Crudelizia
25 Settembre 2022
Bad Boys: Mario Balotelli e la lite con Mancini, Antonio Cassano e le sfuriate con Capello
Quando un giocatore diventa una star indiscussa è osannato e tutto gli viene concesso. Così facendo spesso diventa protagonista di storie di eccessi e abusi di ogni tipo.
Mario Balotelli ne ha combinate di cotte e di crude. L’ultimo episodio è accaduto in Svizzera dopo la partita del Sion, la squadra dove si era trasferito dopo l’esperienza con i turchi dell’Adana. Il video lo ritrae a Losanna nel quartiere dei club più alla moda della città. Serata di bagordi per Balotelli che è stato poi ripreso in un filmato registrato e diffuso da un portale, all’uscita dal locale mentre tentava di dirigersi verso il parcheggio. Lo si vede barcollante, necessitare del sostegno di due persone, una donna e un uomo, che lo accompagnano. La prima “balotellata”. Mario giocava nell’Inter e segnava molti gol. Durante la partita di Champions League tra l’Inter e Barcellona, quando dopo essere stato fischiato dai tifosi per il suo abulico atteggiamento in campo nonostante il 3-1 dell’Inter, uscì dal campo infuriato gettando via la maglia nerazzurra con disprezzo. Probabilmente i fischi erano dettati non solo dalla deludente prestazione ma probabilmente per le dichiarazioni di amore per il Milan che avevano preceduto quella partita. L’espulsione contro il Rubin del settembre 2009. Ammonito nel primo tempo, Mourinho nell’intervallo lo aveva richiamato invitandolo a mantenere la calma e non fare interventi scorretti agli avversari per non farsi espellere considerato anche che c’era solo lui in attacco. Appena iniziato il secondo tempo, dopo un minuto, Balotelli prende il cartellino rosso. Durante la trasmissione “Striscia la notizia” Staffelli convince Balotelli ad indossare la maglia del Milan. Supermario la indossa col sorriso. I tifosi nerazzurri non gradiscono. Negli allenamenti in Inghilterra col Manchester City, Balotelli finisce sulla rivista People per aver tirato delle freccette ai ragazzi delle giovanili del City. Balotelli si giustifica sostenendo che lo aveva fatto per “noia”. Nei suoi trascorsi al Manchester City i tifosi lo avevano perdonato di tutte le brutte uscite, per quel gol all’ultimo secondo dell’ultima giornata di Premier che aveva consegnato lo Scudetto ai citizens. L’allenatore era Roberto Mancini con cui aveva avuto un buon rapporto. Nel gennaio 2013, tutti i tabloid immortalarono la scena dell’allenamento dove Balotelli e Mancini si strattonavano a muso duro sfiorando la rissa. La causa era un’entrata particolarmente dura dello stesso Balotelli in allenamento. Nel 2013 il rapporto col City arriva al termine, Balotelli approda all’amato Milan. Nelle 43 partite disputate segnerà 26 gol. Ai microfoni di Sky non accetta di buon grado una critica dell’opinionista ex Juve Giancarlo Marocchi che si conclude con un poco edificante «Non capisci nulla di calcio» e con una forte tensione tra i due. Altre pesanti rilievi gli piovvero addosso quando Balotelli, nonostante la buona stagione al Milan, alle tante critiche rispose con una foto su Instagram con lui che punta il fucile verso la telecamera e la scritta «Un grande bacio a tutti quelli che mi odiano». Indisciplinato in campo ma anche al volante. Tantissime le multe e le contravvenzioni e pure per i danni a case e alberghi in cui aveva alloggiato. Le multe per eccesso di velocità (fino a 10 mila sterline sborsate per27 divieti di sosta con la sua Maserati). Conclude il capitolo multe con le 250 mila sterline da parte del City per le sue uscite notturne in discoteca e strip club. In Svizzera gli hanno ritirato la patente. La sua esperienza al Marsiglia registra 15 presenze e 8 reti. Ma il ricordo più forte è il calcione rifilato al difensore del Nizza Congrè. Rosso diretto che corona il clima molto teso del derby. È anche il motivo del mancato rinnovo. Il suo ritorno in Italia al Brescia aggiunge un’altra perla. Balotelli è ancora in vacanza a Napoli in compagnia di amici locali. Uno di loro, proprietario di un bar, accetta la sfida di Balotelli: si getterà in acqua col suo scooter in cambio di 2000 euro. Il tutto ripreso e postato sui social. Arriva subito la denuncia, visto che è vietato dalla legge (sia il motorino, poi ripescato, sia l’istigazione al gioco d’azzardo). Arrivederci alle prossime puntate.
