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06 Dicembre 2025
La prima cosa che colpisce non è un colore, ma una luce. A Passo di Rigano, quando il sole taglia Via Cartagine e incontra quell’acciaio ultra riflettente, il volto di Salvatore “Totò” Schillaci restituisce al quartiere bagliori, angoli, passaggi di persone. Non è il solito murale: è uno specchio urbano che rimanda Palermo a se stessa. Oggi quell’opera firmata da Andrea Sposari è entrata tra i migliori dieci del mese su Street Art Cities, la più grande comunità digitale della street art, e punta a un percorso che potrebbe consacrarla tra le opere dell’anno. Un riconoscimento che dice qualcosa su memoria, identità e sulla capacità dell’arte pubblica di generare partecipazione.
L’omaggio a Schillaci non è semplicemente un ritratto monumentale. La scelta dell’acciaio come materiale — “ultra riflettente e sfavillante”, come lo definiscono le note stampa — sposta l’opera su un piano quasi performativo: l’immagine cambia con il passare delle ore, cattura il movimento sociale e la luce, si fa cinematica. Un’idea coerente con la figura di Totò, l’eroe delle “notti magiche” di Italia ’90, passato in un’estate dalla periferia alla mitologia pop del Paese. L’intervento, intitolato — in diverse comunicazioni — “Yume: Un Sogno per Palermo”, rilegge il mito con un dispositivo visivo che invita a rivedersi in lui, letteralmente. La cornice concettuale è quella dell’arte pubblica che coinvolge il luogo non solo per decorarlo, ma per attivarlo.
La candidatura tra i migliori di novembre su Street Art Cities non è un fiore all’occhiello qualunque. La piattaforma, nata nel 2016 e oggi attiva in oltre 2.500 città con una community di migliaia di “hunters” e appassionati, è un ecosistema globale che mappa, racconta e promuove l’arte urbana. A novembre 2025 il progetto di Sposari è tra i “nominees”: un traguardo che misura non solo la qualità formale, ma la capacità dell’opera di dialogare con la comunità internazionale degli addetti ai lavori e dei cittadini. Le votazioni sono aperte fino al 10 dicembre 2025: si vota dalla pagina “Best of November 2025”, selezionando l’opera e confermando la preferenza via email, una procedura pensata per evitare abusi e garantire autenticità del voto. Nel mese entrano in finale i 3 graffiti con più preferenze: è questo il primo passaggio cruciale. A febbraio 2026, poi, i vincitori mensili — 36 finalisti — insieme a un numero selezionato da un team di esperti si giocheranno la sfida dell’anno con una nuova votazione della community, che decreterà il miglior murale del 2025.
Il sistema di verifica via posta elettronica non è un semplice orpello: dopo un caso di gonfiaggio dei voti emerso all’inizio del 2025 nel riepilogo dei premi annuali 2024, la piattaforma ha rafforzato i controlli su email temporanee e su alcune specificità degli indirizzi Gmail, proprio per salvaguardare la correttezza delle classifiche.
L’opera si trova a Palermo, nel quartiere Passo di Rigano, in Via Cartagine 9: una posizione che non è neutra. Qui Schillaci ha vissuto un pezzo importante della sua formazione umana e sportiva: crescere nella periferia significa fare i conti con aspirazioni e limiti, e la sua traiettoria — dalla AMAT al Messina, poi Juventus, Inter e infine il Giappone — è diventata la parabola del riscatto. Il murale è stato presentato e inaugurato a settembre 2025, in coincidenza con il primo anniversario della scomparsa del campione, avvenuta il 18 settembre 2024. La Fondazione Made in Sicily ETS ha promosso il progetto coinvolgendo familiari, istituzioni locali e numerosi sponsor. Il titolo che appare nei materiali — “Yume” — è un richiamo giapponese al sogno, ponte simbolico con la parte finale della carriera di Totò nella J.League.
Classe formatasi tra Milazzo e il Politecnico di Milano, Andrea Sposari ha sviluppato negli anni un linguaggio che incrocia soggetti popolari, tradizioni locali e una forte attenzione alla materialità dell’opera nello spazio. Non solo vernice: supporti, texture e soluzioni scenografiche diventano parte dell’alfabeto. Nel caso di Schillaci, l’adozione dell’acciaio amplifica la relazione con l’ambiente urbano e con chi ci passa accanto, mantenendo l’icona di Totò in un equilibrio dinamico tra memoria e presente. La scelta non è estetica fine a sé stessa: il riflesso innerva il tema del rispecchiamento e della identificazione collettiva, centrale nella storia di Italia ’90.
