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Eccellenza

Pippo Inzaghi stravedeva per loro: 32 anni dopo i campioni della C1 sono amici-rivali in panchina

Una stagione fantastica nella quale il Campione del Mondo 2006 era un giovane alle prime armi, ora lo scontro da allenatori con in palio punti salvezza

MAURIZIO  BRAGHIN - SERGIO GALEAZZI

ECCELLENZA - MAURIZIO BRAGHIN E SERGIO GALEAZZI SONO PRONTI PER LA SFIDA DA ALLENATORI

Domenica 2 aprile poco prima della 15 si saluteranno come farebbero tutti gli allenatori che si incontrano nell'imminenza del fischio di inizio di una partita. La particolarità è che da compagni di squadra vinsero con una grande performance la Serie C1 1990-1991, di altissimo livello rispetto alla terza serie attuale, talvolta con seduto in panchina a guardarli nientemeno che un giovane Filippo Inzaghi che non poteva che tifare per loro e che li vedeva sicuramente come figure da cui imparare il mondo del calcio dei grandi (tant'è che fu 2 volte tra i 16 della squadra in quella stagione, il 13 gennaio e il 3 febbraio 1991, e vide persino segnare una doppietta da uno di loro).

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In Oleggio-Città di Cossato del Girone A di Eccellenza Piemonte-Valle d'Aosta non saranno solo in palio punti salvezza che servono a padroni di casa, ma si incontreranno da una parte Sergio Galeazzi, da 2 mesi allenatore dei novaresi, e Maurizio Braghin, ingaggiato la scorsa estate dai biellesi per portare la sua esperienza di tanti anni nella squadra della sua città. Entrambi da centrocampisti hanno fatto parte della rosa del Piacenza che vinse il Girone A della Serie C1 nella stagione 1990-1991 diretto da Luigi Cagni che pose la base per la formazione che poi centrò il salto in Serie A al termine della stagione 1992-1993 per poi rimanervi per anni con squadre composte sempre con soli giocatori italiani in rosa. Il Piacenza della famiglia Garilli tanto per intenderci.

PIACENZA-VARESE 2-0 (13 gennaio 1991)  (
PIACENZA: R. Gandini, Bertozzi, Di Bin, Papais, Doni, Occhipinti (90’ Polmonari), Galeazzi, Manighetti, Cappellini, Di Fabio, Piovani (74’ Rocca). A disp. Ramon, Moretti, Inzaghi. All. Cagni.
VARESE: Fadoni, Sala, Modica, Sogliano, Danova, Limido (46’ Bonadei), Pessotto, Raza (68’ Ambrosetti), Antonioli, Mazzola, Mosele. A disp. E. Gandini, Pedretti, Vanigli. All. Magni.
ARBITRO: Rossi di Rovigo.
RETI: 15’ e 45’ Galeazzi (P).
(da http://www.storiapiacenza1919.it)

Molti i compagni di squadra che poi fecero strada in categoria superiori proprio con gli emiliani, come i difensori Chiti, Manighetti, i centrocampisti Papais e Moretti e gli attaccanti Cappellini e Piovani, senza contare il centravanti Cornacchini che giocò persino nel Milan di Fabio Capello. Braghin e Galeazzi contribuirono in modo fattivo alla promozione rispettivamente con 19 presenze e una rete e con 19 presenze e 4 reti. La loro carriera proseguì poi con un ultimo anno tra i Prof nella Carrarese nel caso di Braghin, ormai quasi al termine della sua carriera che si concluderà nella Pro Vercelli nella stagione 1992-1993, e con altri anni tra C1 e C2 per Galeazzi che si toglierà ancora un paio di soddisfazioni tra Saronno e Borgosesia (altre due promozioni) prima di chiudere alla Sunese in Eccellenza.




Poi il passaggio al ruolo di allenatori. Ora avversari in una sfida che vede affrontarsi due squadre appunto con tecnici in panchina dal curriculum davvero notevole per un campionato di Eccellenza. Braghin, classe 1959, è sceso in Eccellenza dopo due decenni tra i professionisti, dirigendo anche lo stesso Piacenza tra giovanili e prima squadra. «Ricordo quel campionato 1990-1991 come una grande annata, con vittoria meritata grazie ad una squadra di giocatori di grande valore che poi sarebbero andati presto in Serie A e proprio con Gigi Cagni in panchina – sottolinea il tecnico di Cossato – era effettivamente un altro mondo il calcio dell'epoca e si vedevano in campo grandi giocatori. Con Galeazzi si è condivisa quella bella esperienza dopo esserci già incontrati a Varese qualche anno prima. Ed è sempre bello vincere. A Piacenza ci sono tornato poi da allenatore partendo dagli Allievi e concludendo con 6 mesi in prima squadra».

