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Da Via Caetani ai palcoscenici sportivi: la carriera e gli scatti meno noti di Furio Focolari

Un viaggio tra cronache storiche e passioni meno raccontate di una voce che ha segnato un’epoca

Da Via Caetani ai palcoscenici sportivi: la carriera e gli scatti meno noti di Furio Focolari

La Renault 4 in cui fu ritrovato Aldo Moro in via Caetani a Roma

In una calda giornata di maggio del 1978, mentre l’Italia si stringeva in un momento di sconvolgente tragedia, un giovane giornalista romano si fece strada tra le ombre di Via Caetani, l’unico a giungere sul luogo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Questo episodio, spesso dimenticato nella narrazione della sua carriera, contiene in sé l’essenza di un uomo abituato a raccontare la realtà con passione e rigore: Furio Focolari.

Dall’ombra di Via Caetani ai microfoni della Rai

Nato a Roma nel 1947, figlio di Lorenzo Focolari, storico direttore del quotidiano Umanità, Furio ha ereditato la passione per l’informazione e la narrazione, ma con un destino tutto suo, legato allo sport. Entrato in Rai nel 1976 attraverso la redazione del Gr3, la sua vocazione per lo sport si palesò subito durante i Mondiali di calcio di Spagna 1982, quando seguì da inviato l’evento, accompagnando la compagine italiana e addirittura il presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini.

Quello stesso anno, in un clima tragico e teso, Focolari fu testimone diretto di uno degli eventi più drammatici della storia italiana post-bellica, entrando nella memoria collettiva come l’unico giornalista sul luogo della scoperta del cadavere di Moro in Via Caetani, un’esperienza che spiega la sua capacità di passare con disinvoltura da un momento storico a uno sportivo senza perdere mai l’intensità narrativa.

La voce che fece sognare l’Italia con lo sci

Il momento di svolta nella carriera di Furio arrivò con lo sci, disciplina che avrebbe segnato la sua fama nazionale e internazionale. Dal 1985, con i Mondiali di Bormio, iniziò il suo lungo percorso di radiocronista specializzato, diventando la voce ufficiale di uno sport glaciale ma appassionante. Seguì da vicino le olimpiadi di Los Angeles 1984 e quelle di Calgary 1988, dove ampliò la sua expertise passando anche alle gare di sci nordico e bob.

La sua voce si fuse indissolubilmente con quella di Alberto Tomba: la carriera del campione e quella del giornalista si accompagnarono per anni, e nel 1991 Furio divenne il telecronista delle gare maschili di sci alpino al posto di Alfredo Pigna, evocando emozioni con ogni discesa e ogni salto. La sua capacità di trasmettere non solo i dati tecnici ma le emozioni degli atleti fece di lui una figura amata dagli appassionati, capace di rendere ogni gara un racconto epico.

Un’esperienza radiofonica meno nota ma altrettanto significativa

Parallelamente al lavoro televisivo, Furio Focolari costruì una profonda esperienza in radio, diventando una colonna portante di Radio Radio, storica emittente romana dove non solo raccontava eventi sportivi, ma ne fu anche direttore per tempo. La radio fu per lui uno spazio di libertà e sperimentazione, un luogo dove seguire ogni evento — dal Mondiale di calcio all’Olimpiade — con una voce che diventava familiare per milioni di ascoltatori.

Durante questi anni, Furio mantenne anche un legame forte con la città natale, essendo un grande tifoso della Lazio, squadra per la quale aveva anche tentato una carriera come calciatore nelle giovanili. Questo background personale gli permise di raccontare lo sport anche da dentro, con un’intensità che trascendeva la semplice cronaca.

Focolari e la Puma: un ruolo da protagonista dietro le quinte

Meno noto agli appassionati ma cruciale per la sua carriera fu il ruolo di Furio come referente per la Puma, sponsor tecnico della Lazio dal 1998/99 al 2011/12. Questo incarico lo portò a coniugare le sue competenze giornalistiche con la gestione di rapporti strategici nel mondo sportivo, aggiungendo un tassello importante alla sua esperienza professionale, che oltrepassava il microfono per avvicinarsi ai meccanismi organizzativi dello sport.

Gli ultimi anni e l’immenso lascito di una voce unica

Furio Focolari ha dovuto combattere a lungo contro la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che l’ha lentamente allontanato dai microfoni ma mai dai cuori degli appassionati. La sua scomparsa nel settembre 2025, all’età di 78 anni, ha suscitato il cordoglio di tutta la comunità sportiva e giornalistica. Oltre ai ricordi delle sue indimenticabili cronache, rimane il ricordo di un uomo che ha saputo raccontare lo sport e la vita con umanità e precisione, portando dietro ogni notizia quella sfumatura di emozione e verità che solo chi ha vissuto intensamente ogni attimo può trasmettere.

Oggi, da Via Caetani ai palcoscenici più grandi dello sport, la carriera di Furio Focolari si legge come un romanzo appassionante di autenticità, impegno e amore per il racconto, destinato a rimanere impresso nella memoria degli italiani.

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