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Lorenzo, triste vittima della burocrazia: a 15 anni costretto a smettere di giocare e a lasciare i suoi amici dopo 10 anni

L'incredibile storia di un ragazzo e bandiera del suo club che non ha avuto la possibilità di difendersi dalle accuse

Lorenzo, triste vittima della burocrazia: a 15 anni costretto a smettere di giocare e a lasciare i suoi amici dopo 10 anni

Lorenzo, triste vittima della burocrazia: a 15 anni costretto a smettere di giocare e a lasciare i suoi amici dopo 10 anni

Sono passati 54 giorni dal 16 settembre, dalla prima giornata di campionato Regionale. 54 giorni da quel Vanchiglia-Pozzomaina che ha portato, per la società di via Monte Ortigara, pesantissime squalifiche. Un mese al tecnico Loris Fasiello, 8 giornate a Lorenzo Iacobbe (poi ridotte a 5), quattro giornate a Carmelo Simone Dina, ma quella che ha fatto più clamore è stata la squalifica di due anni a Lorenzo Marrone (QUI IL COMUNICATO). Una squalifica così lunga che ha costretto Lorenzo ad allontanarsi definitivamente dal calcio e che ha portato i dirigenti del Pozzomaina a dimettersi, tanto questi fatti sono parsi loro un'ingiustizia.

Ma a metterci lo zampino nella difficilissima scelta di Lorenzo di abbandonare il calcio a soli 15 anni, purtroppo, c'è una storia di cavilli burocratici, procedure e 'formule' giuridiche

Prima di passare alle considerazioni finali espresse dal Pozzomaina, è però doveroso ripercorrere brevemente l'iter burocratico che ha portato alla conferma dei due anni di allontanamento dal campo. Immediatamente dopo i fatti, la società Pozzomaina si è mossa affidandosi alla consulenza dell'avvocato della famiglia di Lorenzo che ha preparato e inviato in Comitato la lettera di ricorso contro la sentenza di primo grado, lettera nella quale società e calciatore esprimevano la volontà di essere sentiti dal Consiglio. La burocrazia e le norme però, si sa, sono in continua evoluzione, e né il Pozzomaina né Lorenzo sono stati ascoltati per un vizio di forma, ovvero nella lettera non compariva la precisa dicitura «chiediamo espressamente di essere ascoltati». Da qui le conseguenze riportate nel comunicato numero 27 del 19 ottobre 2023 il quale conferma la pesantissima squalifica. Squalifica che, se Lorenzo e il Pozzomaina avessero potuto presentarsi davanti al Consiglio, sarebbe stata certamente ridotta dal momento che Lorenzo, quel pugno, non lo ha mai dato.

Con queste premesse, la lettera di sfogo dell'ex dirigente del Pozzomaina, dimessosi dopo i fatti.

«Vorrei raccontarvi una storia, di calcio, di affetto, di giustizia e di rispetto. La parte del calcio è stata bella per diversi anni e tratta di un ragazzino di nome Lorenzo che corre sulla fascia come un puledro di razza. La mamma non è particolarmente entusiasta che frequenti il mondo del calcio, il papà lo segue, ma sempre in modo pacato, dagli spalti tifa a favore del figlio e della squadra in cui gioca, ma mai si rivolge in maniera scorretta nei confronti degli avversari che anzi, applaude quando fanno giocate interessanti. Questo ragazzino gioca per diversi anni, tenendo un comportamento irreprensibile, dentro e fuori dal campo, così come nello spogliatoio, senza mai prendere nemmeno un cartellino giallo».

Un sabato sciagurato...
«Uno sciagurato sabato, al termine di una partita intensa e troppo densa di contestazioni da una parte e dall’altra, nella concitazione del dopo partita che ha visto l’arbitro accerchiato da molti ragazzini di entrami i team, Lorenzo viene accusato dall’arbitro di averlo colpito, alle spalle, con un pugno. Premetto che per me che sto scrivendo il direttore di gara è l’autorità in campo e come tale va rispettato durante e dopo l’evento sportivo, ma siamo tutti testimoni del fatto che a volte anche le autorità non sono esenti dal prendere un abbaglio».


«Lo scrivente che in quel momento ricopriva il ruolo di Dirigente della società sportiva ed un’altra quindicina di persone del pubblico, compresi genitori della squadra avversaria e anche parte della dirigenza avversaria, quindi persone adulte, responsabili, padri e madri di ragazzini che si divertono a correre dietro ad un pallone, si sono resi disponibili per testimoniare l’insussistenza del fatto, ma nessuna di queste persone è stata interrogata dalla Giustizia Sportiva. In tutta onestà, non professando l’avvocatura, non lavorando nel mondo della Giustizia, tantomeno in quello della Giustizia Sportiva, non so dire se ci siano stati vizi di forma, se ci si potesse muovere in maniera differente per far giungere la voce di tutte queste persone. Credo però che quando si parla di una squalifica di due anni, per un ragazzino di 15 anni, comminata su una dichiarazione di un ragazzino di 16 anni (tanti ne ha il direttore di gara in questione) con oltre 15 persone adulte, anche avversarie pronte a dichiarare che il fatto non è successo e in considerazione del contesto e cioè stiamo parlando di ragazzini che GIOCANO a calcio, pensare che uno di loro venga allontanato due anni dal poter praticare la sua passione, sia sempre un errore».

