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Eccellenza Femminile

A 53 anni gioca (e segna) in Eccellenza: leader di una squadra che a fine stagione avrà coperto 5300 chilometri di trasferte

Realtà da record in ogni senso quella mantovana di Casalmartino, che vanta in rosa una capace di segnare agli USA in casa loro con la maglia della Nazionale

Moira Placchi

Moira Placchi (credit foto azione Dario Casali)

11 presenze in un campionato nel cui è arrivata in corsa in autunno, di cui 8 da subentrata; 450 minuti giocati; 1 gol (lo scorso 13 novembre sul campo del Minerva). Numeri che di per sé non avrebbero nulla di straordinario se non fosse che la giocatrice alla quale sono riferiti ha compiuto 53 anni lo scorso 14 marzo. È tornata a giocare in questa stagione nella sua Mantova (la squadra disputa le partite a Roncoferraro, per la precisione) Moira Placchi, classe 1970, là dove tutto era cominciato. Per proseguire ancora una carriera leggendaria che l'ha vista superare i duecento gettoni in Serie A, vestendo anche numerose volte la maglia della Nazionale al fianco di alcune giocatrici più importanti del momento femminile italiano come Vignotto, Bertolini o Bavagnoli, e venendo allenata da Carolina Morace.

LA CARRIERA

Dopo gli esordi a 16-17 anni, Moira Placchi approda alla Reggiana nel '91 dove nella sua prima stagione alza la Coppa Italia e in quella successiva lo Scudetto. Nel '93 si trasferisce a Riva del Garda nella formazione neopromossa e in tre campionati colleziona oltre 80 presenze in A e 24 gol. Nel 1996 scende in B con il Bardolino (con il quale coprirà la parentesi più grande con la stessa casacca, sei anni), dando il suo contributo per il ritorno della società nella massima Serie. Nel 2002 il passaggio al Foroni Verona, con il quale conquisterà due Scudetti e una Supercoppa. Al Porto Mantovano, in Serie B, un grave infortunio la limita, ma già nella stagione successiva conquista la promozione. Nuova parentesi al Bardolino nel 2006-2007 prima di tornare quasi subito a vestire la casacca mantovana, dove stavolta, al termine di una stagione sfortunata, arriva una retrocessione. Moira Placchi sceglie allora Frutta Più Verona tornando a giocare in Serie C regionale e contribuendo alla promozione della squadra alla Serie B e sfiorando una doppia promozione. Dopo un periodo di inattività, a 43 anni decide accetta la proposta del Villacidro per giocare in Serie B nel 2013-2014.

32 le presenze in Nazionale con 3 gol all'attivo. Da segnalare anche le sue esperienze di allenatrice con Roverbella, Atletico Mantova e ASD Mantova Femminile. Proprio legato alla Nazionale il ricordo più bello: «Segnai un gol in azzurro in una partita giocata contro gli Stati Uniti in casa loro. Senza dubbio quello è stato il momento più emozionante in tutta la mia carriera». 

ANCORA IN CAMPO CON IL CASALMARTINO

Il salto al presente racconta dell'esperienza con la società fondata nel 2021 da un gruppo di imprenditori e appassionati locali, che ha coinvolto come dirigente l'ex Mantova e Governolese Michele Balasini, il quale insieme a tecnico Maurizio Arvani l'ha cercata per l'avventura in Eccellenza: «Moira a Mantova la conoscono anche i muri, è stato naturale per noi cercare di coinvolgerla nel Casalmartino quando è stata fondata la nuova società. Oltre che un atleta di esperienza sconfinata, e ancora dotata di una condizione fisica importante, rappresenta un grande valore aggiunto per il gruppo e per lo spogliatoio. Parliamo di una persona assolutamente esemplare, non soltanto come calciatrice». L'ultima prestazione di Moira Placchi nella partita persa di misura contro il Crema ha mostrato una giocatrice ancora capace di dare un contributo importante: «Specie in un campo difficile come quello di Crema - prosegue Balasini - schierata da difensore centrale ha guidato magistralmente il reparto contro una delle squadre più forti del campionato». 

Moira racconta invece così il suo ritorno al calcio e la sua stagione: «Sono stata ferma sette anni per rimanere vicino alla mia sorella gemella, malata di SLA, poi Balasini e Arvani mi hanno cercato, e per me è stato un po' come chiudere un cerchio, il fatto di tornare a giocare qui dove avevo cominciato. C'è stata sicuramente una componente sentimentale nella scelta di ricominciare. Nella mia carriera ho giocato inizialmente sulla fascia, poi sono stata arretrata nel ruolo di terzino; ora da difensore centrale mi trovo bene, riesco a gestirmi. Chiaramente non svolgo l'allenamento allo stesso modo delle ragazze più giovani. Faccio quello che mi serve per mantenere una buona condizione. Se ho intenzione di continuare ancora anche nella prossima stagione? Dipende da come mi sentirò alla fine di questa, e anche dai progetti che avrà la società per il futuro».

QUINDICI TRASFERTE INCREDIBILI

Il Casalmartino detiene inoltre un altro notevole primato in questa stagione, che va ben oltre i confini del calcio femminile. Situata sulla "punta" della Lombardia, in quella fetta di territorio più prossima a Veneto ed Emilia Romagna rispetto a moltissime delle altre province, una mantovana è chiamata a sforzi enormi, anche economici, per onorare un campionato come quello dell'Eccellenza. Cartine e calcolatrice alla mano, la trasferta più morbida per il Casalmartino è quella di Barbariga, contro il 3Team, e parliamo di un centinaio di chilometri. Varese la più lontana: 220! Se si vanno a sommare le distanze da colmare per tutte le partite esterne del Casalmartino si arriva, considerato il tragitto andata e ritorno, alla spaventosa cifra di oltre 5300 chilometri, con picchi severissimi come ad esempio l'impegno al Bione di Lecco programmato per le 19.00 della domenica.

«Chiaramente è una problematica in più da affrontare per noi, e un grande sacrificio per tutti - racconta sempre Balasini. Una partita alle 15:00 significa partire al mattino e tornare sostanzialmente la sera; quando gli orari sono più scomodi capita che alcune ragazze non possano venire perché l'impegno sarebbe troppo pesante per loro, andando a condizionare anche la sfera lavorativa (non è un caso che il Casalmartino si presenti spesso con pochissime giocatrici in panchina negli impegni fuori casa, in un campionato che sta comunque vedendo la squadra veleggiare verso una salvezza solida -ndr-). Ma d'altra parte non siamo gente che cerca alibi o si scoraggia per questo, anzi, se da una parte trasferte così lunghe sono molto pesanti, dall'altra aggiungono momenti di condivisione che possono aiutare al morale e al gruppo». 

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