Under 15 Femminile
08 Maggio 2023
UNDER 15 FEMMINILE: Alice Dancelli alza la coppa al cielo
Si dovrebbe iniziare da qui, dalle immagini e dai ricordi, di una coppa vinta, di un trofeo alzato, di un cammino che conduce al suo rigoglioso destino. La Cremonese lo ha imboccato, quel tracciato, lo ha camminato dall’inizio alla fine. E in fondo festa, gioia, gloria, sorrisi. Una questione di finali per l’esattezza. La Cremonese si impone per 2-1 contro il Como e i gol di Ferranti prima e Giorgia Morelli poi le permettono di vincere la partita più importante dell’anno. Il clima in campo è spettacolare, non solo quello della tifoseria e delle squadre, ma anche quello meteorologico. In mattinata davano acqua e alla fine, invece, è uscito un sole che spaccava le pietre. Il risultato è un caldo anomalo, quasi sofferto, come se anche il cielo volesse accompagnare le squadre per questo ultimo grande atto.
Le due squadre entrano in campo con moduli simili ma con una differenza sostanziale nella disposizione delle giocatrici offensive. La Cremonese predilige un attacco verticale con Dancelli che, pur essendo il 9 della squadra, gioca più arretrata svariando molto la sua posizione. Nel frattempo, davanti può esprimere tutto il suo potenziale Giorgia Morelli che però, nel primo tempo non riesce a trovare spazi. Il Como invece ripropone un tridente offensivo di tutto rispetto con protagonista l’immancabile D’Agostino, porto sicuro di ogni costruzione delle compagne.
Il Como inizia meglio la partita proponendo un calcio rapido improntato al recupero palla e verticalizzazione immediata. La Cremonese sembra soffrire tanto in fase offensiva, trovando pochi sbocchi, quanto in fase difensiva dove le triangolazioni tra mezzali e esterni offensivi causano non pochi problemi ai centrali. Dopo soli 6 minuti infatti D’Agostino, immancabilmente D’Agostino, segna un gol da rapace spietato, sfruttando un’incomprensione della difesa che si dimentica il pallone solo soletto, pronto per essere spedito in rete. La partita sembra poter già essere indirizzata verso una sorpresa ma è meglio ricordare che le previsioni sono spesso sbagliate.
La pioggia non si fa viva e rimane il sole, vivido, in alto nel cielo, che già dopo il primo gol sembra guardare direttamente alla Cremonese. Si tratta di energia solare che viene riversata in campo da un’accesa Claudia Morelli che inizia a liberare la sua tecnica e chiude un bellissimo uno due con Cividati, ma la centrocampista conclude in porta senza trovare, di poco, lo specchio. La grande occasione per il raddoppio del Como arriva tra i piedi di Fettolini che, dopo aver ricevuto una sponda di D’Agostino, decide di allargare verso Ricci piuttosto che tirare. Chiude bene Morandi e il primo tempo si chiude 0-1 per le ragazze di Oliviero. E mentre tutti guardano verso l’alto attendendo anche solo una goccia di pioggia il sole resta imperterrito a scaldare l’ambiente. Ma tra le due solo la Cremonese sembra aver capito come sfruttare il calore in una finale già di per sé infuocata.
Una sola scelta tattica pregna però di conseguenze. Gigli sostituisce Soldi con Ferranti e abbassa Elisa Morelli. È un cambio offensivo, poche scuse, serve il gol. Ma è un cambio che porta ad un doppio miglioramento. Primo fra tutti in fase offensiva, Ferranti entra con una scioltezza tale da sembrare in pace, con se stessa e con il contesto, mentre Elisa mostra finalmente le sue immense qualità in una partita che da lì in poi passera ad arginare qualsiasi manovra offensiva. Niente pioggia, niente resa e la Cremonese lo sa bene.
