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Seconda Categoria

Il dottore gli aveva detto di smettere: dopo due interventi alle ginocchia torna a giocare e vince trofei su trofei

Ha condiviso lo spogliatoio con il noto cantante Blanco quando giocava nel Lumezzane

Nicolò Dondio

USO UNITED, SECONDA CATEGORIA • Nicolò Dondio, protagonista della vittoria del campionato Juniores U19 dello scorso anno, intento a spazzare il pallone

Una storia da "Brividi", come il titolo del brano di grande successo del suo amico Riccardo Fabbriconi, in arte Blanco. Perché sì, per chi non lo sapesse, prima di diventare cantante era un ottimo difensore. Ma non è quello di cui vogliamo parlare in questo momento. Oggi il protagonista è Nicolò Dondio. Dopo un passato nelle giovanili del Lumezzane e della Pavoniana, ha avuto dei problemi fisici all'età di 16 anni. Ha subito degli interventi a entrambe le ginocchia e il medico gli aveva suggerito di appendere gli scarpini al chiodo. Non si è lasciato abbattere e oggi calca il terreno con la USO United, nella Seconda Categoria bresciana. Nella scorsa stagione ha vinto da protagonista due trofei con la squadra e ha ricevuto un premio individuale consegnato da Felipe Sodinha. Una chiara dimostrazione di come con un carattere forte e un grande senso di dedizione, non esiste nessun ostacolo.

LE GIOVANILI

Nicolò inizia a giocare 15 anni fa, quando aveva solo 5 anni. Muove i suoi primi passi nel San Andrea Concesio, dove occupa il ruolo di attaccante. In questi quattro anni sigla una quantità di gol non indifferente: all'incirca 120. Ben presto viene notato dal settore giovanile del Lumezzane e si aggrega ai Pulcini, stringendo amicizia con Riccardo Fabbriconi, oggi conosciuto come Blanco. Durante questa esperienza Nicolò ha potuto confrontarsi con squadre professionistiche di Serie A, B e C, acquisendo importanti nozioni dal punto di vista tattico e caratteriale. Ricordiamo che la "scuola Lumezzane", negli anni ha contribuito alla formazione di grandi giocatori come Mario Balotelli e Alessandro Matri. Dopo questa parentesi, passa tra le fila della Pavoniana Gymnasium in cui gioca per due anni. È proprio in questo periodo che il tecnico, ai tempi Amedeo Venzi, nota che il ragazzo possiede delle ottime qualità da regista. Recupera palla facilmente, fa ripartire la squadra, ha molta visione di gioco ed estro. Già ai tempi del Lumezzane, l'allenatore Roberto Giglio aveva visto in lui queste capacità, ma non aveva rischiato. Un rischio che ad oggi si è rivelato una scelta lungimirante. Nonostante stia facendo molto bene in questa posizione del campo, il suo sogno è quello di tornare a fare l'attaccante come alle origini. Con un fiuto del gol, che come vedremo, non ha perso.

L'INFORTUNIO

All'età di 16 anni, decide di andare a giocare a pochi passi da casa sua, nello USO United. Un'esperienza che è iniziata decisamente in salita per lui. Mentre si allena sente che qualcosa non va nelle sue gambe. Dopo le analisi, gli viene diagnosticato il morbo di Osgood-Schlatter: un'infiammazione dell'osso e della cartilagine alla sommità della tibia, dovuta a un'eccessivo uso della gamba. Deve sottoporsi a due interventi a entrambe le ginocchia e, dopo 6 mesi di recupero, torna ad assaggiare il campo ma i problemi non finiscono: gli viene diagnosticato un'edema all'articolazione al livello del midollo osseo. Altri 6 mesi di stop, cercando di velocizzare il tutto tramite l'utilizzo della magnetoterapia. Il medico gli dice di prendere una decisione, perché difficilmente avrebbe potuto tornare a giocare. Ovviamente cosa decide Nicolò? Impegno, costanza e dedizione. Tornare ad indossare gli scarpini dopo un infortunio grave come il suo non è da tutti, ci vuole coraggio. Si teme una ricaduta e non è mai facile come decisione. L'emozione che solo il calcio sa dare è la motivazione per cui Nicolò non ha abbandonato il campo. E come direbbe un suo amico in una canzone: «Anche se mi fai male, senza non ci so stare». Al lettore libera interpretazione.

LA GIOIA

Per fortuna non tutti i mali vengono per nuocere. Nicolò ha infatti vissuto la scorsa stagione da protagonista, tanto da essere addirittura conteso tra l'allenatore della prima squadra e quello degli Juniores. Il sabato gioca da una parte e la domenica dall'altra. Un impegno non da tutti, che testimonia la voglia di fare e di migliorare del ragazzo. Sta di fatto che la stagione risulta essere magica: prima agguanta la finale di campionato con gli Juniores, poi raggiunge i playoff per la Seconda Categoria con i più grandi. Ma andiamo con calma e iniziamo dalla parte "meno succulenta" della storia: la prima squadra riesce a passare in Seconda Categoria, vincendo per 1-0 contro la Padernese. Nicolò risulta un punto fisso per allenatore e compagni, e anche grazie al suo contributo la squadra si guadagna la promozione. Passiamo ora alla parte che sembra essere come una ciliegina sulla torta, che arriva 4 anni dopo gli infortuni. È l'1 aprile e si gioca allo stadio comunale di Bovezzo alle 17.15. In palio c'è il campionato Juniores U19, con le due contendenti pronte a darsi battaglia per alzare il trofeo. Da una parte la USO United e dall'altra il Castrezzato. La partita si mette male per la squadra di casa, con la partita ferma sul 2-1. La svolta del match arriva grazie ad un corner: palla in mezzo, il difensore respinge di testa e la palla finisce tra i piedi di Nicolò. Che abbia pensato o meno a tutto quello che ha passato, in quel momento, ha fatto la cosa che sa fare meglio: ha spaccato la porta. La palla gli arriva sul destro di controbalzo e finisce dove il portiere non può arrivare, all'incrocio. Non è finita qui però, al 93' la partita è ancora in bilico e l'ex-Lumezzane ne combina un'altra delle sue. Lancio lungo del difensore, spizzata dell'attaccante e si ritrova da solo in area di rigore, dove il suo fiuto bomber non lo tradisce. È 4-3 e lo stadio esplode di gioia.

I TROFEI

Vincere 3 riconoscimenti, tra trofei e premi, in una stagione non è per tutti. Lo possono fare solo pochi eletti. Il suo gol è arrivato addirittura in televisione e ha vinto il premio di Top Gol 2022/23. A consegnarlo è stato Felipe Sodinha, ex-giocatore del Brescia, vincitore dello stesso premio nel 2014 quando si trovava in Serie B. I trofei vinti in 15 anni tra campionati provinciali, regionali e professionistici sono ben 12. Ci sono storie che vanno aldilà del calcio in sé, che meritano di essere raccontate. Come scrisse Leopardi in una sua opera, la ginestra sta sulle pendici del vulcano e sa che prima o poi verrà spazzata via dalla lava, ma nonostante tutto è sempre pronta a rinascere, volta dopo volta. Nicolò ne è un chiarissimo esempio...

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