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20 Marzo 2024
GOA7 LEAGUE • Matteo Citterio, capitano del Red Lock e della Vibe Ronchese in Promozione con il premio di MVP e il trofeo del campionato (Foto Goa7 League)
Immagina essere un ragazzo di 24 anni che gioca a calcio a livello dilettantistico. È una mattina qualsiasi, stai dormendo, suona la sveglia e, se sei uno di quelli che si attivano subito, prendi il telefono per spegnerla e ti alzi, intravedendo una strana notifica nella schermata Home. Se invece sei un po' più pigro la spegni senza neanche guardare e ti rimetti a dormire, tanto ne hai messe almeno altre due o tre che suoneranno cinque minuti più tardi. Spegni anche la seconda, se serve pure la terza, finché per disattivare l'ultima prendi il telefono e vedi il messaggio di un numero sconosciuto: «Segnerai a un campione del mondo». Sbadigli, metti il telefono sul comodino e torni a dormire pensando: «Seh, va beh». Poi però arriva l'ora in cui devi svegliarti per forza e inizia la tua solita giornata, finché la sera non entri nello spogliatoio, ti cambi e scendi in campo. L'orologio, questa volta non del telefono, scorre e arriva al minuto 5:37 quando sei dentro l'area di rigore e arriva la sponda aerea di un compagno. Sei un difensore, è naturale che la testa ce la metti lo stesso, ma è meno normale che con quella spizzata anticipi Marco Amelia e porti in vantaggio la tua squadra in una finale seguita in diretta da 34mila persone. Roba da: «Seh, va beh», ed è quello che probabilmente penserebbe anche Matteo Citterio, se non fosse che questa è la sua storia.
Tranne il messaggio premonitore, quello è solo un modo di introdurre ciò che sarebbe una favola, ma che si intreccia con la realtà. Perché sì, è tutto vero, come titolava la Gazzetta dello Sport il giorno dopo la vittoria del Mondiale 2006, quando la Coppa del Mondo finì anche tra le mani di Amelia. E fa niente se il portiere del Livorno all'epoca non giocò neanche un minuto nella competizione - d'altronde, anche Angelo Peruzzi dovette fare il tifo per un certo Gianluigi Buffon -, segnare a un avversario di questo calibro è una coccarda che in pochi possono appendere nella propria bacheca, e anche uno di quei momenti che non dimenticherai mai. Per conferma chiedere proprio a Citterio, di giorno capitano della Vibe Ronchese e di sera capitano dei Red Lock, come si direbbe in un fumetto: «La sensazione è troppo grande per poterla descrivere. Se devo essere sincero l'ho realizzato dopo aver finito di giocare, per me in quel momento avevo fatto il primo gol della finale, poi però ripensandoci mi sono detto: "Cavolo, ho segnato a un campione del mondo"».
E la rete non è proprio una qualsiasi, ma quella che sblocca l'ultimo atto della Winter Season targata Goa7 League, l'evento più atteso nel panorama calcistico social, dove i suoi organizzatori - WebStarsChannel, Andrea Panciroli (alias IlPancio) e Andrea Hakimi (in arte Homyatol), due creatori di contenuti su internet - da ormai un anno a questa parte hanno dato vita a un progetto in cui «sport e web si incontrano per portare emozione e intrattenimento a un altro livello», come si legge sul sito della competizione. Nata come Summer Cup a metà 2023, l'iniziativa ha visto l'organizzazione di una Winter Cup e poi di un vero e proprio campionato di calcio a 7: la Winter Season, appunto, suddivisa in una fase a gironi e una a eliminazione diretta (per scoprire il regolamento completo clicca QUI). Un evento seguito da decine di migliaia di utenti sia in diretta su Twitch - piattaforma streaming di Amazon - sia tramite gli highlights presenti su YouTube, dove la rete di Citterio è stata vista da 34mila persone in live e 160mila volte via video.
Numeri, sì, i soliti e stancanti numeri, quelli che però non possono restituire le sensazioni provate dal difensore classe '99, che sul gol continua: «È vero che si tratta di un torneo sui social, però poterlo raccontare è la cosa più bella, e anche poter rivivere quelle emozioni. Il video l'avrò rivisto centinaia di volte. Non è il gol della vita, ma ero lì: l'ho fatto di testa, un po' di rapina, però l'ho cercato. È stata un'emozione indescrivibile, e con il senno di poi personalmente penso sia stato il gol più importante della competizione, al di là della finale». Anche se due parole sulla partita in sé vanno spese, perché il timbro di Citterio è quello che consente alla sua squadra di sbloccare la sfida con La Fucina, poi battuta 8-4, conquistando così il primo campionato della Goa7 League e il terzo trofeo sui tre messi fin qui in palio, il secondo alzato da capitano.
