Mondiali 2026
18 Novembre 2025
La prima immagine è una cartolina che non abbiamo mai visto: l’ombra dell’Estadio Azteca che si allunga su Città del Messico in una sera di giovedì 11 giugno 2026, mentre milioni di persone, da Toronto a Seattle, da Miami a Monterrey, ascoltano lo stesso inno e la stessa vibrazione. Pochi istanti dopo, il primo tocco del pallone consegnerà alla storia un Mondiale nuovo: più lungo, più vasto, più complesso. Un gigante da 104 partite in 39 giorni, tre Paesi coinvolti e un atto finale che, il 19 luglio 2026, accenderà il cielo sopra il MetLife Stadium nel New Jersey. Non è solo un Mondiale “più grande”: è un torneo ridisegnato nelle sue regole, nei suoi ritmi e perfino nella sua geografia.
La grande novità è il salto a 48 nazionali. Niente più 32, niente più ottavi “a cui si arriva dai gironi a 8 gruppi”: nel 2026 i gironi saranno 12, sempre da 4 squadre. Avanzano ai sedicesimi (che in realtà diventano un “nuovo” turno, il Round of 32) le prime due di ogni gruppo e le otto migliori terze. Da lì, un tabellone lineare fino alla finale. Risultato: il torneo passa da 64 a 104 partite, e chi arriverà fino in fondo giocherà 8 gare anziché 7. L’obiettivo dichiarato di FIFA è duplice: ridurre il rischio di “calcoli” tra squadre all’ultima giornata e garantire equità nei tempi di recupero.
Non è un dettaglio: cambiano i carichi di lavoro, la gestione delle rose, la distribuzione dei minuti tra titolari e alternative. E cambia la fruizione per tifosi e broadcaster: 39 giorni complessivi (contro i 29 di Qatar 2022) con calendari pensati per “accorciare” gli spostamenti, raggruppando il più possibile le partite per aree geografiche.
Un dato strategico: dagli ottavi in avanti le città saranno distribuite, ma dai quarti di finale in poi si giocherà esclusivamente negli Stati Uniti. È una scelta logistica e di capienza, coerente con l’impiantistica americana.
FIFA ha scelto 16 città: 11 negli USA, 3 in Messico, 2 in Canada. Un mosaico che unisce stadi iconici e arene hi‑tech, con adeguamenti puntuali (dal campo in erba naturale nei templi NFL alle infrastrutture per la mobilità).
Un chiarimento utile: dopo l’aggiornamento del format a 104 partite, la ripartizione complessiva è stimata in 78 gare negli USA, 13 in Messico e 13 in Canada, con i quarti e oltre negli Stati Uniti. È una stima coerente con gli annunci FIFA e con le scelte di calendario.
Il nuovo Mondiale allarga anche la mappa delle qualificazioni. La ripartizione dei posti diretti, stabilita dal Bureau del Consiglio FIFA, è la seguente: UEFA 16, CAF 9, CONMEBOL 6, CONCACAF 6, AFC 8, OFC 1. I posti rimanenti (2) verranno assegnati tramite un play‑off intercontinentale con 6 squadre: una per ciascuna confederazione (tranne UEFA) più una seconda rappresentante della confederazione dei Paesi ospitanti (CONCACAF). Il mini‑torneo, previsto nel Paese ospitante, mette due teste di serie direttamente “a una partita dal Mondiale” contro le vincenti dei primi due spareggi.
Nota sui Paesi ospitanti: USA, Messico e Canada sono qualificati d’ufficio; la loro presenza rientra nella quota CONCACAF (cioè non si aggiunge “oltre il tetto” della confederazione).
Al momento della pubblicazione, la lista delle 48 qualificate è in via di definizione e verrà completata dopo il Final Draw del 5 dicembre 2025 a Washington, D.C., e gli eventuali spareggi intercontinentali. Per l’elenco aggiornato conviene verificare i canali ufficiali FIFA e le pagine dedicate alle qualificazioni di ciascuna confederazione.
Il Final Draw è programmato per il 5 dicembre 2025 al Kennedy Center di Washington, con una cerimonia di alto profilo e con iniziative parallele nelle 16 Host Cities (lotterie per biglietti, fan engagement). Dal sorteggio scaturiranno i 12 gironi da 4 e, a cascata, il diagramma dei possibili incroci fino alla finale. Solo dopo il sorteggio FIFA comunicherà anche orari e assegnazioni definitive partita‑per‑partita.
Con tre Paesi e 4 fusi orari principali in ballo, la logistica è un tema chiave. FIFA ha disegnato un calendario “a cluster” per limitare gli spostamenti nella fase a gironi: chi gioca nel Pacific Northwest (es. Vancouver‑Seattle) o in California (LA‑Bay Area) avrà in teoria trasferte ridotte; stessa logica sull’asse Nord‑Est (Boston‑New York/New Jersey‑Philadelphia) e Sud‑Est (Atlanta‑Miami). In parallelo, l’organizzazione promette un’attenzione particolare ai giorni di recupero per bilanciare performance e spettacolo.
Dal punto di vista operativo, diverse arene NFL adotteranno campo in erba naturale per garantire standard omogenei; il caso più discusso è quello del Texas, dove AT&T Stadium (coperto e climatizzato) ospiterà più gare di qualsiasi altra sede, con un massiccio lavoro di conversione del terreno di gioco e un piano operativo per gestire flussi e caldo estivo.
La macchina degli eventi collaterali è già in moto: FIFA Fan Festival™, countdown pubblici nelle città ospiti, programmi di ospitalità e iniziative tecnologiche per connettività e servizi ai tifosi internazionali. Tra le partnership commerciali, spicca l’accordo con Verizon per reti e servizi mobile dedicati ai visitatori in Nord America. Le stime parlano di milioni di turisti in transito sulle 16 città, con un impatto economico significativo e una pianificazione di sicurezza e trasporti senza precedenti.
Un nodo cruciale è la gestione dei Media: il centro di produzione televisiva internazionale (International Broadcast Center) sarà a Dallas, al Kay Bailey Hutchison Convention Center, come già nel 1994. Una scelta che consolida il ruolo del Texas come hub operativo del torneo.
Un’altra variabile spesso trascurata: la data di rilascio dei calciatori dai club. La finestra concordata prevede il rilascio generale dal 25 maggio 2026 (con deroga fino al 30 maggio per chi disputa finali di coppe continentali come la Champions League). È un margine fondamentale per il lavoro dei CT, che si troveranno a gestire preparazioni brevi, rotazioni e recuperi in un torneo più lungo e con una gara in più per chi punta al titolo.
Alla data di oggi, la composizione delle 48 partecipanti è in via di definizione: i tre Paesi ospitanti (USA, Messico, Canada) sono dentro, il resto del quadro dipende dai percorsi di qualificazione continentali e dal play‑off intercontinentale a 6 squadre che assegnerà gli ultimi 2 posti. Per avere un quadro fedele, consigliamo di monitorare la pagina ufficiale FIFA dedicata alle qualificazioni e i canali delle sei confederazioni. Il sorteggio del 5 dicembre 2025 a Washington darà finalmente forma ai 12 gironi.

Il Mondiale 2026 è il più grande stress‑test della storia della competizione: più squadre, più partite, più città. Ma anche un laboratorio per un calcio che deve misurarsi con distanze, sostenibilità, recupero dei giocatori e esperienza dei tifosi. Il debutto all’Azteca il 11 giugno 2026 sarà una porta sul passato e sul futuro insieme; la finale al MetLife del 19 luglio l’istantanea di un torneo che ambisce a riscrivere la grammatica della Coppa del Mondo. Nel mezzo, 104 storie da raccontare. E la sensazione netta che, nel 2026, il Mondiale non farà semplicemente tappa in Nord America: lo attraverserà, lo collegherà, lo trasformerà.