PIACENZA-CHIEVO 1-0 (3 febbraio 1991)
PIACENZA: Gandini, Bertozzi, Di Bin, Papais, Chiti, Occhipinti, Galeazzi, Manighetti, Cappellini, Di Fabio, Piovani. A disp. Ramon, Doni, Rocca, Braghin, Inzaghi. All. Cagni.
CHIEVO: Zanin, Volcan, Seeber, Franchi, Casabianca, Moretto, Monguzzi (80’ Perina), Labadini, Lerda, Curti, Gori. A disp. Biasi, Giordani, Buson, Bracaloni. All. Bui.
ARBITRO: Rausa di Cosenza.
RETE: 78’ Cappellini (P).
(da http://www.storiapiacenza1919.it)

 Chiaro dunque che a Braghin spiaccia molto vedere il Piacenza nella situazione attuale, ultimo in classifica nel Girone A della Serie C: «Davvero un peccato, con lo scontro con la Triestina della prossima giornata potrebbero finire le speranze di salvezza e questo mi dispiace molto. Ho giocato nella stessa Triestina e mi spiace vederla nella parte bassa della classifica, così come sono un po' timoroso per la Pro Vercelli. Sono squadre che mi porto nel cuore perchè tra quelle che hanno segnato la mia carriera». E sul suo Città di Cossato il tecnico ha un pensiero chiaro: «La nostra stagione è stata ottima per una neo promossa, abbiamo fatto giocare molti bravi giovani del nostro vivaio e spiace solo per alcuni infortuni che ci hanno un po' penalizzati. Credo che comunque come voglia di fare e come idee questa società possa solo migliorare nei prossimi anni perchè le possibilità ci sono».

L'arrivo di Sergio Galeazzi ad Oleggio risale invece allo scorso 6 febbraio, per subentrare al tecnico precedente. Ottimo fin qui il bottino con 15 punti in 7 partite e una situazione salvezza che si è messa molto bene. «Dovessimo vincere con il Città di Cossato non saremmo ancora a posto matematicamente, ma secondo logica sì. In chiave salvezza 37 punti sono un buon bottino. Lo dicono i numeri che negli ultimi tempi stiamo facendo qualcosa di eccezionale e mi piace soprattutto il fatto che la squadra sia solida e prenda pochi gol. Per chi punta a salvarsi questo è un aspetto molto importante».



Anche Galeazzi ha un ricordo molto bello della stagione della Promozione in Serie B con il Piacenza. «Arrivai a novembre dal Cosenza e feci 4 gol in tutto, una cifra all'epoca alta per un centrocampista, curiosamente 3 gol su 4 li segnai al Varese per cui avevo giocato qualche anno prima (e la doppietta ai lombardi del 13 gennaio arrivò appunto con Inzaghi in panchina ad ammirare ndr) – dice il tecnico di Arona – fui anche premiato a fine stagione insieme a Giovanni Cornacchini com miglior giocatore. Il gruppo era ottimo e ho un ottimo ricordo anche dell'esperienza come compagno di squadra di Braghin, una gran brava persona. Sicuramente era un altro calcio, con altre società, un altro tipo di organizzazione. Penso che una squadra di alta Serie C1 come la nostra dell'epoca possa equivalere ad un team attrezzato di Serie B dei giorni nostri».



Nel corso degli anni ovviamente Galeazzi ha sempre seguito con interesse le vicende del Piacenza, compresa purtroppo la discesa nel mondo dei dilettanti e la risalita che stenta ad avvenire, con una Serie B che manca ormai dal 2011. «Purtroppo conclusa la presidenza Garilli e il periodo di Gian Pietro Marchetti come direttore sportivo, la squadra è andata abbastanza in fase calante – dice l'allenatore dell'Oleggio – adesso è un vero peccato che si rischi di tornare in D per la piazza che è Piacenza. Senza alcun dubbio però la C di oggi è molto diversa, la qualità è scesa anche perchè si fanno giocare molti giovani per ricevere premi dalla Lega per il minutaggio. Questo quando invece i giovani dovrebbero invece giocare per merito».



Galeazzi ha anche un paio di ricordi legati ad un giovane Inzaghi: «All'epoca facile magari che venisse a bordo campo anche come raccattapalle dal momento che era davvero giovane. Sono stato molto contento di incontrarlo due volte in tempi successivi e vedere che si sia ricordato con piacere di me, una volta sul campo per un'amichevole Solbiatese-Milan e una volta per caso ad Arona. Sicuramente i giovani giocatori di quegli anni avevano voglia di giocare e imparare, e vedevano chi era in prima squadra come un esempio cui ambire. Era davvero un calcio molto diverso da quello di adesso». 

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