Bruxelles, 1961. La scena è quella che ogni frequentatore dei campi di provincia conosce a memoria. Odore di canfora e cuoio umido, panche di legno, borsoni aperti. Siamo nello spogliatoio delle giovanili del Racing White, storica società calcistica della capitale belga.
C’è un ragazzino di sedici anni che fruga nervosamente nella borsa. Cerca il tesserino, la "sacra" tessera federale senza la quale, nel calcio organizzato, non esisti. Non la trova. L’ha persa.
Si presenta in segreteria, sperando nella comprensione dei dirigenti. La risposta è burocrazia pura, quella che fa imbestialire i genitori a bordo campo: "Per il duplicato servono 20 franchi".
Oggi sembrano spiccioli, ma per una famiglia di droghieri di Sint-Pieters-Woluwe sono una spesa imprevista e fastidiosa. Quel ragazzo si chiama Eddy Merckx. Ci pensa un attimo, guarda gli scarpini, pensa alla cifra. "Troppo caro per un pezzo di carta", dice.
Torna a casa, appende gli scarpini al chiodo prima ancora di averli consumati e prende la bicicletta.
In quel preciso istante, per colpa di una tassa di tesseramento e di una segreteria troppo rigida, il calcio perde un onesto attaccante di belle speranze e il mondo guadagna il più grande ciclista di tutti i tempi.
Lo "Scouting Report": che calciatore era Merckx?
Prima di diventare il "Cannibale" delle due ruote, Eddy in campo ci sapeva stare. Giocava nel settore giovanile del Racing White (che anni dopo, fondendosi con il Daring, diventerà il mitico R.W.D. Molenbeek, una sorta di nobile decaduta del calcio belga).
Non era un funambolo, ma un attaccante di fascia destra concreto. I rapporti dell'epoca parlano di un ragazzo che "vedeva la porta" e sapeva servire i compagni con lanci lunghi e precisi. Aveva già quella resistenza fisica mostruosa che lo avrebbe reso invincibile in bici. Se avesse pagato quei 20 franchi, forse oggi parleremmo di un buon mediano o di un'ala infaticabile della Jupiler League.
Il mancato incasso del secolo
Quella bici, presa per ripicca verso il calcio, diventa la sua fortuna. Il cortile dietro la drogheria si trasforma nel suo campo d'allenamento. La sua fame agonistica, che nel calcio sarebbe servita a pressare i difensori, nel ciclismo diventa dominio totale.
I numeri di quello che il calcio si è lasciato scappare fanno spavento:
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525 vittorie in carriera (record assoluto).
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5 Tour de France e 5 Giri d’Italia.
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19 Classiche Monumento (tra cui 7 Milano-Sanremo).
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Il Record dell’Ora: 49,431 km a Città del Messico nel 1972.
Sliding Doors
Oggi, a 80 anni, il "Barone" Merckx è ancora il metro di paragone dello sport mondiale. Ma ogni volta che si guarda una sua foto in maglia gialla o rosa, per un appassionato di calcio è impossibile non pensare a quel "What if".
Cosa sarebbe successo se il segretario del Racing White avesse detto: "Vabbè ragazzo, per la tessera ci pensiamo settimana prossima"?
Probabilmente avremmo avuto un discreto calciatore in più negli almanacchi belgi, e la storia del ciclismo avrebbe un vuoto incolmabile. Tutto per colpa (o per merito) di quei maledetti 20 franchi. Il costo di trasferimento più basso e decisivo della storia dello sport.
Che squadra era il Racing White?
Per i puristi del calcio vintage, il Racing White non è un nome qualunque.
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La storia: Nato nel 1963, era la terza forza di Bruxelles dopo Anderlecht e Union Saint-Gilloise.
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L'evoluzione: Nel 1973 si fonde con il Daring Club diventando l'R.W.D. Molenbeek, club che vincerà anche un campionato belga nel 1975 e arriverà in semifinale di Coppa UEFA.
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La curiosità: È la classica squadra di quartiere che diventa grande, un po' come se oggi una squadra di Serie D scalasse le gerarchie fino all'Europa. Ma il loro "talento" più grande, purtroppo, lo hanno perso in segreteria.