Antonio Cassano è un altro grande protagonista di storiche imprese al di fuori dei campi di gara. Antonio è anche molto sensibile al fascino femminile. Un gesto romantico sono le 500 rose rosse inviate a Michelle Hunziker prima del suo esordio sul palco del Festival di Sanremo del 2007. Nella biografia del 2008 il “Bell’Antonio” confessa: «Ho avuto 700 donne, una ventina dello spettacolo. Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso». A Roma si era procurato una chiave del cancello di Trigoria che dava sul retro invitandole poi negli spogliatoi delle giovanili. A Madrid, prima di ogni gara prenotava una stanza nel piano di sotto dell’hotel della squadra: ospitava le sue amiche e poi le faceva uscire grazie alla complicità di un cameriere che per 50 euro gli portava pure quattro cornetti. A Madrid “El Gordito“ Cassano si presenta con un appariscente collo di pelo e una vistosa fidanzata al seguito (Rosaria Cannavò). Lo pescano protagonista di una querelle in giacca e cravatta a bordocampo prima della partita quando intrattiene l’amico Ronaldo, Diarra e Cannavaro con una perfetta imitazione di Capello accusato poi (il labiale senza mano davanti alla bocca) di far giocare sempre gli stessi. Capello non la prende bene. I rapporti con gli allenatori sono sempre stati molto difficili. Il primo della lista è Gentile Ct dell’Under 21, che nel 2001 lo lascia in panchina nella gara contro la Romania. Lui il giorno dopo lascia il ritiro. L’allenatore lo escluderà dai convocati per l’Europeo del 2002. Fantantonio non lo perdonerà mai attaccando quella Nazionale (“di sfigati e rimbambiti”). Gli attriti: da Capello a Spalletti, da Mazzarri a Delneri, da Donadoni a Prandelli, da Voeller a Lippi che in Nazionale non lo vuole nemmeno dipinto. Con Stramaccioni dalle offese alle provocazioni, ha addirittura sfiorato la rissa, con i compagni che hanno dovuto separarli per evitare lo scontro fisico. I legami con le squadre sono rari. Cassano da bambino era tifoso dell’Inter. Arrivato al Milan ha detto: «È come essere in cielo». In nerazzurro: «L’Inter è sopra al cielo». Si è lasciato male con il Parma, la Roma, la Sampdoria. Di Galliani ha detto: «Mi ha preso in giro, promette poi non mantiene la parola. Faceva tanto fumo e poco arrosto». Alla Juve non è mai andato per sua scelta. Nel 2012 a tal proposito ha detto: «Mi hanno cercato tre volte, ma io non voglio andarci perché loro vogliono solo dei soldatini». Nel 2008 la Treccani ha inserito la parola “cassanata” tra i neologismi della lingua italiana. Così definita: «Gesto, comportamento, trovata, tipici del calciatore Antonio Cassano». Il gesto decisamente più scorretto è quello delle corna rivolto all’arbitro Rosetti che il 31 marzo 2003 lo aveva espulso. A seguire: la maglietta lanciata a Pierpaoli (anche qui dopo l’espulsione contro il Torino) accompagnata da minacce («Ci vediamo dopo, ti aspetto qui»). L’ultimo atto: la bandierina spaccata dopo il gol segnato alla Juventus. L’altra faccia della medaglia. Non c’è attaccante che non lo abbia elogiato. Totti: «È il migliore con cui abbia mai giocato». Ibra lo adorava e in campo lo voleva sempre al suo fianco. Balotelli in Nazionale ricorda quell’assist per il gol di testa alla Germania. Con Cassano ci si esalta. Anche per i suoi assist.