Parte forte, dunque, la squadra in svantaggio e inizia a mettere intensità nei recuperi palla e nelle singole giocate. Di lì in poi piovono, ma non gocce d’acqua, bensì occasioni da gol. Prima al minuto 3’ quando Barbetta sfodera un grande intervento sul colpo di testa di Claudia favorito da Giorgia. Poco dopo deve evitare un gran botta da fuori area di Cividati che si dimostra avvezza a certe conclusioni. Alla fine il gol del pareggio arriva con la scatenata Ferranti che dopo un dribbling tira in porta da posizione laterale e, favorita da un tocco sfortunato, sigla il gol del pareggio. È il tanto agognato gol dell’1-1. Ma la Cremonese non si ferma e al 22’ Ferranti lancia in porta Giorgia Morelli che però spedisce fuori un occasione ghiottissima a tu per tu con il portiere. È un asse che funziona alla perfezione ma che deve rivedere la precisione, è rischioso infatti sciupare occasioni in una finale e con un clima che potrebbe cambiare da un momento all’altro. Il secondo tempo finisce 1-1, la finale è ancora aperta anche se il Como deve raccogliere i pezzi dopo 25 minuti passati ad inseguire. Si affida tutto al terzo tempo, dunque, ma il cielo non sembra aver cambiato aspetto, i meteorologi si mangiano le mani. Non c’è una nuvola e sembra proprio che non voglia piovere.
Il terzo tempo inizia con il sole ancora alto e splendente, sintomo che la partita volge ancora nella direzione della Cremonese. Eppure per un attimo, come un falso tuono, il Como rischia di riaprirla con la grande occasione capitata sulla testa di D’Agostino dal cross di Giovio. A parare non è però Rigolli ma Reoletti, perché sì, Gigli cambia il portiere prima degli ultimi 25 minuti, ennesima mossa azzeccata di una partita letta benissimo. Come detto, era solo un preludio ad un finale mai scritto, perché dopo quella prima occasione è apogeo Cremonese.
E il terzo tempo ha un nome e cognome preciso: Giorgia Morelli. Al 4’ minuto si ritrova tra i piedi un pallone sporco, ribattuto dalla difesa del Como che lei insacca con un tiro eccelso alle spalle del portiere incolpevole. Al 10’ si inventa un slalom impossibile tra due avversarie e il tiro si stampa sul palo che, così dicono, stia vibrando ancora adesso. Mani nei capelli una e mani nei capelli due volte quando al 18’ si mangia un gol a porta vuota con il portiere ancora a terra dopo aver respinto il tiro di Dancelli. La partita rimane, incredibilmente, aperta fino all’ultimo, come il cielo e come il cuore dei tifosi. Ma ormai è chiaro che mai pioverà e che mai il Como potrà rientrare in partita. La squadra di Oliviero non molla mai ma risente di un calo d’intensità abbastanza evidente e di una panchina che non riesce a dare la giusta svolta al match.
Il triplice fischio arriva preciso, allo scoccare del 26’ dopo un minuto di recupero che sapeva di brezza e largo respiro. Le ragazze del Como si accasciano a terra sfinite e si prendono i giusti applausi di una tribuna tinta dei loro immensi colori. Dall’altro lato la Cremonese festeggia, con il cuore in gola e le mani al cielo. Lo stesso cielo che imprevedibile aveva deciso di fare di testa sua, rifiutando gli impegni per seguire dall’alto lo spettacolo di una finale bellissima ed emozionante. Il 2-1 consegna alla Cremonese il titolo e alle ragazze la meta di un cammino stupendo, faticoso quanto memorabile.
Cremonese - Como 2-1
RETI: 6’ D’Agostino (Co), 10’ st Ferranti (Cr), 4’ tt Morelli Giorgia (Cr).
CREMONESE: Rigolli 6.5 (1’ tt Reoletti 7.5), Morelli Elisa 7.5, Soldi 6.5 (1’ st. Ferranti 7.5), Morandi 7, Federici 7 (1’ tt. Cutrona 6.5), Morelli Claudia 7.5, Cividati 7, Dancelli 8, Morelli Giorgia 8. A disp. Carrone, Leoni, Visieri, Ghio, Cremonesi, Alberti, Sarzi Amade, Fugazzi. All. Gigli 7.5.