Non solo, però, perché a coronare il tutto arriva anche il premio individuale più importante di tutti, quello di miglior giocatore della competizione: il GOA7 - celebre acronimo che sta per «Greatest of All Time», con il 7 a simboleggiare il calcio a 7. «Mi era stato comunicato durante la giornata che mi stavo giocando il premio e che avrei dovuto fare gol, quindi quello ad Amelia è caduto perfettamente. - racconta il difensore dei Red Lock, squadra presidenziata da Edoardo Magro, alias IlMasseo - Anche lì è stata una grandissima emozione perché io non giocavo per vincere l'MVP, è stata una conseguenza delle prestazioni fatte durante il campionato. Fortunatamente ho sempre dimostrato di essere un determinato tipo di giocatore. Credo sia stato un altro obiettivo raggiunto grazie a quello che abbiamo dimostrato in campo, anche se era più importante portare a casa la terza coppa».
Il capitano con il trofeo del campionato vinto, il terzo su tre in maglia Red Lock
La terza, esatto, perchè Citterio fa parte della squadra che sta dominando la Goa7 League sin dagli inizi, quando l'occasione di giocare al fianco di alcuni dei propri idoli del web si presenta grazie a un compagno della Vibe Ronchese: «Devo esclusivamente ringraziare Anto - Iuliano, numero 1 del club di Ronco Briantino e del Red Lock, anche lui premiato come miglior portiere della competizione - perché sono stato tirato dentro tramite lui. Per impegni lavorativi non sono riuscito a partecipare ai draft, ma poi ci sono state le selezioni dei presidenti e sono stato scelto dal Masseo, che ha sempre avuto fiducia in quello che gli veniva riferito dai suoi giocatori. Con me è stato un po' sparare a vuoto perché non mi conosceva, si è fidato esclusivamente delle parole di Anto e da lì partito tutto».
Antonio Iuliano e Matteo Citterio, compagni di squadra alla Vibe e nei Red Lock, qui con il secondo trofeo vinto
È così che il difensore riesce a realizzare il sogno di una generazione di ragazzi cresciuti seguendo i video di intrattenimento pubblicati su YouTube da alcuni dei partecipanti al torneo, ritrovati sia come avversari sia come compagni di squadra. «Quello dei social è un ambiente che ho sempre seguito. Ero molto entusiasta all'idea di partecipare e di poter giocare per la squadra del Masseo, o avere a che fare con due pilastri del web come Rohn e Dread. - racconta Citterio, che aggiunge - Dall'esterno sembra facile avere dei pregiudizi. Si pensa magari che abbiano la puzza sotto il naso, invece ho avuto la fortuna di circondarmi e conoscere persone che sono di un'umiltà incredibile. Appena sono finite le due giornate della prima edizione estiva ho subito scritto ad Anto che lo ringrazierò per sempre per le persone che mi ha fatto conoscere. Tuttora abbiamo un gruppo WhatsApp in cui ci sentiamo tutti i giorni, parliamo di questioni inerenti alla Goa7 e non solo. Ogni tanto ci ritroviamo anche, si è costruito un rapporto di amicizia che va al di là del torneo».
Un gruppo di cui il classe '99 è diventato capitano nel corso del tempo: «Ho iniziato a farlo nelle ultime partite della prima edizione. All'inizio c'erano Dread e Rohn, poi il Masseo di sua spontanea volontà con il mister - lo streamer Mario Sturniolo - mi ha confermato. Io che non ero mai stato all'interno del web ho ricevuto la responsabilità e la pressione delle migliaia di persone che guardano le live e che li seguono, ma è stato un onore per me, quindi ho sempre cercato di portare in alto la squadra e di impegnarmi al massimo». Prestazioni che non sono mai mancate, a tal punto da ricevere anche qualche soprannome leggermente importante: «Faisal - Bangal, bomber ex Alcione e primo GOA7 di sempre - mi chiamava motorino perché al calcio di inizio, da fare partendo tutti dalla linea di porta, arrivavo sempre per primo, poi da lì è nato il Bolt della difesa. The Wall, invece, me l'hanno dato i compagni perché non facevo mai passare nessuno, o ci riuscivano poche volte. Ora invece durante il campionato mi hanno chiamato Sandro Nesta, diciamo che a ogni edizione c'è stato un level up per quanto riguarda il soprannome. È normale che non ci sia assolutamente niente che possa rapportarmi con un difensore come lui, però fa parte di quei momenti dove vige tanto divertimento e non puoi non esserne contento. Sono molto soddisfatto del percorso fatto sin dall'inizio».
