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"Mutande" sbagliate e lingua lunga, espulso nel tunnel non gioca la semifinale

Supercoppa indiana, Goa–Mumbai City: Iker Guarrotxena entra nel tunnel con gli scaldamuscoli blu sotto i pantaloncini bianchi, l’arbitro glieli contesta, lui sbotta, si cambia… e al ritorno trova un bel cartellino rosso prima del fischio d’inizio.

"Mutande" sbagliate e lingua lunga, espulso nel tunnel non gioca la semifinale

La scena: benvenuti nel tunnel più famoso del 2025

4 dicembre 2025, Jawaharlal Nehru Stadium di Fatorda, Goa. Semifinale di Supercoppa indiana, clima da partita che conta: tribune piene, diretta TV, tensione giusta nelle gambe.

Le squadre sono nel tunnel, stanno per entrare. E lì succede qualcosa che neanche chi ha visto mille partite aveva mai visto:

  • l’arbitro guarda le divise,

  • poi guarda le gambe di Iker Guarrotxena, capitano del Goa,

  • e si accorge che sotto i pantaloncini bianchi della squadra ci sono degli scaldamuscoli blu.

Tecnicamente è una violazione delle FIFA Equipment Regulations, regola 21.1: se l’intimo o gli indumenti termici sono visibili, devono essere dello stesso colore dominante del pantaloncino (o non vedersi proprio). E qui, di invisibile, non c’era niente.

L’arbitro fa quello che deve fare: lo richiama e gli chiede di cambiarli. Fino a qui, il massimo del dramma doveva essere: “torno subito, ragazzi”.

Non andrà così.

Quando l’intimo passa in secondo piano (e il problema diventa la bocca)

La parte surreale è che Guarrotxena non viene espulso per i pantaloncini sbagliati.
Viene espulso per come reagisce alla richiesta di cambiarli.

La sequenza, ricostruita dalle cronache locali, è più o meno questa:

  • l’arbitro chiede al capitano di adeguarsi al regolamento;

  • il capitano la prende malissimo e risponde in modo volgare e plateale;

  • il direttore di gara, che nel frattempo non è esattamente in modalità “terapia di gruppo”, registra la scena come grave protesta;

  • Guarrotxena va comunque a cambiarsi,

  • ma quando torna nel tunnel trova ad aspettarlo il regalo di Natale anticipato: rosso diretto.

La frase che filtra dal racconto dell’arbitro ai compagni è lapidaria:

«Tutti hanno visto cosa ha fatto».

Traduzione: l’intimo si cambia, il rispetto no.

Regola 21.1: guida rapida alla “mutanda conforme”

Facciamo un pit stop sul regolamento, perché la scena è comica, ma la norma è serissima.

La famigerata regola sugli “indumenti intimi” dice, in sostanza, questo:

  • sotto il kit di gioco puoi indossare:

    • biancheria intima,

    • maglie termiche,

    • reggiseni sportivi,

    • pantaloncini termici,

    • abbigliamento rinfrescante;

  • se si vede anche solo un pezzo di quello che hai sotto,

    • deve essere dello stesso colore dominante dell’elemento sopra (manica, pantaloncino, ecc.),

    • oppure non si deve vedere proprio.

Guarrotxena aveva:

  • pantaloncini bianchi del Goa,

  • shorts aderenti blu visibilissimi sotto.

Da manuale: fallo estetico e regolamentare. L’arbitro, in questa parte della storia, è perfettamente nel suo.

Il rosso prima del calcio d’inizio: come funziona davvero

Qui arriva la parte che al bar crea sempre confusione.

Come è possibile che uno venga espulso prima della partita e la squadra giochi comunque in undici?

Le Laws of the Game prevedono che:

  • un calciatore possa essere espulso anche prima del fischio iniziale (tunnel, riscaldamento, ecc.);

  • se era già in distinta, può essere sostituito da un giocatore della panchina;

  • la squadra quindi può iniziare comunque con 11 in campo;

  • il numero di cambi disponibili durante la partita non cambia.

È proprio quello che succede al Goa:

  • Guarrotxena out per rosso nel tunnel,

  • dentro al suo posto Javier Siverio,

  • fascia da capitano che passa a Borja Herrera,

  • e palla al centro come se niente fosse (più o meno).

Finale paradossale: capitano fuori, Goa in finale

La partita, alla fine, la ricordiamo per due cose:

  1. l’espulsione più assurda dell’anno;

  2. il fatto che il Goa, nonostante tutto, la vince lo stesso.

Risultato finale:

  • FC Goa – Mumbai City 2-1,

  • gol di Brison Fernandes e David Timor,

  • finale di Supercoppa conquistata contro l’East Bengal,

  • ma senza il capitano, squalificato dopo il rosso pre-partita.

L’allenatore del Goa, a fine partita, riassume benissimo il paradosso: troppo strano per essere normale, ma troppo regolamentare per essere contestato davvero.

La morale (ironica) della favola

Tolto l’effetto comico della storia – “espulso per l’intimo” è una headline che si scrive da sola – in realtà questa vicenda dice parecchio sul calcio di oggi:

  • Le regole sull’equipaggiamento non sono folklore.
    Non è fissazione estetica: le norme servono per uniformità visiva, riconoscibilità TV, e sì, anche per non trasformare il campo in una sfilata di leggings casual.

  • Il problema non è cosa indossi, ma come reagisci.
    Se ti chiedono di cambiare gli scaldamuscoli, li cambi e finisce lì. Se invece trasformi un cambio d’intimo in un manifesto di protesta, difficilmente l’arbitro resterà zen.

  • Essere capitano significa una responsabilità in più.
    Sei il primo che dovrebbe parlare con l’arbitro con calma. Se sei tu a varcare la linea, tutta la squadra paga.

In sintesi: Guarrotxena non è diventato il primo giocatore della storia a essere cacciato “per i pantaloncini blu”.
È diventato il protagonista del caso in cui l’intimo era solo l’innesco, e il vero fallo l’ha commesso la gestione dei nervi.

Morale per chi gioca, dal campetto alla Supercoppa indiana:

  • controllate il colore degli scaldamuscoli,

  • ma soprattutto controllate la lingua.
    Il primo errore lo sistemi in spogliatoio, il secondo ti manda dritto in tribuna.

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