All'inizio Mauro Formenti non ci capiva nulla di tutta quella congerie di bonus, modificatori e +3. «È il fantacalcio, Papà» gli spiegò il figlio. «E perché non farlo anche con la nostra squadra?». «Eh, ma come?».
GIÀ, COME?
[caption id="" align="alignnone" width="900"] Voti, coefficienti, algoritmi, tabelle riassuntive...benvenuti nel primo Fantajuniores di sempre[/caption] L'arzigogolato sistema ideato da Mauro Formenti, genitore di un giocatore della Boffalorese, probabilmente avrebbe strappato un applauso a Machiavelli, ma l'inventore si schermisce: «Una volta che si gioca, è molto intituitivo». Il Fantajuniores s'ispira al Fantcalcio, la competizione che ogni sabato e domenica fa giubilare e sacramentare milioni di Italiani. Tecnicamente, si tratta di un "metafanta", un viaggio introspettivo in cui i contendenti sono essi stessi personaggi del gioco. Rispetto alla versione canonica, le varianti sono molto più sfaccettate: il regolamento prevede che a inizio stagione ogni ragazzo boffalorese scelga otto giocatori della sua squadra (incluso se stesso), con l'obbligo di coprire ogni ruolo in campo e di escludere settimanalmente, prima della partita, (classificandolo come nc) uno di questi otto. Come nel gioco concepito per la serie A, sono previsti bonus e malus a seconda di gol, assist o sanzioni, ma tali variabili vanno combinate con coefficienti che tengono conto del ruolo. Ad esempio il gol di un Magnotti o di un Arciero, gli equivalenti di Immobile o Icardi nel girone legnanese, conteranno molto meno del gol di un difensore centrale. Viene inoltre calcolata l'entità del gesto (un cartellino comminato per fallo di reazione o proteste porterà a una penalità maggiore rispetto a una semplice sanzione per fallo di gioco). Le pagelle sono costituite dalla media dei voti assegnati da un "triumvirato" composto da allenatore, dirigenti ed eventuali compagni in tribuna. È previsto un gettone presenza maggiore per i titolari e via via minore per subentrati e panchinari. A rendere il quadro ancora più variegato, ecco i jolly (ossia la possibilità, limitata nel tempo, di raddoppiare il punteggio di un giocatore a propria scelta) e i crediti (il poter inserire giocatori supplementari in rosa al conseguimento di una data soglia di punti). I dati vengono tritati ogni fine settimana nella tramoggia di un tabulato excel che provvede ad aggiornare la classifica.
Fine gennaio, climi siberiani, ma a Boffalora sopra Ticino il fantajuniores è già infuocatissimo[/caption] Va da sé: in prima battuta il Fantajuniores è e resta un gioco scanzonato, un maniera come un altra per divertirsi. Ma c'è di più: «Quest'anno ho voluto sperimentare un modo diverso per fare interagire i ragazzi della Juniores fuori dal campo di gioco e tenerli lontano dai cellulari almeno per 10 minuti alla settimana» scrive Mauro Formenti. Si parla tanto, e con cognizione di causa, della funzione educativa delle società provinciali che hanno il compito di togliere i ragazzi dalle strade. Ora però ai rischi di deviazioni malavitose e cattive frequentazioni, si è aggiunto quello dell'alienazione da dispositivo mobile. Oggi i centri sportivi non solo devono togliere i ragazzi dalle squadre, ma anche dallo schermo. Il fanta di Formenti è per sua stessa ammissione "un giochino da prendere con leggerezza", non ha funzioni pratiche, ma almeno convoglia l'interesse della squadra verso qualcosa di condiviso, si fa momento di aggregazione. Partita in sordina, con otto partecipanti, la competizione a gennaio aveva già raddoppiato gli iscritti, raggiungendo picchi drammatici il giovedì sera, quando certi partecipanti per comunicare la formazione, aspettavano l'ultimo minuto utile prima della scadenza in modo da giocare sulle scelte dei propri avversari. E si possono immaginare i "ce l'ho!" (o addirittura i "mi ho!") al momento di un gol dei blaugrana. E siamo così sicuri che anche dal punto di vista calcistico non possa avere qualche utilità? «Tramite il gioco è possibile comprendere certe dinamiche che sfuggono dal campo. Il Fantajuniores ti costringe a metterti in discussione, a chiederti il perché di una scelta, a ragionare sulla tua prestazione e sui meccanismi che stanno dietro a una partita» spiega ancora Formenti. Alla fine del campionato, e del torneo, tutto si è risolto nella maniera più classica per i ragazzi del Boffa: cena di squadra con pizza e birra per tutti. Per i vincitori, premi in palloni e calzettoni. Tante ragioni che fanno del Fantajuniores un semplice giochino. Ma anche qualcosa di più.
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