E vista la citazione all'ex compagno di squadra Bangal, Citterio non può che confermare quanto detto dall'ex Alcione sui compagni di questo incredibile viaggio: «Il Masseo, anche un po' per la sua personalità, non ha mezzi termini: se ti deve dire una cosa te la dice, ma è sempre costruttiva. Non ha mai detto cose negative nei nostri confronti, anzi, ci ha sempre portato sul palmo di una mano, ci ha sempre caricato e ha sempre creduto in noi. Con Mario, invece, grazie alle sue doti di linguaggio, ogni discorso prepartita diventava da pelle d'oca. Se tutti avessero un allenatore così scenderebbero in campo a dar la vita. Jack - Giacomo Sanvitale, calciatore dilettantistico e creatore di video sul mondo del calcio - è una persona fantastica. Ho avuto modo di conoscerlo e stringere un po' i rapporti, purtroppo però non è riuscito a giocare con noi alla Summer e ci ha dato una mano con la parte più tecnica e tattica. Nelle altre edizioni non era nei Red Lock perché era difficile che riuscisse a fare sempre avanti e indietro dall'America. Ora non ne fa più parte, però è stata una persona che ha dato un contributo fondamentale».
Dai tempi del Re del Mozambico, però, la squadra dei Red Lock si è evoluta, portando alla ribalta altri protagonisti di spicco. «Sergio Cruz per l'esperienza che ha fatto e per la voglia di calcio che ha nonostante l'età penso sia da esempio per tutti quanti. - racconta il capitano dei rossoneri - In campo è una persona che senti che fa la differenza, poi va beh, il Fiche - Danyel Fichera - è sempre determinante. Sono giocatori che mentalmente quando pensano di poter risolvere la partita lo fanno, punto e basta, e si è visto. Abe - Abenezer Castiglioni - invece è un tuttofare, è sempre dappertutto e ha fiato per tutti quanti. Fortunatamente siamo persone diverse, ma anche molto versatili, e forse è anche quello che ci ha completato di più a livello di squadra».
Due mondi fino a qualche anno fa abbastanza separati, ma che con la pandemia si stanno avvicinando sempre di più, e la Goa7 League ne è l'esempio perfetto. Già, perché non si tratta di un "semplice" torneo tra star del web, ma di una competizione che si è aperta fin da subito a chi pratica calcio in maniera dilettantistica, organizzando dei provini sin dalla prima edizione. Oltre ai due compagni della Vibe, nei Red Lock figura anche Valerio Ferrigno, classe 2002 della Cisanese, così come in altre squadre sono passati giocatori quali Salvatore Lillo, ex Leon ora alla Baranzatese, o Davide Bertocchi, vincitore l'anno scorso di coppa e campionato con il suo Casteggio in Promozione.
Per tutti loro si è presentata dunque l'occasione di cimentarsi in un evento seguito da migliaia di persone, cosa che raramente succede in un weekend qualsiasi a livello dilettantistico. Un peso quello del pubblico, però, che secondo Citterio «non senti quando sei in campo perché chi ti sta guardando è dietro a uno schermo. All'interno se non sei abituato potrebbe pesarti il fattore telecamere e fare lo show, e in effetti è stato difficile all'inizio, ma una volta presa la mano è stato facile continuare, oltre che piacevole e divertente. Fuori invece si percepisce di più perché ti dà una visibilità abbastanza grande, ma quello che ho preferito è che vivere questo tipo di esperienze ti regala delle emozioni che quotidianamente non hai».
