Torneo Annovazzi
20 Marzo 2025
Bertoni e Fiore, Milan campione alla Bracco Cup
Da Tomaselli a Toschi, da Stendardi a Fiore, da Pomati a Bestetti: ragazze "del diavolo". Citarne alcune per onorarle tutte in una notte magica. Tre anni dopo il Milan torna su quel tetto di Milano che si chiama Trofeo Annovazzi. Quella Bracco che da due anni era feudo nerazzurro, quel notturno palcoscenico di coppa nei sogni di ogni calciatore, diventato stavolta un bagno di serotonina per una squadra forte e in fiducia come quella di Simone Sacchi. Contro l'Inter è gara vera, dai ritmi infuocati, giocata sui dettagli e sui centimetri. Decisa da un episodio, sconquassata da legni che ancora tremano, legittimata - infine - da un Milan che ha calcato un po' più forte la sua penna sulle pagine della storia.
L'arena è pronta, il pubblico è tanto ed è caldo, il ritmo è da subito forsennato. Si scende in campo schierati a specchio 2-5-1, o 2-1-4-1 per i sofisti, il che si traduce in duelli, tanti duelli: ravvicinati, come Bertoni-Del Rio, Marti-Lombardo sulle fasce, o a distanza, con Toschi e Ripamonti che si sfidano dalla cabina di pilotaggio dei due Jaeger. Arfani e Platto ingaggiano Elshamy e Marinari; le punte, Vigetti e Fiore, lottano contro la coppie arretrate Bestetti-Cozzi e Giuffrè-Occhipinti. È l'Inter ad aggredire nei primissimi istanti, con Ripamonti che affonda gli artigli sul sintetico di via Cazzaniga, offrendo a Lombardo l'opportunità del traversone velenoso. Sono però soltanto schermaglie, come i successivi tiri di Bertoni e Bestetti, il tagliato da posizione impossibile di Marti, la palombella debole di Toschi. Ciò che è da appuntare inizialmente, allora, non sono le azioni da gol, bensì l'intensità offerta in egual misura da ragazze al top del livello nazionale. E collegato a ciò, la fastidiosa (e non nuova) sensazione che questo campo a nove sia tale a un vestito cucito troppo stretto sul loro talento e sui loro muscoli.
All'improvviso, però, il Milan segna: con un ribaltamento fulmineo, con una palla in verticale di Bestetti che sorprende un'Inter all'arrembaggio e trova Fiore oltre il casello autostradale. La giovane Rebecca Arosi di Milano non si avvede che l'attaccante è abbondantemente in offside (l'errore c'è, ma può capitare: non è facile senza terna nella gara più importante del calcio femminile cittadino; e la reazione di Cappelletti e dello staff nerazzurro ha compostezza e stile da grande squadra). Così l'azione prosegue, ma ciò che pare semplice, in realtà non lo è. Quella porta ora sembra così piccola a Veronica "El Football" Fiore, e Viccardi così grande. Non è però il tempo per le incertezze o per la paura: Fiore sceglie la soluzione di forza e calcia, Violaine ci arriva col piede a deviare, ma il tiro è troppo potente e finisce comunque in rete.
Nel secondo tempo il Milan cambia tre giocatrici e una sfumatura tattica: Raso prende il posto di Toschi nel cuore del campo, Colombo dà il cambio a Cozzi in difesa, Cappello entra al posto di Fiore, ma pare scambiarsi di ruolo con Elshamy, che avanza leggermente il suo raggio d'azione. L'Inter, invece, cambia tutto. Nove giocatrici su nove. Scelta forte e per certi versi ammirevole - perché è un messaggio di fiducia alla rosa - quella di offrire uguale minutaggio a tutte le giocatrici. Scelta però anche rischiosa con soli 25 minuti da giocare, perché se è vero che le nuove sono più fresche, è anche vero che dall'altra parte hai sei avversarie già "calde" e già pienamente "in partita".
Chi però ci mette poco a calarsi nel match è Fede Mazzarola, che dopo pochi istanti si inserisce in anticipo su Marinari e va a stampare un destro terrificante sulla traversa rossonera. L'Inter quindi c'è, in barba a ragionamenti e supposizioni; il Milan però ha ciò che ti serve quando devi gestire con lucidità e attenzione un avversario pronto al forcing: un "giocatore-cassaforte", uno di quelli a cui dai la palla e sei sicuro che non la perderà, proteggendola, accarezzandola, trasformandola spesso in qualcosa di prezioso. La giocatrice cassaforte del Milan ha un nome: Sara Elshamy, la "Faraona" rossonera, talmente elegante che pare avere due zampe di gatto al posto dei piedi. La posizione la prima punta di manovra rende ancora più prezioso il suo compito di tenere il pallone fuori da ogni pericolo, la sua intesa con Cappello dà vita a combinazioni interessanti, e l'incrocio che colpisce su calcio di punizione fa il paio con il legno di Mazzarola.
Tutto questo contribuisce a dare un senso alla vittoria del Milan, anche se l'Inter non molla mai: con Ascone, con Saragoni, con Serio: fretta e spazi stretti sono tuttavia cattivi compagni, eppure la generosità di Carla è premiata dall'ultima, grossa, occasione del match: una stoccata a colpo sicuro, con Di Lello fuori causa, salvata sulla linea dal provvidenziale posizionamento di Colombo.
Milan-Inter 1-0
RETI: 22’ Fiore (M).
MILAN (2-5-1): Di Lello, Bestetti, Bertoni, Elshamy, Toschi (1’ st Raso), Marti, Fiore (1’ st Cappello), Marinari, Cozzi 7 (1’ st Colombo). A disp. Haxhiu, Schense, Carfì, Dan, Raffaelli. All. Sacchi.
INTER (2-5-1): Viccardi (1’ st Bottarelli), Giuffrè (1’ st Colantuono), Lombardo (1’ st Saragoni), Ripamonti (1’ st Dall’Ava), Occhipinti (1’ st Manca), Piatto (1’ st Ascone), Del Rio (1’ st Mariani), Arfani (1’ st Mazzarola), Vigetti (1’ st Serio). All. Cappelletti.
ARBITRO: Aroni di Milano.