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Under 15 Femminile

Il difensore più forte d'Italia gioca nel Milan: due scudetti vinti in due anni, il terzo lo perde solo ai rigori

Dopo Cesena diventa campione anche a Senigallia: a 15 anni è un patrimonio del settore giovanile rossonero e già capitano della Nazionale

Il difensore più forte d'Italia è del Milan: due Scudetti in due anni, il terzo lo perde solo ai rigori

UNDER 15-17 Femminile: Sofia Pomati

Cos'hanno in comune lo Scudetto Under 17 conquistato dal Milan a Cesena nel 2022, e quello vinto a Senigallia pochi giorni fa dall'Under 15? La domanda in realtà è mal posta, perché più corretto sarebbe chiedere chi hanno in comune? Gli appassionati di calcio femminile la risposta conoscono già; per tutti gli altri, parliamo di una ragazza talmente forte, talmente matura, talmente incredibile che dodici mesi fa il Milan se la portò in Romagna sotto età di tre anni rispetto a molte compagne e avversarie. Parliamo di una ragazza che di nome fa Sofia, di cognome fa Pomati, ed è la giocatrice più vincente del calcio giovanile italiano.

La classe 2008 originaria di Settala, paese 15 chilometri a est di Milano, tra l'Adda e il Lambro, non scese in campo nella finalissima vinta 3-0 contro la Juventus, considerato che per la Final Four il Milan recuperò e impiegò molte fra le giocatrici più pronte dell'annata 2005. Il contributo di Pomati fu tuttavia decisivo nel doppio quarto di finale contro l'Inter: Sofia giocò da titolare l'andata al Vismara, l'1-0 rossonero del "Pecceziunale Veramente", e soprattutto la partita di ritorno a Sesto San Giovanni. In quell'occasione le nerazzurre mandarono in campo una certa Giulia Dragoni, che a distanza di un anno è stata convocata con la Nazionale Maggiore per gli imminenti Mondiali neozelandesi. La partita di Pomati fu memorabile. Era la più piccola in campo, ma giganteggiò anche al cospetto della Divina del Barcellona, tanto da essere sollevata in aria e glorificata dalle altre giocatrici rossonere a fine partita. Qui sotto, la sua pagella di quel giorno.

Pomati acclamata dalle compagne dopo i quarti con l'Inter

UNA FINALE VINTA, E PER POCO NON SONO STATE DUE

Da qui in poi parliamo di storia contemporanea. A settembre 2022 la società sceglie di assegnarla in pianta stabile alla Categoria Under 17 (quindi 2006-2007), sotto la guida del nuovo tecnico Fabio Treccani. Con lei altre tre compagne 2008 che la società ritiene già pronte per il calcio a undici: Montaperto, Peres e Stendardi, alle quali si aggiunge anche Ashley Hu sulla coda di una stagione che il Milan domina sia a livello regionale che interregionale, come da copione. Le Allieve rossonere superano il Napoli nel doppio confronto, poi a Senigallia c'è la battaglia contro l'Inter, vinta a i calci di rigore, ad anticipare il gran finale contro la temibile Roma che solleverà il tricolore proprio dagli undici metri.

Sofia Pomati in controllo di palla

Il secondo Scudetto in due anni arriverà però soltanto due giorni dopo con l'Under 15. Pomati gioca una seconda finale da titolare nell'arco di poche ore, calandosi nuovamente nell'angusto mondo del calcio a nove al fianco della compagna Rebecca Rai, e questa volta la vince, con merito, da protagonista, nel derby più importante della sua carriera. Un trofeo alzato insieme alla compagna, amica e quasi sorella, Gaia Tomaselli, alla quale Sofia, al momento delle premiazioni, restituisce la fascia di capitano che aveva portato al braccio al posto della 10, costretta inizialmente in panchina.

La coppa sollevata con Tomaselli

QUEGLI OTTO PALLEGGI

Basterebbe quanto già esposto per comprendere quanto "Poma" non sia una semplice giocatrice del Milan, ma oggi sia lei stessa il Milan. I numeri e le vittorie non raccontano però le emozioni che si provano nel vederla giocare assieme a una squadra che quest'anno non ha avuto rivali, e nemmeno la sua storia. Come molte altre "predestinate", Sofia già a sei anni vuole giocare a calcio, ma si scontra in famiglia con un certo scetticismo che fino a qualche anno fa era del tutto comune. Il papà cerca di dissuaderla invitandola a provare qualcos'altro, ma lei non molla: «Se non posso giocare a calcio non farò nient'altro!». E manterrà fede alla parola. Un anno dopo però torna alla carica: i suoi amici si iscrivono a calcio, e vuole andarci anche lei. Preso per sfinimento, il papà le propone una piccola scommessa. Se Sofia riuscirà a fare sette palleggi, la iscriverà all'oratorio del paese. Sofia prende il pallone, e a sei anni di palleggi sotto gli occhi del papà ne farà otto, dando così inizio alla sua carriera. 