La legge, l'ignoranza e la tutela dei minori...
«Dovremmo ricordarci che il calcio è un GIOCO, come tale è corretto che ci siano regole e giudici, ma credo che sarebbe corretto che le regole mettessero tutti nelle condizioni di poter portare la propria voce. La legge non ammette l’ignoranza, ma la legge sportiva che regola un gioco dilettantistico, dovrebbe pensare in primo luogo a preservare e a tutelare i minori. In questo caso specifico, mi sembra che l’unico minore tutelato sia stato il direttore di gara. L’impressione che ho io, scevro da pregiudizi di qualsivoglia genere, sulla direzione arbitrale, sulla Giustizia Sportiva, è che non si sia tutelato in maniera dovuta anche Lorenzo».


«Per sgombrare qualsiasi dubbio, voglio aggiungere che, se vedessi uno dei miei figli colpire un avversario o il direttore di gara o compiere un qualsivoglia gesto violento gratuito, non attenderei nemmeno il giudizio sportivo, gli impedirei di proseguire in quell’attività e probabilmente anche in altre».


«Come ho scritto sopra, in quel maledetto e scellerato sabato, facevo il Dirigente di società, dopo quell’evento ho deciso di dare le mie dimissioni in quanto se è successo quel che è successo è stato anche per la mia inefficacia nel calmare gli animi dei miei ragazzi, quindi oggi scrivo come spettatore qualsiasi, senza secondi fini. Certo, mi piacerebbe che questa lettera facesse cambiare le decisioni prese, portasse a riavvicinare Lorenzo ai campi di calcio, ma sono sufficientemente realista da crederci poco».

Dispiaciuto per Lorenzo, privato del campo di calcio e gli amici
«Sono davvero dispiaciuto e sconsolato per Lorenzo. Sfortunatamente per lui è capitato a lui, ma posso dire che la fortuna ha voluto che questo accadimento non sia avvenuto ad altri, Lorenzo ha infatti una famiglia solida, costituita da persone molto intelligenti  e premurose che seguono con attenzione i figli, in altri casi, allontanare un ragazzino due anni dai campi di calcio, vorrebbe dire mettere il ragazzino stesso in mezzo alla strada, liberare tempo che potrebbe essere riempito da pratiche decisamente meno sane degli allenamenti, tempo che potrebbe essere colmato con la frequentazione di amicizie meno sane di quelle nate con i propri compagni di squadra, in ambienti senza quel livello di protezione garantito da adulti selezionati da una società sportiva per controllare, seguire e in armonia con le famiglie, cercare di formare questi futuri uomini e donne».

Se potessi tornare indietro...
«Se potessi tornare indietro nel tempo cercherei di bloccare tutti i nostri ragazzini in panchina alla fine della partita senza quindi generare nemmeno quelle scintille che hanno messo certamente in difficoltà il direttore di gara, il commissario di campo e forse la Giustizia Sportiva. Se potessi tornare indietro nel tempo Lorenzo starebbe continuando a giocare, strappando gli applausi degli spettatori e dei suoi compagni per le sue discese sulla fascia, per i suoi assist ai compagni, per i suoi gol. Purtroppo il nastro non si può riavvolgere e la squalifica di due anni al momento c’è. Per chi ama il calcio dilettantistico a mio parere si tratta di una sconfitta su tutti i fronti».

«Per chi vuol bene a ragazzini che ha visto crescere, che da bambini ha visto ridere per la gioia di una vittoria e piangere per il dispiacere di una sconfitta, che ha visto affrontare con sempre crescente maturità le situazioni, vi posso assicurare, si tratta di un sentimento difficilmente descrivibile».

Il calcio è divertimento... Lorenzo segnato per sempre
«Il calcio, per un ragazzino che lo ama, che lo pratica con impegno, serietà, ma anche con il giusto divertimento, vuol dire molto e quel che è successo, basato su qualcosa che peraltro non è successo, certamente lascerà un segno indelebile in Lorenzo, ma anche nella sua famiglia, sulla sua reputazione, negli adulti che lo hanno visto crescere, nei compagni di squadra»

Spero che Lorenzo non perda fiducia nella Giustizia...
«Spero che inaspettatamente qualcosa succeda e Lorenzo possa tornare a calcare i campi di calcio e se questo non dovesse accadere, auguro a Lorenzo il meglio che la vita possa offrirgli. Spero che non perda fiducia nella Giustizia e soprattutto in se stesso».


Massimiliano, ex Dirigente, padre di un ragazzino che pratica il gioco del calcio

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Commenti all'articolo

  • Adrian

    06 Aprile 2024 - 12:04

    Mi è bastato leggere, tra tutto, che questi ragazzini di quindici anni circondavano l’arbitro. Io ho arbitrato il settore giovanile tra il 1991 e 1993, facevo parte della sezione AIA di Torino. È vero, è ingiusto che il ragazzino sia stato squalificato per due anni, o meglio, è ingiusto che sia stato squalificato solo lui. Io avrei squalificato l’intera società, dirigenti e ragazzini. Vergognosi!

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