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Lumezzane Under 19, il tecnico Cristiano Donà: «Dobbiamo essere più compatti e da gruppo diventare squadra»

Donà Lumezzane
Sulla panchina dell'Under 19 del Lumezzane troviamo Cristiano Donà, tecnico con una vasta carriera da giocatore professionista che conta più di quattrocento presenze in Serie C; tra le maglie vestite anche quella del Lumezzane stesso. Nell'arco dei sei anni di militanza coi rossoblù vince il campionato di Serie C2 conquistando la promozione in Serie C, in cui negli anni successivi arriverà alla finale dei playoff. L'avventura da allenatore intrapresa dopo il ritiro comprende ormai diverse esperienze nel settore giovanile condite con una promozione conquistata nei Regionali B. Quali esperienze l'hanno aiutata di più nel corso della sua carriera da professionista? «Secondo me le cose più importanti le ho apprese durante la mia esperienza nelle giovanili del Torino; ogni anno ho cercato di apprendere qualcosa dai miei allenatori. Ho avuto la fortuna di poter essere allenato da personaggi importanti come Batta o Rampanti per dirne alcuni, da loro ho sempre cercato di carpire conoscenze e metodologie perché fin da giovane ho sviluppato interesse per il ruolo di allenatore del settore giovanile. Reputo questo settore particolarmente affascinante ed importante perché riguarda sia l'educazione sociale che quella sportiva». Un inizio di stagione complicato, quali sono le motivazioni a monte? «Penso che ci voglia semplicemente tempo e lavoro. Quest'anno abbiamo puntato su una rosa molto giovane, per molti ragazzi questo è il primo anno in questa categoria, che è difficile e comunque di un'importanza non indifferente. Abbiamo avuto qualche difficoltà ma stavamo già iniziando a girare bene, è stato un peccato venire stoppati, ora non vediamo l'ora di ripartire. Dobbiamo essere bravi a passare dall'essere un gruppo a diventare una squadra a tutti gli effetti raggiungendo la giusta compattezza. Sono convinto che il gruppo abbia le giuste caratteristiche per fare un buon campionato una volta trovato il giusto equilibrio e la giusta serenità; certo, i buoni risultati aiutano a vedere tutto in maniera più positiva, ma con la ripartenza ci arriveremo. E' fondamentale per i ragazzi riuscire a portare a termine quest'anno, molti di loro hanno già perso parte della scorsa stagione proprio in anni così importanti per il loro sviluppo». Cosa pensa dell'abolizione del vincolo per le società dilettantistiche? «Credo che tante società "stiano in piedi" per una gran parte grazie a questo vincolo, temo che la sua abolizione possa fare entrare in crisi molte di esse; penso anche però che porre il suo limite a 25 anni sia assolutamente eccessivo, credo che una giusta via di mezzo possa essere fissare il limite sui vent'anni. Bisogna poi anche dire che negli altri sport le iscrizioni hanno un costo di gran lunga maggiore alla retta della maggior parte delle società di calcio, e soprattutto chi si occupa del settore giovanile ha una competenza di ottimo livello. Nel calcio invece spesso vi sono tecnici o addetti ai lavori che ne sono carenti, questo forse può essere un incentivo per le società per rinnovare e migliorare le componenti del settore giovanile». Ha un ricordo particolare dei suoi anni da calciatore o da allenatore? «Da calciatore si tendono a ricordare le vittorie: ho un ottimo ricordo dei campionati vinti con la primavera del Torino e soprattutto della vittoria del campionato in C2. Ovviamente invece rimane l'amaro in bocca anche a distanza di anni per la finale persa nei playoff di Serie C. Di episodi rilevanti che mi hanno dato grandi emozioni ne ho vissuti tanti insomma, per quanto riguarda i miei momenti da allenatore è stata una grande emozione vincere il campionato dei Regionali B, e poi ricordo le belle emozioni quando è capitato di incontrare squadre professionistiche come Inter e Milan con le quali abbiamo fatto risultati importanti. L'input principale della società è far si che i ragazzi riescano a salire in prima squadra, quest'anno stanno giocando coi grandi Straolzini e Barbieri per esempio. Questo crea entusiasmo e attaccamento alla maglia dei ragazzi».
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