COMO: Barbetta 7.5, Frascarelli 7 (1’ tt. Sailis 6), Giovio 6, Iannella 6, Casartelli 6, Ricci 6, Fettolini 6.5 (12’ st. Caprani 6), Sessa 6.5 (1’ tt Corti 6), D'Agostino 7.5. A disp. Parisella, Cassina, Agresta, Sala, Catalano, Coppola. All. Oliviero 7.
ARBITRO: Sardi di Chiari 7 (Danciu di Lodi e Cila di Chiari).
CREMONESE
Rigolli 6.5 La sua squadra crea più di quanto subisce, ma non per questo si rilega a ruolo di comprimario. Vuole il proprio zampino sulla coppa e così sfodera una prestazione decisa, sempre puntuale con grandi uscite. Alla fine, sul trofeo, non c’è solo uno zampino ma piuttosto l’intera mano, con tanto di guanto.
1’ tt Reoletti 7.5 La panchina della Cremonese è sensazionale. Da subentrata, dopo pochi secondi, sfoggia un incredibile parata su D’Agostino. Un intervento che sposta l’asse della partita a favore della vittoria. Mentalità vincente dall’inizio alla fine. Della panchina s'intende.
Morelli Elisa 7.5 Nel primo tempo soffre in fase offensiva. Poi la svolta. Nel secondo tempo prende il posto nel suo ruolo più naturale di terzo di difesa e di lì in poi il cambiamento è radicale; una rinascita che la porta dalle tenebre alla luce. Grinta, chiusure e soprattutto una pulizia nello sgonfiare le azioni avversarie che farebbe invidia ai grandi terzini. Si tratta di una metamorfosi, da bruco a farfalla.
Soldi 6.5 Gioca il primo tempo, quindi i 25 minuti più difficili della sua squadra. Nonostante ciò, regge bene l’urto senza sfigurare. Paga la necessità di una svolta tattica ad inizio secondo tempo, d’altronde in una finale non si può dare nulla per scontato.
1’ st Ferranti 7.5 Ferranti incide nella partita, ma non una di quelle incisioni storte, mal calibrate, sui muri delle stazioni. No, lei incide come un miniaturista, come un amanuense, incide come una stilografica sulla pergamena. Elegante in ogni giocata e funambolica su ogni pallone rappresenta quanto di più bello esista in una finale: la possibilità di entrare divertendosi e facendo divertire. Il gol lo dimostra, la grinta lo dimostra, la classe lo dimostra.
Morandi 7 Nel primo tempo è la più in palla del reparto difensivo e torna negli spogliatoi con un bottino fatto di molte chiusure di cui una decisiva su un cross diretto sui piedi di Ricci. Il secondo tempo cambia fascia di competenza ma pur invertendo i fattori il risultato non cambia. Una prestazione solida.
Federici 7 Gioca bassa, aiutando la squadra nella fase difensiva ma non disdegna la salita e, soprattutto, la soluzione personale. Svetta di testa tanto nella sua area quanto nell’area avversaria. Inoltre, come se la sua pericolosa altezza non bastasse, si inventa giocate dal cilindro come uno splendido tiro da casa propria che trova una bella risposta del portiere. Coraggio, attenzione e molta voglia di incidere. Perfetta per una finale.
1’ tt Cutrona 6.5 Entra per sostituire la compagna sfinita ed esegue gli ordini alla perfezione. In una finale in cui la tua squadra ha il pallino del gioco non è roba da poco. Entrano in gioco fattori psicologici forti. Ma lei li tiene a bada e difende con costanza fino al triplice fischio.
Morelli Claudia 7.5 Usa la tecnica a ritmo di techno. Cosa mai vista la velocità con cui muove le gambe quando dribbla. Sulla fascia sinistra è una meteora costante che pare abbattersi sulla difesa del Como. Eppure, a vederla dagli spalti, sembra quasi danzare. Sfiora più volte il gol ma lei, in questa partita, stava giocando un altro sport.
