Under 16 A-B
25 Novembre 2022
Inacio, il figlio d'arte dell'Atalanta
Un talento con cui riesce a fare reparto da solo, sogni e ambizioni degne di un futuro campione, e un pedigree fuori dall’ordinario. Il percorso calcistico di Samuele Inacio, classe 2008, è ancora lungo, ma le premesse per arrivare in fondo ci sono tutte. Iniziando dal nome - suo segno distintivo prima che entri in campo - che è Samuele Inacio Piá, e se il primo cognome è suggestivo solo ai più attenti, il secondo suonerà familiare a molte più persone, specie se di fede atalantina o napoletana. Il padre João Batista Inácio Piá, ex calciatore classe 1982, nella sua carriera ha infatti militato nel Napoli e nell’Atalanta, squadra in cui ha iniziato la sua carriera a partire dalle giovanili in cui è arrivato a 14 anni dalla città di Ibitinga, non molto lontana da San Paolo in Brasile, per poi passare anche dal Torino, Lecce, Varese e Pro Patria, prima di terminare la sua carriera nel 2017 con la maglia dell’Adrense. Anche lo zio di Samuele, Joelson, è passato per le giovanili della Dea per poi vestire le maglie, tra le altre, di Albinoleffe, Cremonese e Lecco. E, dal 2014, anche il classe 2008 ha intrapreso la stessa trafila del padre e dello zio, e come loro gioca nel ruolo di attaccante (attualmente nell’Under 16 da sotto età), sebbene Samuele abbia caratteristiche diverse dai primi due.
NUMERO 10
Questione del nome archiviata, sono piuttosto le sue giocate in campo a parlare per lui. Samuele ha le doti innate di un numero 10, pur essendo un trequartista che, all’occorrenza, è impiegato come esterno d’attacco - posizione da cui non disdegna accentrarsi per andare al tiro col suo piede, il destro - o seconda punta. È uno di quei giocatori che può far bene in qualsiasi squadra, e questo grazie alla visione di gioco e alla abilità nel dribbling, con le quali si beffa della marcatura portando la squadra in attacco con pochi passaggi. Nella trequarti funge da regista e da fantasista, con la sua capacità di rendersi imprevedibile agli avversari senza dare loro punti di riferimento mentre danza col pallone e imbecca i compagni sia lungo le fasce che per vie centrali. E le armi del suo arsenale non finiscono qui: il gioiellino nerazzurro sa rendersi protagonista anche senza palla, quando si muove tra le linee per farsi trovare durante le offensive e aprendo spazi per i compagni - e a questo si aggiunge anche un istinto degno di una punta, ovvero quello di scegliere il momento giusto per addentrarsi in area e azzeccare il colpo con cui andare a segno.
Samuele Inacio in azione nella sfida contro l'Inter
A PROPOSITO DI GOL
Al netto di una presenza con l’Under 15, il classe 2008 (nato il 2 aprile) si sta confermando da sotto età nella formazione allenata da Giovanni Bosi, con la quale in quest’inizio di campionato ha messo a segno 3 reti, l’ultima, più che decisiva, nella gara di domenica scorsa con l’Udinese terminata 1-1. Proseguendo la scia dell’anno scorso, in cui oltre agli assist ha siglato 8 marcature, il giovane atalantino sta lasciando il segno anche con la maglia della nazionale Under 15 del CT Favo. All’inizio della stagione in corso, nella sua seconda presenza in azzurro, ha apposto il suo nome nel tabellino della doppia amichevole con la Slovenia segnando il gol del 4-0 nella seconda partita.
LA TRAFILA
Prima di approdare a Zingonia, luogo a cui - col senno di poi - era predestinato, Samuele ha dato i suoi primi calci al Mapello (la cui prima squadra è allenata proprio dallo zio Joelson), per poi proseguire il percorso al Marigolda - sempre nella bergamasca. Prima del calcio a 11 ha giocato in tutti i ruoli di movimento, per poi affermarsi come trequartista o esterno nel tridente d’attacco. Nella stagione passata ha giocato coi pari età dell’Atalanta Under 14 sotto la guida di Previtali, guadagnandosi due convocazioni coi più grandi dell’Under 15: la seconda nei quarti delle fasi nazionali, in cui è subentrato dalla panchina nella gara persa contro la Roma. In questo campionato ha giocato coi coetanei una sola partita, quella del 13 novembre vinta 2-4 contro l’Inter in cui è subentrato dopo aver giocato con l’Under 16 il giorno prima nella vittoria sull’Inter per 1-2.
AZZURRO, MA ANCHE UN PO’ VERDEORO
Ha origini brasiliane, e questo non sorprende guardandolo palla al piede, ma veste la maglia dell’Italia e gioca nella squadra della sua città. Samuele è infatti nato a Bergamo da madre bergamasca, nella città a cui anche “la parte brasiliana” della sua famiglia si è legata. Il portoghese lo capisce, ma è sul terreno di gioco che parla la stessa lingua del padre, quella del calcio con accento paulista: la stessa che parla anche uno dei calciatori a cui si ispira maggiormente, ovvero Neymar. E se infatti Samuele veste la maglia dell’Atalanta, non ha una vera e propria squadra del cuore, al netto dell’ammirazione che prova per i campioni del Paris Saint Germain. Tra gli idoli del talentino figura anche Kevin De Bruyne, del quale ammira la classe e l’altruismo in campo. Viene invece naturale pensare che la passione del calcio l’abbia presa dal padre, quest’ultimo che, però, augura al figlio una carriera ancora più florida della sua. Quindi, c’è molto di brasiliano in lui e nel suo modo di giocare, ma il suo rimane un talento azzurro che la nazionale giovanile si gode e, con le dovute premesse vista la giovane età, il suo prospetto è uno dei più interessanti del nostro campionato.