Avventure che sembrano destinate a continuare in futuro, con un'altra Summer Cup alle porte e un progetto che pare pronto a espandersi. «Non so molto perché non faccio parte dell'organizzazione, però immagino che l'obiettivo sia crescere il più possibile e farlo diventare un lavoro anche per noi. - spiega Citterio - Nel giro di un anno ci si è trasformati completamente, sotto tutti i punti di vista: organizzazione, imprese, livello di intensità nelle partite, l'integrazione nell'ultima edizione del pubblico, poi è normale, siamo comunque all'inizio e le cose non arrivano da un momento all'altro, ci vuole tempo. Chi è dentro al progetto ci crede e ha voglia di investire il proprio tempo in questa bellissima esperienza». E dall'altro lato c'è chi si è messo in gioco ormai da un anno, ovvero la Leon, che ha offerto il suo centro sportivo sin dal primo evento, dimostrandosi ancora una volta al passo coi tempi.
La missione principale, quella che da ben 7 anni vede The Wall difendere i colori della sua Vibe Ronchese, di cui è capitano da più di due stagioni. Arrivato nel 2017 dalla Cisanese, Citterio è diventato una delle colonne portanti dei brianzoli, vivendo momenti stupendi, come i playoff al primo anno, e altri più complicati, come i playout del 2022 con la Cob 91, anche se il difensore quasi li invertirebbe: «Raggiungere subito i playoff è stato bello, ma quando sei lì speri di arrivare in fondo e invece siamo usciti al primo turno. Ero appena arrivato, ero giovane e mi sarebbe piaciuto continuare. La salvezza raggiunta durante i playout due anni fa è stato un momento talmente bello che abbiamo festeggiato fino a due settimane dopo. C'è stato un momento di difficoltà, siamo riusciti a prenderci per mano e alzarci tutti assieme. Personalmente, invece, due stagioni fa a inizio campionato c'era un allenatore che non mi vedeva troppo, finchè non c'è stato bisogno, e quando sono entrato non sono stato più sostituito. Ho avuto la mia rivalsa in campo».
Matteo Citterio in maglia Vibe Ronchese
A tal punto da ricevere anche l'onere della fascia di capitano, un ruolo interpretato senza eccessi: «Sono una via di mezzo tra uno silenzioso e uno che si fa sentire. Alla Vibe ho il ruolo da tempo, ho passato varie esperienze e riesco a capire quando è il caso di intervenire, parlare direttamente o in un altro modo, anche perché alla fine siamo una squadra giovane. Fortunatamente sono abbastanza bilanciato, riesco a equilibrare momenti in cui essere silenzioso e altri in cui usare le parole». È anche grazie a queste qualità che Citterio è diventato una presenza fissa nell'ambiente biancoverde, con cui si è stretto ormai un legame fortissimo: «Sono arrivato da un infortunio con l'Under 19 della Cisanese, ma la Vibe aveva comunque deciso di puntare su di me, quindi mi sono messo con la testa bassa a lavorare finché non ho avuto la possibilità di farmi vedere. Nel corso degli anni le situazioni sono cambiate, come in tutte le squadre, però ho deciso di restare perché, al di là del fatto che sono sempre stato accolto bene, la società non mi ha mai dato problemi. Sono persone sempre disponibili e la squadra è sempre stata un gruppo forte e giovane, in grado di trovare sempre un modo di comunicare e rapportarsi. Condividere queste emozioni è sempre stata una bella cosa».
E adesso c'è un'altra emozione da condividere, overro quella della salvezza in Promozione. Un campionato iniziato in salita, con appena 6 punti nelle prime 8 giornate, poi però l'arrivo di Stefano Passoni ha ridato nuova linfa alla squadra, imbattuta nelle 8 gare successive. «Il mister ci ha dato qualcosa in più, però, come avevo detto negli spogliatoi a Costamasnaga, se ci vogliamo salvare non basta questo. - spiega il capitano viste le ultime uscite un po' traballanti in termini di risultati, che hanno congelato i brianzoli in zona playout - Stiamo lavorando per riuscire a mettere quel qualcosa in più che ci possa permettere di portare a casa quei tre punti che fanno la differenza in campionato. Il fatto di giocarsela fino alla fine ti dà adrenalina, ma speriamo che sia la voglia di un collettivo e non di pochi perché la differenza la facciamo se tutti quanti vogliamo la stessa cosa. Io sono fiducioso, mi fido dei miei compagni e delle nostre potenzialità». Parola del capitano, pronto a legarsi ancora una volta la fascia al braccio per andare a prendersi un altro trofeo, quello più sudato e importante di tutti.