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Juniores Crisostomo, è arrivata la prima gioia

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Sabato, via Chopin, ore 20. Il Fatima sconfigge lo Scarioni in uno scontro che pesa come un macigno sulla stadera del campionato. Identità d’orario, ma cinepresa spostata 12 chilometri più a nord, in via Treviglio. Crisostomo e Sporting Leb impattano per 0-0. Sono ultima contro penultima, ma anche per la Sancri «è come se si fosse vinto un campionato». Perché, per una celia del fato, è proprio uno 0-0 il chiodo scaccia chiodo che permette di cancellare lo zero in classifica. E d’interrompere un’attesa che durava dalla prima giornata. La vicenda della Juniores è un po’ lo specchio del Crisostomo. Una società avvezza a soffrire, a barcamenarsi tra mille difficoltà. Ma anche un gruppo sportivo dalla pellaccia tremendamente dura. E che il verbo «mollare» non sa neanche cosa significhi. In attesa del via libera del comune per la posa del sintetico al Fossati, la Sancri gioca da anni fuori casa, sul campo del fu Dindelli. [caption id="" align="alignnone" width="900"]Scorcio di allenamento sotto il diluvio in via Cambini. Là dove ora c'è il campo in terra, la società auspica di poter realizzare un manto sintentico Scorcio di allenamento sotto il diluvio in via Cambini. Là dove ora c'è il campo in terra, la società per settembre auspica di poter srotolare un bel manto sintetico[/caption] «Non nascondo che è stato un percorso lungo e difficoltoso» spiega il tecnico Andrea Loprieno «Siamo partiti con un gruppo nuovo, di ragazzi che non si conoscevano. Il legame si è consolidato nei mesi. Questo 0-0 non cambia nulla in classifica, ma fa molto bene al morale». Quel morale che un po’ scemato nelle ultime sfide, fino alla conca dello 0-11 nel derby contro il Real Crescenzago. A fine partita i ragazzi, il presidente e la dirigenza del Crisostomo si guardano negli occhi e decidono che così non va. «Secondo me da quella sera sono cambiate un po’ di cose» illustra il vicepresidente Giacinto Di Terlizzi «Abbiamo trovato la corsa e la determinazione giusti». E quella cosa che al di là dei Pirenei chiamano «garra», a Napoli «cazzimma» e che Di Terlizzi più eruditamente definisce «animus pugnandi». Storie di ordinario stoicismo di bassa classifica L'anno scorso tutti erano rimasti impressionati dall'esempio della Cornaredese, una squadra autogestita, che scendeva in campo anche con 10 o 9 effettivi per onorare l'impegno. Da questo punto di vista Loprieno non ha problemi. «Son contento del pareggio» prosegue Loprieno «ma ciò che mi rende più felice è avere un gruppo di 22 ragazzi uniti, attaccati a questa maglia che nonostante gli impegni di studio e lavoro, dall'inizio dell'anno trovano il tempo di venire agli allenamenti e alle partite e dare una mano quando serve. È questa la cosa più bella». Ma intanto dopo la festa sfrenata di sabato, i ragazzi della Sancri covano un sogno. Raschiare via dalla pergamena del ruolino di marcia anche l’ultimo 0 rimasto. Quello alla voce vittorie. [caption id="" align="alignnone" width="675"]sancri-al-lavoro Crisostomen at work: una rappresentanza dei giocatori che a dicembre hanno impugnato attrezzi e ramazza per i lavori di manutenzione del centro sportivo[/caption]  
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