Cividati 7 Ci viene in mente solo una parola: caparbietà. La sua finale inizia male, con un’incertezza difensiva che costa il gol del’1-0. Roba che butterebbe giù intere montagne. Ma lei subisce il colpo, si scusa e, semplicemente ricomincia, tutto da capo, come se non fosse successo nulla. Il risultato? Una quantità di palloni smistati enorme, una facilità di conclusione impressionante e almeno 3 gol sfiorati con missili da fuori area. Immaginiamo che caparbietà vada bene no?
Dancelli 8 Oh capitano, mio capitano! 9 sulla schiena ma l’intelligenza tattica di un 10. È lei a legare davvero il gioco, sacrificandosi per la squadra e abbassandosi molto. Così facendo libera spesso Giorgia che sfrutta gli spazi creati alla perfezione. E poi vorremmo dire molto altro, ma il coro che le è stato dedicato mentre alzava la coppa al cielo basta e avanza.
Morelli Giorgia 8 Partiamo dai lati negativi: segna solo un gol. Ora quelli positivi: tutto il resto. Giorgia è indiavolata e la finale trasuda della sua maglia. Un leader tecnico imponente per personalità, una capacità di conduzione palla fuori dal comune. Abbraccia la coppa come abbraccia il campo da gioco, in tutte le sue infinite possibilità. Dove c’è spazio c’è invenzione e dove c’è invenzione c’è lei.
All. Gigli 7.5 Subisce il primo tempo energico della Cremonese ma poi riprende il controllo della partita che non gli scivola più dalle mani. Un allenatore parte integrante della sua rosa, tanto prima che dopo la partita. Un applauso per il cambio tattico ad inizio secondo tempo, una visionaria lezione di come cambiare le partite, anche toste, in corso d’opera.
COMO
Barbetta 7.5 Alla fine la sua squadra non vince e, sul podio, sfila per prima. Eppure, quante finali rimangono così aperte fino alla fine. Stella fa di tutto per evitare di prendere il gol del 3-1, il gol che ammazza la partita, insomma. Non è solo voce per i compagni ma anche felino in uscita e oggi, rispetto alla semifinale, si comporta anche meglio tra i pali con tuffi plastici e da un lato all’altro.
Frascarelli 7 Perché Frascarelli si merita un 7? Probabilmente perché, finché è in campo, regala il duello più accattivante e agguerrito della partita. Una scena da far west tra lei e Claudia. Si spartiscono i turni, ogni tanto vince il dribbling di Morelli altre volte le scivolate di Frascarelli. Sta di fatto che è la migliore del reparto difensivo, una sicurezza, come uno sceriffo per l’appunto.
1’ tt Sailis 6.5 Prova ad entrare e mettere subito grinta in fase difensiva, il che funziona perché la Cremonese non prende il largo. Detto ciò non riesce a mostrare abbastanza le sue doti offensive. Non importa, ci saranno anche altre, grandi, occasioni. Questa finale è solo un punto di partenza.
Giovio 6 Si sacrifica molto ma soffre altrettanto. Perché la sua posizione è sfortunata, costantemente presa in mezzo da inserimenti della mezzala e dribbling dell’esterno avversario. Si tratta di un lavoro difficile che riesce meglio quando le compagne la assistono con il raddoppio. Ma non avviene sempre. Nonostante ciò, ne esce con dignità conducendo bene il pallone e limitando, il più possibile, le perdite.
Iannella 6 Sfortunata nel tiro di Ferranti che era già diretto in porta però. Riesce comunque a gestire le avanzate offensive della Cremonese, soprattutto quando provengono dal centro. Più sofferente se si parla di azioni provenienti dalle fasce. Nel primo tempo fa una chiusura fenomenale, per eleganza e tempismo. Da citare.
