13 Gennaio 2021
Massimo Ugolini sulla panchina del Desenzano Calvina Under 19 nella sfida contro il Trento[/caption]
Com’è il morale della squadra dopo questo ennesimo rinvio?
«Ogni volta che arriva la notizia che la ripresa del campionato è stata posticipata c’è un inevitabile momento di sconforto, non solo per i ragazzi ma anche per noi tecnici e per la società. Devo però riconoscere ai miei giocatori una grande forza di volontà, perché recuperano molto in fretta l’entusiasmo riuscendo a vedere il lato positivo anche in questa situazione oggettivamente difficile, ovvero la possibilità di migliorarsi ulteriormente per arrivare alla prossima partita ancora più preparati».
Oggi le principali società si sono dotate di una struttura interna per la match analysis, altre si affidano ancora allo staff dell’allenatore. Dall’alto della sua esperienza, quale ritiene che sia la soluzione migliore?
«A livello utopistico servirebbero entrambe le strutture che dovrebbero collaborare tra loro, scambiandosi informazioni e arricchendosi a vicenda. Ciò è esattamente quello che avviene alla Red Bull, la società più all’avanguardia da questo punto di vista e che non a caso sta formando ottimi allenatori. Purtroppo questo diventa più difficile quando si tratta di allenatori affermati, abituati ad esprimere un certo tipo di calcio e poco inclini a metterlo in discussione. Loro tendono ad affidarsi esclusivamente ai propri collaboratori fidati».
Com’è cambiato il calcio negli ultimi vent’anni?
«Una volta le squadre giocavano sempre in un modo, cambiando magari qualche interprete ma con uno spartito ben definito, e per osservarle era necessario assistere dal vivo alle partite. Con gli strumenti che abbiamo a disposizione adesso è molto più facile studiare sia gli avversari sia le innovazioni tattiche degli allenatori. Oggi il calcio è in continua evoluzione: ad alti livelli ogni squadra deve avere sempre dei piani A, B e C, altrimenti puoi sorprendere il tuo avversario per mezz’ora, ma poi ti prendono le misure e ti neutralizzano».
Sente ancora Lucescu? Quest’estate il suo passaggio alla Dynamo Kiev ha fatto molto discutere per la storica rivalità tra i biancoblu e lo Shakhtar Donetsk…
«Quando è diventato Commissario Tecnico della Turchia e io ho scelto di non seguirlo dando la priorità alla famiglia, i rapporti si sono un po’ raffreddati. Negli ultimi mesi invece siamo tornati a sentirci frequentemente. Solo uno come lui, che a 75 anni dimostra ancora una grandissima voglia di allenare e mettersi in gioco, poteva accettare questa sfida».
Nella sua pur breve esperienza a Brescia, come collaboratore di Ivo Pulga, ha avuto modo di osservare da vicino Tonali. Si aspettava che potesse fare così fatica ad imporsi nel Milan?
«Tonali è un ragazzo speciale, e non mi riferisco soltanto alle qualità tecniche: al giorno d’oggi è bellissimo vedere che ci sono ancora giocatori che chiamano il proprio presidente per chiedergli la cessione alla squadra del cuore. Anche il fatto che ha chiamato Gattuso per chiedergli il permesso di indossare la maglia numero 8 dimostra di che pasta è fatto. In questo momento ha davanti Bennacer che negli ultimi mesi è stato uno dei migliori centrocampisti della Serie A, ma ha tutte le qualità e le motivazioni necessarie per riuscire a ritagliarsi il suo spazio».Attualità e cultura Ultime news