Nazionali
23 Febbraio 2023
Felipe Pereira Galvao, fantasista italo-brasiliano
In Brasile lo definivano un sicuro "crack", quasi un predestinato: in poche parole, uno che ce l'avrebbe fatta. In Italia lo vogliono praticamente tutti, tant'è che da qui alla prossima estate le big di Serie A faranno a gara per accaparrarselo. In entrambi i paesi è considerato il nuovo Kakà: per la struttura fisica, per le magie che ha nelle corde, ma soprattutto per le celebri progressioni palla al piede. Ha compiuto 15 anni lo scorso 16 gennaio, è nato a Novara da madre italiana e papà brasiliano, all'età di due anni è volato in Sud America e un mese e mezzo fa è ritornato nel vecchio continente per sfondare nel calcio. Signore e signori, ecco a voi Felipe Pereira Galvao.
Di brasiliano non ha solamente il nome e il padre, ma anche il sangue. Quello che gli scorre nelle vene è il classico DNA carioca: passione per il calcio, talento fuori dall'ordinario e una capacità innata nel dare del tu al pallone. Felipe è cresciuto nella periferia nord di Rio de Janeiro, nelle cosiddette favelas, e già da piccolissimo ha manifestato l'ambizione di voler far diventare il gioco del calcio il suo lavoro. Per farlo ha iniziato nel futsal, il nostro calcio a 5. Anche nel suo caso, come accaduto per campioni del calibro di Ronaldinho e Neymar, è evidente: mai scelta fu più azzeccata. Sì, perché tale disciplina gli ha permesso di migliorare in maniera verticale le proprie qualità tecniche - già di per sé importanti - e prepararsi al meglio in vista del passaggio al calcio a 11. Quest'ultimo è avvenuto qualche anno dopo e lo ha visto attirare le attenzioni del Vasco da Gama: storica società brasiliana dove, tra gli altri, è passato anche Romario. Tra le fila dei bianconeri ha giocato 8 stagioni di livello assoluto: tanti gol, innumerevoli assist e prestazioni in continua crescita. Tanto che, prima del ritorno in Italia, è stato cercato anche da Flamengo e Corinthians. Il tutto strizzando l'occhio alla Seleção, essendo tuttora uno dei principali nomi nella lista dei classe 2008 da tenere d'occhio.

La svolta alla sua carriera - nonché alla sua vita - è arrivata lo scorso gennaio quando è salito con la mamma sul diretto Rio de Janeiro-Malpensa. Un volo della durata di 13 ore, che significano 780 minuti e quindi 46800 secondi. Ed è praticamente certo che Felipe, ogni singolo istante, abbia pensato alla sua nuova avventura. È atterrato sulla nostra Penisola in una fredda mattina di gennaio, dopodiché - tempo qualche giorno di ambientamento a Novara, dove tuttora vive con la madre - non ha perso tempo ed ha iniziato a fare ciò che gli viene meglio: giocare a calcio. Felipe parla quasi esclusivamente portoghese - sta imparando pian piano l'italiano - ma poco importa: quando di mezzo c'è una lingua internazionale (e non è l'inglese) non servono chissà quali parole. Difatti ha parlato con i fatti, e che fatti! Da un mese e mezzo a questa parte si allena con il Novara, ma diverse società di Serie A avrebbero già chiesto informazioni per inserirlo nelle proprie rose nel mese di luglio. Tra queste ci sarebbe l'interesse deciso dell'Inter, che avrebbe mandato due uomini di fiducia a Novarello - si parla di figure di primo piano del settore giovanile guidato da Roberto Samaden - per vederlo da vicino. Nel frattempo un'altra società di Serie A non è rimasta a guardare e lo ha provato per un giorno, mentre altre di primissimo livello - del nord Italia ma non solo - avrebbero già sondato il terreno per capire i margini al fine di un eventuale tesseramento. Il tutto interfacciandosi con l'Agente Sportivo Gianluca Virzi, che grazie al suo lavoro di scout lo ha portato in Italia e lo seguirà nel suo percorso professionale.
Assodate le qualità tecniche, il paragone con Kakà deriva chiaramente anche da quello che è il ruolo prediletto di Felipe: centrocampista offensivo. Parliamo infatti di un giocatore forte di uno strappo spaventoso, che fa del palleggio - e quindi della tecnica - la sua arma principale e che vede anche la porta. Attualmente è alto all'incirca 184 centimetri, ma essendo nell'età dello sviluppo è facile immaginare che questo numero possa lievitare nei prossimi anni. Cresciuto in Brasile, arrivato in Italia con la faccia da bravo ragazzo, baricentro alto, tecnica sopraffina e strappo palla al piede bruciante: vi ricorda qualcuno? Tempo al tempo, intanto i mesi passano e la corsa per assicurarselo si fa sempre più viva.