Casartelli 6 È la difendente che soffre di più il cambio tattico tra primo e secondo tempo della Cremonese. Vero anche però che il secondo tempo finisce 1-1 e molto dipende anche dalla sua difesa palla e dalla sua fermezza di corpo. Molte, al suo posto, si sarebbero arrese di fronte alla condizione fisica avversaria ma lei no, sceglie di non mollare, caratteristica che piace molto anche all’allenatrice.
Ricci 6 Non riesce a replicare l’incredibile prestazione della semifinale anche se le colpe non sono tutte sue. Dipendono anche da un reparto offensivo a volte troppo disunito e poco capace di recuperare le seconde palle sporche. Comunque Ricci fa vedere quanto vale, alla fine apre un alettone e si getta sul fondo creando un’occasione che ha fatto venire il sangue freddo a più di un tifoso avversario.
Fettolini 6.5 Gioca un ottimo primo tempo. La tradisce forse un eccesso di bontà che la porta a cercare il passaggio per Ricci piuttosto che il tiro e quindi la soluzione personale. Ma chi può criticare l’altruismo. Si tratta della forma più evidente di rispetto e intesa, le basi per qualsiasi squadra solida.
12’ st Caprani 6 La squadra, quando entra, è già diventata sterile in fase offensiva. Lascia dietro molti palloni e non riesce a costruire trame di gioco. non può fare molto se non adeguarsi alla situazione dedicandosi al recupero palla e alla speranza di ribaltare il fronte.
Sessa 6.5 È saggia, calcisticamente parlando. Gioca con la testa e antepone la morale, il suo ruolo la porta a sfoggiare diverse interpretazioni, ognuna differente dall’altra in un mix di complessità e efficacia. Si tratta di impostare, inserirsi, concludere e spesso dettare i tempi. È come il vecchio del villaggio che sa cosa è meglio per la sua comunità.
1’ tt Corti 6 Prova qualche inserimento in avanti, cercando di dettare nuove linee di passaggio con la sua freschezza ma la squadra è già in cocente difficoltà e il risultato non è dei migliori. Comunque, ancora un volta, si percepisce grinta e voglia di incidere anche quando il terreno è dannatamente duro da spaccare.
D’Agostino 7.5 Ha nel cuore il pallone e con esso tutto ciò che ne deriva: trofei, finali, rimorsi, speranze, sacrifici ed emozioni. Tatticamente è perfetta, e questo ce lo dicevano anche le semifinali, ma qui emerge il suo lato romantico, l’attaccamento a questo sport magico e l’attaccamento alla sua squadra che spesso si trascina dietro con tutte le sue forze. Vive per questo, sangue del suo sangue.
All. Oliviero 6.5 Ai microfoni ammette la superiorità avversaria ma ci tiene a ricordare la loro grinta, il fatto che non mollano mai. È questo l’aspetto importante da ricordare, questo e il primo tempo che sembra suggerire un’ottima preparazione della gara. Qualche rimpianto? Forse, ma se può consolare il gruppo è più unito che mai.
ARBITRO
Sardi di Chiari 7 Il polso è fermo e la sua direzione brilla per coerenza. Lascia giocare molto il che aumenta l’agonismo e la spettacolarità. Non sappiamo se vale ancora come complimento ma ad un certo punto ci si dimentica della sua presenza. Tra l’altro era anche una finale, meglio ricordarlo.
All. Oliviero: «Non siamo una squadra che molla, avevamo di fronte una squadra forte e veloce sulle fasce, come si è potuto vedere. Abbiamo tamponato per quanto possibile e l’avevamo preparata bene. Sicuramente le ragazze sono stupende e sono orgoglioso di loro, il fatto di essere arrivati qui dopo soli due anni ci rende contenti».
All. Gigli: «È stato un percorso meraviglioso concluso nel migliore dei modi. Abbiamo creato tanto e forse dovevamo chiuderla prima. Abbiamo iniziato a lavorare da agosto pesantemente e le ragazze se lo meritano tutto».