Se c’è una parola chiave per capire il valore della nomination è “community”. Street Art Cities ha trasformato un progetto locale nato nel 2016 in un archivio globale che oggi censisce migliaia di opere in più di 2.500 città. La logica non è quella di un semplice contest: si tratta di una mappa viva, alimentata da hunters (gli utenti che documentano), artisti, istituzioni e appassionati. Le premiazioni mensili e annuali sono la punta dell’iceberg di un lavoro costante di documentazione, promozione e discussione sulle pratiche di arte pubblica. In questo quadro la top 10 di novembre per il murale di Sposari significa entrare dentro una conversazione internazionale sulla qualità e sull’impatto delle opere nello spazio urbano.
Il murale è anche la testa d’ariete di una mobilitazione più ampia. La Fondazione Made in Sicily ETS, in accordo con la famiglia Schillaci, ha avviato una raccolta solidale per la realizzazione di una statua in bronzo dedicata a Totò, con un preventivo di circa € 100.000 tra costi di produzione e comunicazione. La campagna prevede l’acquisto di stampe numerate del murale (25x35 cm) per un’offerta minima di € 20 e di riproduzioni in fine art proposte a € 1.900. L’obiettivo — nelle intenzioni — è installare l’opera in tre città: Palermo, Messina e una sede in Giappone indicata nei materiali della Fondazione come “Jawata”, riferimento che richiama l’ultima esperienza di Schillaci con il Júbilo Iwata. Le stampe sono disponibili in alcuni luoghi simbolici della biografia del campione — dai Campi Ribolla alla storica bottega Barone Gomme, fino a esercizi del territorio — oppure su richiesta diretta alla Fondazione. Un’azione che intreccia memoria, territorio e sostegno a un progetto culturale strutturato.
Un’opera pubblica non finisce con l’inaugurazione. Ad agosto 2025, a pochi mesi dalla presentazione del murale, la stampa locale ha documentato il degrado dell’area circostante, con rifiuti ingombranti abbandonati ai piedi dell’opera. La segnalazione ha riacceso il dibattito su manutenzione, educazione civica e co-gestione degli spazi, un fronte spesso sottovalutato nel racconto celebrativo della street art. Anche questo è parte della vita di un murale: l’arte come spirito civico non può prescindere dalla cura quotidiana, dalla collaborazione tra istituzioni, aziende municipalizzate e cittadini. La candidatura internazionale può diventare un volano per migliorare anche questi aspetti, spingendo il quartiere e la città a proteggere ciò che si desidera mostrare al mondo.
La biografia di Salvatore Schillaci è una delle più fulminee e intense della storia sportiva italiana recente. Nel giro di un Mondiale — Italia ’90 — è passato da outsider a simbolo nazionale, chiudendo la rassegna con 6 gol, Scarpa d’Oro e Pallone d’Oro del torneo. Era nato a Palermo nel 1964, cresciuto a pane, campi polverosi e ambizioni. Il decesso il 18 settembre 2024 a 59 anni ha riaperto un racconto che non si è mai veramente chiuso: messaggi, cori, immagini hanno rimesso in circolo l’emozione di quell’estate. Il murale palermitano serve anche a questo: a dare un luogo fisico a una memoria diffusa, a renderla visitabile, continua, condivisa.
Finire tra i migliori 10 del mese in una classifica globale non porta solo visibilità all’autore. Per un quartiere come Passo di Rigano significa entrare negli itinerari della street art, attirare curiosità e flussi: scuole, fotografi, viaggiatori, tifosi, studiosi. La street art, quando è ben progettata e condivisa, può diventare un bene comune che crea appartenenza e muove economia. Non sostituisce politiche pubbliche su degrado e servizi, ma può funzionare da segnale — un punto focale attorno a cui progettare interventi, cammini culturali, micro-imprese creative. La nomination su Street Art Cities è allora un tassello in una strategia più ampia: fare della memoria sportiva un motore culturale.
Votare per il murale dedicato a Totò Schillaci non è un gesto simbolico e basta. È un modo per legittimare un esperimento materico e civico che tiene insieme arte, storia e quartiere. È un modo per dire che Palermo può essere raccontata anche così: con un’icona capace di riflettere la città e, attraverso la piattaforma, di dialogare col mondo. Le votazioni si chiudono il 10 dicembre 2025: il primo obiettivo è entrare tra i 3 più votati del mese. Poi, a febbraio 2026, ci sarà un’altra sfida, di nuovo con la community a decidere. Intanto, la luce di Via Cartagine continua a muoversi sull’acciaio: e, nel riflesso, Palermo osserva Palermo.