Sofia ai tempi del Pozzuolo

Da subito in campo è protagonista e leader, pur giocando con i maschi. Prima all'oratorio e poi con la maglia della Settalese. A notarla è Gaia Missaglia, apprezzata allenatrice rossonera e autrice anche di un bel libro sul calcio femminile. Il Milan la vuole già, ma a 8-9 anni lei preferirebbe giocare per il Pozzuolo, dove c'è anche suo fratello più grande, classe 2003. Si arriva così a un compromesso: Sofia starà a Pozzuolo ma una volta alla settimana andrà ad allenarsi al Vismara per un processo di ambientamento graduale, com'era accaduto anche per Angelica Montaperto. Un compromesso che la piccola Sofia accetta volentieri, anche se questo significa allenarsi tre volte alla settimana, convincendosi presto che quei campi diventeranno un giorno come casa sua.

Coi colori della Settalese

LA PRINCIPESSA CHE È GIA' REGINA

Sofia Pomati agli esordi gioca come centrocampista, ma una volta in rossonero comincia a giocare come difensore. Nel calcio a nove ha agito quasi sempre da centrale nell'ormai celebre 2-4-2 di impronta "pratiana". Durante questa stagione, tuttavia, e in prospettiva di una definitiva transizione a undici, Treccani ha iniziato a schierarla come quarta di destra, ruolo che per altro già ricopre con la Nazionale Under 16 di Viviana Schiavi, della quale è capitano (così, un'altra robetta da nulla). La ragione, sensata e condivisibile, va ricercata nelle sue caratteristiche. Pur essendo dotata di una muscolatura potente, che le garantisce forza ed esplosività, Pomati non è una torre, il classico centrale alto. Questo non sarebbe necessariamente un problema: Cannavaro insegna che sono altre le qualità che fanno grande un difensore, ma il punto in realtà è un altro.

L'orgoglio di giocare per la Nazionale

Quando gioca Sofia Pomati è come se attorno e lei si generasse una specie di campo magnetico entro il quale il pallone diventa un elemento di suo dominio. Caratteristica di questo campo magnetico è che si espande nel corso della partita. Comincia il gioco ed è impercettibile, ma più passano i minuti, e più ti accorgi di quanto lei diventi padrona di quello che accade nella metà campo del Milan, e spesso non solo. Che lei giochi al centro o sulla fascia non fa differenza. A un certo punto della partita si avrà la netta sensazione che in difesa comandi lei. Sofia Pomati però è fortissima anche palla al piede. Ha visione di gioco e sensibilità del tocco, oltre a una buona corsa. Ciò significa che nelle sue corde c'è anche una certa propensione offensiva, che può sfogare maggiormente giocando sulla fascia, e che rimarrebbe invece più frustrata agendo come baluardo centrale. La strada della sua carriera potrebbe perciò ricordare, con tutte le proporzioni del caso, quella del primo Paolo Maldini.

La sfida a Torino con Giulia Robino

La forza di Sofia Pomati, però, è soprattutto nella mentalità. Quando la vedi giocare trasmette una sensazione di maturità e di consapevolezza che le arriva da lontano. Sofia Pomati è più avanti delle compagne del Milan, e in generale molto più avanti della maggior parte delle quindicenni di oggi; anche nella capacità di badare a se stessa. Una vicenda familiare non delle più semplici alle spalle l'ha fortificata e fatta crescere in fretta; ma nel calcio lei ha trovato la più grande fonte di forza e ispirazione per superare tutti gli ostacoli, che l'ha fatta rialzare sempre più forte, dando un senso a tutti i suoi sforzi.

Sofia Pomati è un talento precoce ma soprattuto una ragazza in gamba che rende fieri di lei tutti quelli che le stanno attorno. È una piccola stella che lascia intravedere un potenziale da firmamento del calcio femminile. È una giovane promessa già pronta ad assumersi grandi responsabilità. È una principessa vestita di rossonero che, nonostante l'età, è già a modo suo una regina.

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