, cambia passo, prova a spostare l’inerzia.