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Come i procuratori determinano il valore dei trasferimenti: meccanismi e commissioni

Dietro il sipario del calciomercato: cosa muove davvero il valore delle trattative?

Come i procuratori determinano il valore dei trasferimenti: meccanismi e commissioni

Immaginate una stanza buia. Da fuori il pubblico vede solo le luci dello stadio, il frastuono dei tifosi, il boom degli addii e degli arrivi. Ma dietro quella porta, nell'ombra, si muovono numeri che superano qualsiasi immaginazione e uomini che trattano cifre da capogiro, modellando il destino dei giocatori e delle squadre. Parliamo dei procuratori, attori dai poteri invisibili che, con le loro strategie economiche e contrattuali, possono gonfiare il valore di un trasferimento ben oltre il prezzo del cartellino.

Un mercato dominato dalle leve economiche e negoziali

Il valore di un trasferimento non è semplicemente il frutto di abilità tecniche o della domanda sportiva. Molto spesso, sono le commissioni e le strategie di negoziazione guidate dai procuratori a fare la differenza. Nel 2022, ad esempio, la FIFA ha stimato che i club professionistici di tutto il mondo hanno versato 586 milioni di euro solo in commissioni ai procuratori per trasferimenti internazionali, con un aumento del 24,3% rispetto all’anno precedente e un record post-pandemia che sfiora i 686 milioni nel 2019. Nel mercato italiano, secondo i dati FIGC più recenti del 2021, le spese per tali commissioni hanno superato i 174 milioni di euro, segnando un +26% rispetto all’anno prima. Numeri che dimostrano quanto i procuratori siano centrali nell’alzare il valore finale di una trattativa, spesso in modo esponenziale rispetto al solo costo del calciatore e al suo stipendio.

Le commissioni: il cuore pulsante del sistema

Spesso si pensa che i procuratori vengano pagati dal solo giocatore, ma la verità è più articolata. Le commissioni possono essere corrisposte sia dalle società acquirenti che da quelle venditrici, o da entrambe, a seconda degli accordi. In certi casi, i club rilasciano ai procuratori incarichi in esclusiva per mediare trasferimenti a un prezzo stabilito. Se la trattativa si conclude, alla società spetta pagare la provvigione. Quando si tratta di operazioni importanti, le commissioni possono raggiungere cifre milionarie, aggiungendosi al costo del cartellino e allo stipendio del calciatore.

Da questa dinamica deriva anche una complessità ulteriore: se ci sono più procuratori coinvolti (ad esempio uno per il giocatore e un altro per la mediazione), i club devono corrispondere commissioni multiple. Questo meccanismo sta alimentando un mercato sempre più costoso e complesso, in cui la capacità negoziale dei procuratori è diventata una leva potente per far salire il valore delle operazioni.

La riforma FIFA che tenta di frenare e regolamentare

Il 2015 ha segnato una svolta con la liberalizzazione totale delle commissioni a seguito dell'abolizione dell'esame obbligatorio per procuratori da parte della FIFA. Questo ha accresciuto il potere degli agenti sul mercato. Tuttavia, dal gennaio 2022 è stata avviata una riforma che entrerà in vigore a ottobre 2023 con l’obiettivo di fissare limiti alle commissioni e alle percentuali di compenso per evitare speculazioni spropositate. Nel dettaglio, le nuove regole prevedono:

  1. Una commissione massima del 5% sullo stipendio per procuratori che rappresentano il giocatore o la società acquirente, se lo stipendio è inferiore a 183.000 euro annui;
  2. Una commissione ridotta al 3% per stipendi sopra questa soglia;
  3. Per i procuratori della società venditrice, una commissione massima del 10% sull’importo totale del trasferimento;
  4. L’obbligo che non possa esserci un unico intermediario a rappresentare tutte le parti, per evitare conflitti di interesse.

Queste regole dovrebbero smorzare gli eccessi ma sono al centro di ricorsi legali da parte degli agenti, che contestano i vincoli imposti. Nel calcio italiano, si attende l’adeguamento della FIGC entro settembre 2025 a questa nuova normativa, che dovrebbe trasformare il modo in cui le commissioni vengono calcolate e pagate.

Gli agenti come protagonisti economici: il caso dei top procuratori

La nuova angolazione che emerge è proprio come il ruolo degli agenti si sia fatto centrale e determinante nelle classifiche di trasferimenti. Nel 2025, ad esempio, il Procuratore che si è imposto nella classifica generale è stato Jorge Mendes, che grazie a trattative milionarie continua a influenzare il mercato con commissioni altissime. Lo stretto controllo delle dinamiche di trasferimento, il rapporto diretto con club e giocatori, e la capacità di influenzare i prezzi al rialzo, fanno degli agenti veri e propri attori finanziari di primo piano.

Le voci riportano che solo nei trasferimenti italiani del 2024, i compensi dei procuratori abbiano superato abbondantemente i 200 milioni di euro, mentre i grandi affari internazionali sfiorano o superano il miliardo solo in commissioni. Questi numeri sono destinati a crescere se non si interviene efficacemente sul sistema di regole, che oggi lascia ampio spazio a trattative private opache e spesso opache.

La trasparenza e la criticità del sistema attuale

Un elemento critico dell’economia del calciomercato riguarda proprio la mancanza di trasparenza nelle operazioni. Molti contratti e accordi rimangono riservati, e benché FIGC e FIFA spingano per una maggiore chiarezza, la complessità delle operazioni, la presenza di accordi collaterali e il ruolo degli agenti rende difficile stilare una fotografia completa. Ma l’evidenza è che le leva economiche e negoziali messe in campo dagli agenti determinano spesso prezzi artificialmente alti sul mercato.

Questo sistema genera discussioni e polemiche sia in ambito sportivo sia economico: sei mai più mirato al benessere dei club e dei calciatori o piuttosto agli interessi degli agenti stessi? Tuttavia, storie di procuratori in grado di valorizzare talenti e guidare carriere sono parte integrante del calcio moderno, creando una delle dinamiche più affascinanti e complesse nello sport professionistico.

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