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Bernardeschi, dalla polemica sulla gonna al retroscena inedito: "Il certificato medico che ha sbloccato tutto"

Tra controversie social e verità di spogliatoio: un viaggio sincero nel calcio e nella vita di Federico Bernardeschi

Bernardeschi, dalla polemica sulla gonna al retroscena inedito: "Il certificato medico che ha sbloccato tutto"

Bernardeschi

Non è certo il classico passaggio nel mondo del calcio a tingere di curiosità la carriera di Federico Bernardeschi. Dalla polemica per una gonna indossata ad una battuta secca e diretta sulle critiche, al ricordo di un espediente, diventato ormai leggenda, per gestire un delicato trasferimento estivo dalla Fiorentina alla Juventus: quel certificato medico che fece discutere e aprì una modalità poi seguita da altri giocatori. Ma c’è molto di più, tra emozioni genuine e l’orgoglio di essere di nuovo protagonista con il Bologna.

L’arrivo a Bologna e un gruppo “straordinario”

Bernardeschi racconta con passione il suo ritorno in Serie A la scorsa estate, accolto da un ambiente che definisce “straordinario”. Roma, città che il calciatore ama profondamente, è stata solo una tappa verso quella che chiama “una squadra con valori importanti”. Il gruppo anziano, la solidità, una società seria alle spalle: fattori che si traducono in risultati concreti sul campo. Il feeling con la città e i tifosi è immediato, così come l’emozione di incontri inaspettati, come quello con il cantante Gianni Morandi, di cui apprezza la carriera e la vicinanza alla squadra.

Le polemiche per la gonna? "Ma che cazz... gliene frega alla gente"

Con la proverbiale schiettezza, Bernardeschi ha liquidato le polemiche nate attorno alla sua scelta di indossare una gonna, un episodio che aveva acceso un acceso dibattito mediatico: «Ma che caz... gliene frega alla gente», ha detto senza filtri, sottolineando come spesso l’attenzione finisca su dettagli marginali anziché sul valore sportivo e umano delle persone.

Il certificato medico: un retroscena e una moda lanciata

Tra le storie più interessanti quella che riguarda il 2017, l’estate in cui sfumò il suo trasferimento immediato dalla Fiorentina alla Juventus. Bernardeschi spiegò senza mezzi termini come sia stato il primo a “lanciare la moda del certificato medico” per non presentarsi al ritiro con i viola, in attesa che la trattativa si sbloccasse. «La società faceva delle storie, ma era bene o male fatta - racconta - a un certo punto volevano che andassi in ritiro per tre giorni, ma sapevo che mi avrebbero “ucciso” se ci fossi andato». Perciò prese quella decisione, un compromesso: un certificato medico sintetico, uno stratagemma che poi ha avuto seguito anche in altri casi nel calcio moderno. «Alla fine si sblocca tutto, perché l’interesse è comune: se uno dei due non è d’accordo, non si fa».

Ricordi e riflessioni sulla Juventus e Ronaldo

Nel racconto degli anni bianconeri c’è spazio anche per parole di stima verso Cristiano Ronaldo. Bernardeschi lo definisce un uomo straordinario, un professionista incredibilmente umile e un leader nello spogliatoio, oltre che un atleta di livello superiore: «Devi essere consapevole che lui è un’azienda più che un compagno e non paragonare mai quello che fai tu a quello che fa lui. Quando lo capisci, non hai problemi».

Federico Bernardeschi appare così nelle sue parole: un calciatore che ha attraversato momenti difficili e mediatici, ma che continua a cercare crescita e stabilità in un ambiente serio come quello del Bologna, senza rinunciare alla propria autenticità e alla schiettezza che lo contraddistingue.

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