L'intervista
19 Luglio 2021
Alessandro Volpini, il colpo di mercato della Calvairate
In vista della ripresa dell’attività la Calvairate, che aveva scelto di non ripartire lo scorso aprile, sta rinforzando la squadra che disputerà il campionato 2021/22. Il colpo di questa prima fase di mercato è senza dubbio Alessandro Volpini, difensore che si è laureato campione un mese fa con l’Alcione, regalando agli Orange la prima storica promozione in Serie D con un gol di testa nel recupero a Pavia.
Cosa ti ha convinto a vestire la maglia della Calvairate?
«Parlando con la società mi hanno fatto subito sentire a casa, parte di un gruppo molto unito. Inoltre qui c’è l’ambizione di far bene, pur senza fare grandi proclami. Per me erano già una buona squadra prima del mercato. Considerando anche la campagna acquisti sono convinto che possiamo ottenere dei bei risultati. Determinante per la mia scelta è stato anche il tesseramento di Federico Corona che, oltre ad essere un giocatore incredibile e un caro amico fuori dal campo, è soprattutto un grande uomo capace di creare il giusto clima all’interno di uno spogliatoio».
Non avresti preferito giocare la Serie D che ti eri conquistato sul campo?
«Certo mi sarebbe piaciuto, c’era anche un allenatore che mi voleva, ma non potevo continuare ad allenarmi al pomeriggio per via del mio lavoro. Grazie a Dio ho potuto farlo nei mesi scorsi ed è andata nel migliore dei modi. E poi quello che conta davvero per me è il gruppo, formare una famiglia tra i calciatori e l’allenatore. Così come abbiamo fatto all’Alcione dove si è creato uno spogliatoio fantastico ed eravamo davvero coesi. Qui immagino che sarà la stessa cosa, anche perché conosco alcuni giocatori come Torrisi, Paloschi, Licciardello e Ricupati: mi hanno fatto sentire già a casa».
Quale sarà il vostro obiettivo stagionale?
«Noi vogliamo provare a fare un gran bel campionato. Certo, dipenderà anche dalla composizione del girone per capire quali saranno le nostre avversarie. Quello appena terminato era composto da grandi squadre come il Pavia, che ha preso allenatore eccezionale e un attaccante forte come Zingari, o il Varzi, che si è rinforzato ulteriormente con la coppia di attaccanti Grasso-Pizzini».
A proposito di Pavia, cosa ne pensi della scelta di puntare su Albertini?
«Hanno preso un grande allenatore. Prepara le partite con una tale attenzione ai dettagli che sembra di essere in Serie D se non addirittura in C. Merita di avere fortuna e riportare gli azzurri tra i professionisti. Poi io ho fatto lì le giovanili quindi conosco l’ambiente: la piazza è importante e c’è un tifo che ti spinge».
La Calvairate ha scelto di non ripartire ad aprile. Pensi che nelle prime settimane possa giocare a vostro sfavore?
«Noi abbiamo ricevuto un programma di allenamento che inizia già prima del ritrovo e sono sicuro tutti i ragazzi lo seguiranno. E poi non vanno sottovalutate le motivazioni: chi non è ripartito ha una grandissima voglia di scendere in campo, anche più di noi che abbiamo avuto la fortuna di giocare».
Che sensazioni provi se rivivi il gol che è valso la vittoria del campionato?
«Sono emozioni troppo belle, è stata una soddisfazione talmente grossa che rimarrà indelebile nella mia carriera calcistica. Su quella punizione si è creata una situazione particolare perché c’erano in campo cinque punte. In quel momento gli schemi saltano, conta solo il cuore. Quando ho visto la palla andare sulla testa di Valenti ero certo che l’avrebbe presa, quindi sono andato sul secondo palo pronto a raccogliere un’eventuale sponda e mi è andata bene. Ci siamo subito resi conto dell’importanza di quel gol anche se io ero io primo, negli spogliatoi, a far presente che non era ancora finita. Anche perché se avessimo abbassato la concentrazione negli allenamenti successivi, poi l’eventuale spareggio sarebbe diventato molto pericoloso. Riaccendere il cervello non è mai facile».