Cerca

Under 18

È la doppietta del secolo: il fuoriclasse diventa Re d'Italia e firma uno Scudetto clamoroso

Il classe 2005 segna due gol da sogno e porta la squadra a vincere il Tricolore

UNDER 18 SPAL

UNDER 18 SPAL: Marco Longoni, talento classe 2008 degli estensi

Il Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto come Knebworth in Inghilterra: un palcoscenico da togliere il fiato. La Spal di Massimo Pedriali come i Queen: una band che suona come Dio comanda. La finale Scudetto Under 18 come l'iconico concerto del 9 agosto 1986: un evento storico. Marco Longoni come Freddie Mercury: un frontman che sa come prendersi la scena. E infine lei, sempre lei, solo lei: "We Are the Champions". 354 giorni dopo lo Scudetto vinto al Del Duca di Ascoli contro il Bologna, la Spal è ancora campione d'Italia. E nel capolavoro di Massimo Pedriali, al secondo Tricolore consecutivo, c'è tanto, tantissimo del suo frontman. Perché non solo ha inflitto due delle tre coltellate all'Inter, ma ha anche trascinato a suon di gol (12) e assist (7) gli estensi sulla vetta del paese dopo una stagione da Oscar. Anzi, da Grammy. E da lassù tutto è più bello, specie per uno che da quattro anni a questa parte veste la maglia biancazzurra - rigorosamente la dieci - divertendo, divertendosi e dando pure spettacolo. Eppure c'è ancora chi dice che i fantasisti stanno scomparendo...

È stata una questione di decimi, di millesimi di secondo. Una questione di istanti, di attimi. Una questione di classe, di consapevolezza. E alla fine è finita così, con Marco Longoni che ha dato un senso al suo essere straordinario giocando la partita della vita. In un decimo di secondo, in un istante, ha raccolto un pallone da Carbone - che una ventina di minuti prima aveva firmato il vantaggio estense - e l'ha infilato sotto l'incrocio dei pali. «L'ho indirizzata lì ed è entrata esattamente dove volevo»: questione di classe. In un millesimo di secondo, in un attimo, ha chiesto e ottenuto il triangolo con Franzoni - a sua straordinario nel servirlo con un tocco di tacco da applausi - trovando ancora una volta l'angolino più lontano. «Appena me l'ha scaricata ero sicuro che sarebbe entrata»: questione di consapevolezza.

DESTINO

E possiamo dire che sia stata anche una questione di destino, visto che la sua Spal si è ritrovata di fronte la sua bestia nera per eccellenza. L'Inter di Zanchetta: una squadra che ha dominato il campionato vincendo 21 partite in stagione, una squadra che nella regular season aveva battuto per ben tre volte - segnando 11 gol e subendone 6 - proprio la formazione di Pedriali, una squadra in cerca di riscatto dopo lo Scudetto sfumato nell'ultimo quarto d'ora un anno fa al Del Duca di Ascoli. «Sì, contro di loro ne abbiamo perse tre su tre prima della finale, ma quella che contava l'abbiamo vinta noi» il commento a caldo di Longoni, che probabilmente riassume perfettamente quanto vissuto nella magica serata di San Benedetto. Il destino ha fatto la sua parte, ma la testa non è stata da meno. Il tutto a rendere ancor più efficace l'ottima preparazione della partita di Pedriali, a cui va il merito di non aver snaturato la sua formazione: «Nonostante ci avessimo perso tre volte - spiega il classe 2005 - tatticamente non è cambiato nulla. Abbiamo giocato mettendo in campo tutte le nostre qualità e come squadra abbiamo fatto qualcosa in più, credo che sia stato questo a fare la differenza».

CORSI E RICORSI

Dicono che il calcio ti dia sempre una seconda possibilità. Nel bene o nel male, la finalissima di San Benedetto ha raccontato proprio questo: i classe 2005 dell'Inter hanno potuto giocarsi un'altra finale Scudetto, perdendo ancora, quelli della Spal hanno avuto l'occasione di provare a salire sul trono d'Italia, riuscendoci. D'altronde la sfida contro l'Atalanta dell'11 maggio 2022 - valida per il secondo turno dei playoff di girone - grida ancora vendetta, considerando che Marrale e compagni furono costretti a dire addio al sogno iridato dopo una cavalcata da mille e una notte. A Zingonia finì 2-1 per i bergamaschi e, ironia della sorte, a segnare il gol della speranza fu proprio lui: Marco Longoni. Quante cose possono cambiare nel giro di un anno? In questo caso tante, tantissime. «Sì, ci siamo riscattati e ce lo meritiamo. Da luglio ci siamo messi in testa che avremmo potuto fare qualcosa di straordinario - spiega il classe 2005 - e abbiamo lavorato molto bene».

DALLA FINE

La storia di Longoni merita di essere raccontata. Basti pensare che appena quattro anni fa giocava in un'altra regione, la Lombardia, e in un'altra squadra, il Renate. Partiamo dalla fine, ovvero dall'ultima sliding door: è l'estate del 2019 e ad appena 13 anni - ne avrebbe 14 compiuti il 26 dicembre dello stesso anno - lascia Monza, la sua città natale, per trasferirsi a Ferrara. Su di lui c'era l'interesse di mezza Lombardia, ma la scelta - col senno di poi - fu azzeccata più che mai. Il percorso in Emilia è un continuo crescendo: 4 gol il primo anno, 2 il secondo - entrambe stagioni caratterizzate dallo stop forzato dei campionati causa Covid - e ben 26 negli ultimi due anni (14 e 12). Il biglietto da visita era importante (26 gol in campionato tra Under 13 e Under 14), la risposta lo è stata altrettanto. E considerando che rappresenta tutto fuorché un attaccante, è evidente che si trattino di numeri clamorosi.

DALL'INIZIO

Che Longoni ce l'avesse nel destino è evidente. Da piccolo era considerato un baby fenomeno: vuoi per i gol, vuoi per la qualità nel dribbling, vuoi per gli occhi. Quelli della tigre, ma anche quelli del predestinato, d'altronde buon sangue non mente visto che suo zio, Filippo Citterio, è un ex giocatore di Serie A e vanta esperienza tra le altre, al Milan, Palermo, Lazio e Napoli. I primi calci al pallone li dà allo Xenia, scuola calcio di Mariano Comense (provincia di Monza) e al tempo gestita proprio da suo zio. Quindi passa alla Vis Nova, dove conclude il suo percorso nella pre-agonistica, prima di passare al Renate. Il resto è storia, ed è pure una gran bella storia. Da Mariano Comense al tetto d'Italia: questo è Marco Longoni. Ed è evidente che il meglio debba ancora venire...

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter