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Fuochi in curva, porte chiuse: il conto salato per club e tifosi

Dall’Ajax ai daspo, dalle multe record alle curve vuote: cosa succede davvero quando dieci secondi di luce in più fanno saltare una stagione intera

Fuochi in curva, porte chiuse: il conto salato per club e tifosi

Johan Cruyff Arena, la curva sommersa dal fumo dei fumogeni

La scintilla non è un gol, ma un lampo che corre lungo la prima curva: il cielo dello Johan Cruyff Arena si riempie di scie e boati, la nebbia di fumo avanza, l’odore acre si ferma in gola. In campo, i giocatori si guardano spaesati; in tribuna, qualcuno applaude, altri scattano indietro. Dopo appena cinque-sei minuti l’arbitro Bas Nijhuis ferma tutto. Passano 45 minuti, si prova a ricominciare. Altri fuochi. Fine. Gara interrotta e poi formalmente abbandonata: è il destino di Ajax–Groningen del 30 novembre 2025, serata in cui il calcio europeo ha ripreso a interrogarsi sulle proprie regole e sulle conseguenze, dentro e fuori gli stadi. Nella stessa giornata, lontano da Amsterdam, il Real Madrid strappa un 1-1 a Girona con un rigore di Kylian Mbappé e sale al secondo posto della Liga: due immagini opposte della stessa domenica, una di caos e l’altra di normalità agonistica. Ma è la prima a lasciare strascichi, perché accende il faro su un tema spinoso: chi paga — e quanto — quando la passione sconfina nel rischio?

Ajax–Groningen: la sequenza dei fatti che fa giurisprudenza (di nuovo)

La versione ufficiale, ripresa da più fonti, è netta: pirotecnici e fumogeni sulla curva dietro la porta, primo stop dopo 5’; tentativo di ripresa e nuova accensione; decisione finale di Nijhuis: sicurezza non garantita, gara sospesa per la serata e poi abbandonata. Il club di casa ha parlato di comportamento “assolutamente scandaloso”, promettendo di individuare i responsabili con le immagini a circuito chiuso. Secondo ricostruzioni coincidenti, la coreografia sarebbe stata un tributo a un tifoso recentemente scomparso. Le autorità cittadine e la KNVB hanno quindi avviato l’iter per decidere modalità e tempi di recupero, verosimilmente a porte chiuse. Non è la prima volta: nel settembre 2023, la “KlassiekerAjax–Feyenoord venne prima interrotta e poi definitivamente fermata per lanci di fumogeni; la KNVB punì con una gara senza accesso alla storica “F-Side” e con ammende, e dispose il recupero di parte del match in un Arena deserta. Precedente che oggi torna attuale.

La domenica che fa notizia anche altrove

Quasi in contrappunto, quella stessa giornata vede il Real Madrid impattare a Girona: Mbappé sigla dal dischetto, 1-1, blancos al secondo posto a 33 punti (uno in meno del primo posto). È il richiamo alla normalità del gioco, mentre i riflettori giudiziari si spostano su Amsterdam: l’accaduto chiama in causa regolamenti nazionali e internazionali su responsabilità oggettiva, sicurezza e sanzioni.

Che cosa rischiano i club: responsabilità, multe, chiusure e diffide

La cornice UEFA: la “responsabilità oggettiva” e l’effetto domino

Nelle competizioni europee vigono regole severe. L’Articolo 16 del Regolamento Disciplinare UEFA sancisce la responsabilità dei club per comportamenti dei tifosi: accensione di fuochi d’artificio, lancio di oggetti, invasioni di campo, atti di danneggiamento e messaggi provocatori possono tradursi in multe, chiusure parziali o totali, divieti di vendita biglietti ai tifosi ospiti e squalifiche dei settori. Le decisioni recenti sono un repertorio concreto: €50.000 di multa e chiusura della “Tribune Auteuil” al Paris Saint‑Germain; sanzioni a Benfica, Bayern, Marsiglia, Fenerbahçe, Slovan Bratislava, fino alla richiesta di risarcire i danni per sedili rotti o infrastrutture danneggiate. La logica della probatio sotto condizionale è chiara: spesso le pene scattano “con sospensione” per due anni e si attivano alla prima recidiva.

Questa architettura non riguarda solo lo scenario europeo: crea uno standard che influenza anche le leghe nazionali, in un clima di minore tolleranza verso la pirotecnica non autorizzata. È utile ricordare che, oltre alle ammende, le decisioni UEFA includono anche ordini di contattare il club danneggiato per risarcire entro 30 giorni: la responsabilità non è solo sportiva, ma anche patrimoniale.

I campionati nazionali: Olanda, Italia, Francia, Spagna

  1. Olanda. La KNVB applica procedure di sospensione e abbandono che ricalcano una progressione: stop al gioco, rientro degli atleti, decisione finale in base alla sicurezza e al parere della “triade” locale (sindaco, polizia, procura). Dopo la Klassieker del 24 settembre 2023, la punizione per l’Ajax fu una gara con la F‑Side chiusa e ammenda; il resto della partita venne recuperato a porte chiuse. Episodi come Ajax–Groningen 2025 si inseriscono in questo solco, con l’ipotesi — concreta — di disputa senza pubblico e ulteriori misure correttive.
  2. Italia. Il Codice di Giustizia Sportiva FIGC prevede sanzioni graduabili per le condotte dei sostenitori: ammende, diffide, chiusure di settore o squalifica del campo in caso di recidiva o fatti gravi, con correttivi se il club dimostra di aver adottato modelli organizzativi efficaci, di aver cooperato con le autorità e di aver identificato i responsabili. Le decisioni recenti del Giudice Sportivo mostrano ammende a doppia cifra di migliaia di euro per petardi e fumogeni; in caso di reiterazione, scatta la chiusura del settore o del campo per almeno due gare.
  3. Francia. La LFP ha intensificato l’uso del huis‑clos (porte chiuse) totale o parziale come misura cautelare e poi definitiva, con chiusure di tribune identificate e sanzioni per l’uso di engins pyrotechniques e lanci verso arbitri. L’“OlympicoMarsiglia–Lione del 29 ottobre 2023 fu rinviato dopo l’aggressione al pullman del Lione con il ferimento dell’allora tecnico Fabio Grosso: nel recupero del 6 dicembre 2023 si giocò in clima controllato e senza trasferta ospiti; sul piano disciplinare, la Commissione valuta caso per caso, ma il ventaglio di sanzioni include chiusure conservative e successive punizioni mirate ai settori più caldi.
  4. Spagna. Oltre al Codice Disciplinare RFEF, agisce la Ley 19/2007 contro violenza, razzismo, xenofobia e intolleranza nello sport: la Commissione Antiviolencia propone multe ai club per carenze di sicurezza (anche €350.000 e fino a tre mesi di chiusura dell’impianto) e sanzioni ai singoli (da €1.500 a €80.000), con banning orders fino a cinque anni per recidivi o comportamenti gravissimi, incluso l’uso di bengale e lanci contro le forze dell’ordine.

Che cosa rischiano i tifosi: daspo, multe, penali e fedina sportiva

In Olanda, chi introduce o accende fuochi d’artificio rischia un stadionverbod nazionale (divieto di accesso) di durata commisurata alla gravità e all’eventuale recidiva, con sanzioni pecuniarie accessorie fino a €450 e pene più pesanti per la violazione del divieto: fino a sei mesi di carcere e €900–€2.000 di multa in caso di ingresso nonostante il bando. La KNVB specifica che i divieti possono essere emessi anche per soggetti senza rapporto contrattuale (potere di procura conferito dai club), coprendo lo stadio e le aree limitrofe prima, durante e dopo le partite.

In Spagna, la Commissione Antiviolencia propone — oltre alle misure per i club — una batteria di sanzioni individuali: per esempio €3.001–€10.000 e fino a 12 mesi di divieto per invasioni di campo o accensione di bengale; cifre molto più alte per recidivi o soggetti già colpiti da bando. Le delibere periodiche mostrano un quadro di contrasto crescente, con particolare attenzione alle condotte pericolose in aree esterne agli stadi, ai cortei e ai pre‑partita.

In Italia, ai singoli possono essere applicate misure di prevenzione di polizia (come i DASPO) e, in sede sportiva, l’azione disciplinare colpisce la società: per i tifosi individuati scattano però procedimenti penali per reati specifici (lesioni, danneggiamento, resistenza) o violazioni di norme su esplodenti e sicurezza. Il messaggio è identico ovunque: la pirotecnica non autorizzata è un reato o un illecito amministrativo grave, oltre che una violazione sportiva, con conseguenze personali e per il club.

Precedenti che contano: quando la giurisprudenza diventa deterrente

  1. Olanda, 2023: la già citata Ajax–Feyenoord viene terminata a porte chiuse e l’Ajax paga con chiusure di settore e ammende, mentre la notte attorno allo stadio degenera con diversi arresti. Nella prassi, la KNVB ha poi applicato misure mirate ai settori coinvolti (chiusure selettive), un modello che potrebbe replicarsi anche dopo Ajax–Groningen 2025.
  2. UEFA, 2023–2024: la CEDB commina a Legia Warszawa €100.000 e cinque gare senza vendita biglietti ospiti dopo disordini e danneggiamenti a Birmingham; a Bayern oltre €50.000 per pirotecnica e lanci; a Marsiglia €50.000 e divieti di vendita ospiti; a PSG chiusure immediate della tribuna storicamente più calda. Il filo rosso è la recidiva: le misure sospese si attivano al primo nuovo episodio.
  3. Francia, 2023–2024: l’“Olympico” rinviato per l’attacco al bus del Lione (ferito Fabio Grosso) diventa un monito: match riprogrammato, trasferta ospiti vietata, in parallelo la LFP rafforza l’uso di huis‑clos conservativi e poi definitivi per settori o stadi in caso di episodi gravi, inclusi lanci verso ufficiali di gara.
  4. Spagna, 2024–2025: la Commissione Antiviolencia propone chiusure temporanee degli impianti (fino a tre mesi) e sanzioni pesanti per club e individui in casi di gravi deficit di sicurezza e uso di pirotecnica, fino a €350.000 per le società e €80.000 per singoli recidivi: un repertorio che lancia un messaggio trasversale alle leghe europee.

Come si difendono (bene) i club: attenuanti, protocolli e prevenzione

Il diritto sportivo non è cieco: anche dove vige la responsabilità oggettiva, esistono attenuanti. In Italia l’art. 29 CGS consente di ridurre o escludere la responsabilità della società se ricorrono condizioni come: modelli organizzativi adeguati, cooperazione con forze dell’ordine, uso efficiente di videosorveglianza, interventi immediati per far cessare la condotta e dissociazione dello stadio “sano”. È un elenco che si traduce in una checklist operativa.

In ambito UEFA, l’enfasi è su tre linee: prevenzione, collaborazione e servizio. Le decisioni disciplinari mostrano come i club che documentano piani di sicurezza, stewarding robusto, informazione preventiva ai tifosi e cooperazione con i Supporter Liaison Officer (SLO) possano ottenere valutazioni più favorevoli rispetto a chi appare inerte. La figura dello SLO, inserita nei criteri di licenza UEFA dal 2012 (oggi ribadita in guide pratiche e workshop con ECA e FSE), è l’asse di un dialogo che abbassa la temperatura delle curve e anticipa i rischi.

Checklist essenziale per i club (e perché funziona)

  1. Protocolli “stop‑restart‑abandon”. Applicare alla lettera i tre step — sospensione, tentativo di ripresa, decisione finale — con coordinamento costante tra arbitro, match commander e autorità locali. Documentare tutto, minuto per minuto. Il caso Ajax–Groningen 2025 lo ha reso evidente.
  2. Mappatura del rischio per settore. Identificare i “punti caldi”, dimensionare steward formati e vie di evacuazione, stringere i filtraggi in ingresso con controlli mirati, specie su tifoserie ad alta intensità coreografica.
  3. Tecnologia e prova. Alzare qualità e copertura di CCTV e analitiche video, conservare i log, predisporre protocolli di trasferimento immagini a polizia e Procura; l’obiettivo è arrivare in poche ore all’individuazione dei responsabili.
  4. Fan engagement strutturale. Investire sugli SLO, aprire canali stabili con i gruppi organizzati, condividere regole e limiti (materiali ammessi, striscioni ignifughi certificati, coreografie coordinate). La formazione UEFA/ECA/FSE offre best practice replicabili.
  5. Campagne “no pyro”. In Olanda l’iniziativa “No Pyro No Problem” coordina Eredivisie, KNVB, polizia, Procura e ministero per un fronte comune: pirotecnica solo se autorizzata e con permessi ad hoc, altrimenti scattano bando e multa. È un’idea esportabile: la chiarezza preventiva riduce l’alibi del “non sapevo”.
  6. Condizionalità e diffide. Accettare eventuali sospensive (tribuna chiusa con condizionale per 2 anni) richiede una strategia per evitare la recidiva: se scatta l’innesco, la chiusura diventa effettiva, con impatti sportivi e commerciali. Le decisioni UEFA su PSG e Fenerbahçe lo dimostrano.
  7. Comunicazione post‑incidente. Dopo ogni episodio, il club deve prendere le distanze in modo inequivoco, annunciare azioni interne e — soprattutto — collaborare all’identificazione dei responsabili. Il linguaggio utilizzato dall’Ajax dopo il 30 novembre 2025 è un esempio di postura corretta, oggi imprescindibile anche per l’opinione pubblica.

Le conseguenze sportive, economiche e reputazionali: perché la prevenzione conviene

Le sanzioni economiche sono solo la punta dell’iceberg. La chiusura di settori o dell’intero stadio deprime il matchday revenue, colpisce sponsor e hospitality, e introduce un danno competitivo: giocare senza la propria curva, o senza pubblico, cambia il rendimento in casa e, in tornei a gironi o a eliminazione, può incidere sul cammino sportivo. Le diffide con sospensione per due anni creano un “tetto di cristallo”: un singolo episodio futuro può far crollare tutto.

C’è poi la traccia reputazionale: i dossier disciplinari restano, pesano nelle valutazioni delle autorità e influenzano gli apparati statali (prefetture, questure, ministeri) quando si decide su trasferte, capienze ridotte o regimi di vendita nominativa dei biglietti. In Francia, per esempio, la LFP ricorre sempre più a misure cautelari di huis‑clos parziale immediato in attesa dell’istruttoria, poi confermate (o modulate) a decisione finale. In Spagna, la Commissione Antiviolencia è divenuta negli anni un attore amministrativo incisivo, capace di combinare multe salate e chiusure temporanee ai club, e di proporre banning orders lunghi ai singoli.

Dalla curva alla legge: quando l’ordine pubblico supera il perimetro sportivo

È accaduto a Marsiglia il 29 ottobre 2023: l’aggressione al pullman del Lione con il ferimento di Fabio Grosso ha spostato il baricentro dal giudice sportivo al codice penale. In questi casi, le sanzioni sportive si affiancano a indagini, arresti e processi, e la priorità è la tutela dell’ordine pubblico. Il match fu rinviato e recuperato il 6 dicembre in clima vigilato, con vieto trasferta per gli ospiti: un promemoria che, quando la violenza esplode fuori dall’impianto, i club non sono automaticamente “colpevoli” in sede sportiva, ma restano parte di un sistema che deve prevenire, dialogare e segnalare i rischi.

Conclusione: regole chiare, responsabilità condivise, tolleranza zero per i rischi

La serata di Amsterdam ha riaperto una discussione antica con strumenti più moderni. Oggi i club non possono limitarsi a spegnere gli incendi: devono evitarli. La pirotecnica in curva non è un folklore innocuo, ma un fattore di rischio che produce chiusure, multe, diffide, gare a porte chiuse e, nei casi estremi, processi penali. Le norme ci sono — UEFA, FIGC, LFP, RFEF, KNVB — e i precedenti pure: ora la differenza la fa la capacità di prevenire. Con SLO credibili, controlli intelligenti, tecnologie efficaci e campagne chiare, il calcio può ridurre gli inciampi e tornare a parlare soltanto di gol. Nel frattempo, la domanda a cui tutti — club e tifosi — devono rispondere resta la più semplice: vale davvero la pena di mettere a rischio una stagione, o una carriera da tifoso, per dieci secondi di luce in più?

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