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DAI CAMPI

Una squadra di 16 enni è formata per metà solo da stranieri, un’altra ha solo italiani cresciuti in casa

Nel secondo turno di campionato, due club di serie A hanno mostrato la diversa visione sui giovani

UNDER 17 SERIE A-B MILAN-BRESCIA JUVENTUS-REGGIANA

Mattia Cappelletti, difensore esterno del 2007, è alla sua sesta stagione con la maglia del Milan che l’ha tesserato dall’età di 10 anni

Da una parte del campo, panchina compresa, c’è una squadra di 16enni composta al 50% da calciatori stranieri e acquisiti da club esteri. Nell’altra metà di campo lo schieramento è 100% made in Italy. Le due squadre non sono contrapposte dal calendario della seconda giornata del campionato italiano Under 17 per società di Serie A e B, ma nei rispettivi impegni casalinghi della domenica hanno mostrato la loro diversa visione sui giovani (dati App statistiche scaricabile gratis). Internazionalizzazione totale da una parte e valorizzazione del talento interno dall’altra. I perché delle opposte modalità di gestione e programmazione del Settore giovanile possono avere una lunga serie di spiegazioni, che per alcuni dei loro dirigenti spesso sembrano più delle giustificazioni. Premettendo che nessun regolamento delle organizzazioni calcistiche mondiali di Fifa, Uefa e Federcalcio italiana (Figc) è ostativo all’utilizzo degli stranieri e che uno dei princìpi fondatori dell’Unione Europea (Ue) è la libera circolazione delle persone tra gli stati membri, quanto riscontrato nel secondo turno di Under 17 è da analizzare senza banalizzarlo con il qualunquismo del «Troppi calciatori stranieri».

Perché per i suoi futuri 17enni la Juventus ha proposto un organico di Under 17 al 50% formato da calciatori stranieri mentre il Milan è praticamente al 100% di matrice completamente italiana?

Se osserviamo la punta della piramide dei due club, il roster delle prime squadre di Massimiliano Allegri e Stefano Pioli, la modalità di costruzione delle squadre è totalmente ribaltata rispetto alle Under 17: bianconeri con molti più italiani (7 di 16 calciatori utilizzati contro la Lazio = 43,75%) e rossoneri globalizzati con un solo connazionale di Pioli nei titolari (Calabria) e 2 sul totale dei 16 post sostituzioni, scesi in campo nel derby (12,5%).

Il PRIMO bullet point che uno dei responsabili del Settore Giovanile della Juventus potrebbe presentare di fronte all’analisi del gruppo U17 Allievi rispetto al Milan è la Questione territoriale. Per le due società è inopinabile la differenza in termini numerici tra le regioni Piemonte-Valle d’Aosta e Lombardia, sia per densità di popolazione (poco meno di 4,5 milioni contro 10 milioni) che per club professionisti presenti all’interno dei confini regionali (solo in serie A lo scarto è del doppio a favore dei lombardi). Oltre alla posizione delle sedi societarie, nelle città di Torino e Milano, che per una normativa prettamente calcistica sui tesseramenti dei giovani, avvantaggia le province confinanti nelle diverse regioni come l’area provinciale di Milano con quella di Novara, aumentando il bacino di scelta dei potenziali talenti.

Alfonso Montero, difensore della Juve U17: il figlio di Paolo, tecnico della Primavera, ha prolungato il suo contratto 

Il SECONDO punto è la Concorrenza interna nelle regioni per l’acquisizione dei calciatori dalla terza infanzia (5-6 anni) per l’Attività di Base. L’operatività del Milan è certamente svantaggiata rispetto alla Juventus, che sul proprio territorio ha praticamente il monopolio perché l’antagonista Torino, non avendo un centro sportivo in gestione diretta e non fornendo i trasporti ai propri piccoli tesserati fino a 15 anni, ha negli anni di direzione del decano Silvano Benedetti ristretto il raggio d’azione alla provincia della città-capoluogo, limitando di molto la selezione nelle altre province di Alessandria, Aosta, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli.

TERZO e conclusivo punto della prima analisi sugli organici dell’Under 17 è l’Effettiva prospettiva. Almeno per gli ultimi dieci anni è stata elaborata una statistica, in continuo aggiornamento, che rileva la carriera di tutti i calciatori sia italiani che stranieri successiva ai campionati Under 17 e Primavera. L’acquisto di giocatori stranieri per le ultime due categorie giovanili rispetto agli italiani risulta essere troppo spesso un investimento sbagliato: la percentuale è stabilmente in deficit tra i profili arrivati da club esteri che non migliorano le loro caratteristiche per restare in Serie A o andare a giocare nelle altre serie professioniste d’Italia o d’Europa.

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