Under 18
15 Giugno 2023
SPAL UNDER 18 • Massimo Pedriali vince il suo secondo Scudetto consecutivo con la Spal
Vincere uno Scudetto non è una cosa che capita tutti i giorni. Vincere uno Scudetto, non solo in Serie A ma anche a livello giovanile, è un'esperienza riservata a pochi: dà gioia e felicità perché rappresenta il culmine di una stagione di successi, sacrifici e duro lavoro; dà orgoglio e soddisfazione perché è un risultato di prestigio che conferma la superiorità della squadra rispetto alle altre; genera unione e connessione tra calciatori, dirigenti, staff, tifosi e tutte le persone che gravitano intorno alla squadra. Insomma, vincere uno Scudetto è una goduria immensa: vincerne due poi - magari di seguito - non ne parliamo neanche. Un'impressa impossibile? No. Ma un'impresa per pochi, anzi pochissimi: l'ultimo a riuscirci, in senso assoluto, è stato Massimo Brambilla con la Primavera dell'Atalanta nel 2019 e nel 2020 (ma il secondo Scudetto è stato assegnato a tavolino nell'anno della sospensione dei campionato); l'ultimo a vincere due finali consecutive invece è Stefano Vecchi - oggi primo artefice del miracolo FeralpiSalò, appena promosso in Serie B - con la Primavera dell'Inter nel 2017 e nel 2018; in Serie A bisogna andare fino alla Juventus di Massimiliano Allegri, che in realtà ne ha vinti ben cinque di seguito dal 2014 al 2019. A questi nomi di assoluto prestigio da martedì sera ne va aggiunto uno. Ha 51 anni, allena i giovani della Spal e nella magica serata di San Benedetto del Tronto ha bissato lo Scudetto vinto proprio l'anno scorso sempre con l'Under 18 (prima con i classe 2004 contro il Bologna, ora con i 2005): lui è Massimo Pedriali, è nato proprio a Ferrara e battendo 3-1 l'Inter nella finalissima di martedì 13 giugno è entrato nella storia del calcio giovanile e non soltanto. Nessuno, infatti, quest'anno è riuscito in questa impresa: in Serie A Stefano Pioli ha abdicato in favore di Luciano Spalletti e del pazzesco Napoli di Kvaratskhelia, in Primavera 1 Chivu e l'Inter hanno lasciato il posto al Lecce di Federico Coppitelli, in Under 17 Biavati del Bologna è uscito ai playoff con l'Atalanta, in Under 17 Serie C l'esordiente Luca Rigoni (Vicenza) ha sostituito Filippo Masolini (Cesena), in Under 16 Serie C Andrea Scotto dell'Entella è uscito in semifinale, in Under 15 Roberto Bertuzzo (Milan) ha perso ai quarti col sorprendente Como. Solo due tecnici possono emulare quanto fatto da Pedriali: uno è Gianluca Falsini, l'anno scorso Campione d'Italia con la Roma Under 16 e quest'anno di nuovo in gioco nella stessa categoria (dopo il 3-1 dell'andata, si giocherà l'accesso alla finale domenica contro il Milan), l'altro è Lorenzo Magi, che nel 2022 ha vinto il Tricolore con l'Under 15 del Cesena e lunedì 19 giugno potrà riprovarci, con la stessa squadra e nella stessa categoria, nella finale di Tolentino contro la Juve Stabia. In questo momento, però, l'allenatore più vincente d'Italia è uno e uno soltanto: di nome fa Massimo, di cognome Pedriali.
Emozione, soddisfazione e un pizzico di incredulità nel volto del tecnico al termine della finalissima con l'Inter: «Ancora non mi capacito di ciò che abbiamo fatto, l'anno scorso era la prima volta e c'era un entusiasmo fuori dal comune, quest'anno non mi sarei mai aspettato di rivincerlo». Anche pensando al rush finale di un campionato in cui il percorso si era guastato, con i soli 9 punti portati a casa nelle ultime 8 giornate, meglio solo di Cagliari e Venezia: «In queste ultime due partite però - le parole di Pedriali - siamo stati bravi a ricompattarci e a colmare alcune lacune in fase difensiva, oltre a reggere un dispendio di energie emotive enorme». E poi l'Inter, l'avversaria di tutta una stagione con il sorpasso subito alla 17ª giornata e le tre sconfitte in campionato: «L'Inter l'avevamo affrontata in campionato tre volte e ci aveva sempre battuto, stavolta abbiamo interpretato la gara nella maniera giusta: bravissimi i ragazzi nella riconquista del pallone e nelle verticalizzazioni, poi hanno fatto tre gol bellissimi e questa è tutta farina del loro sacco. Abbiamo messo in campo tanta qualità ma anche maturità, visto come siamo riusciti a gestire i momenti di difficoltà soprattutto sul finire del primo tempo».
Tre sconfitte prima della notte magica di San Benedetto del Tronto, sembra impossibile ma è così. Il primo ko per 4-3 a Interello, il secondo per 2-0 in casa, infine l'incredibile 5-3 dopo essere stati in vantaggio per 3-1 a fine primo tempo. Anche su questo ha lavorato Massimo Pedriali per preparare la partita della resa dei conti: «Partivamo svantaggiati, ma questo ci ha dato uno stimolo anche maggiore: non abbiamo sbagliato nulla». Non solo pochissimi errori, ma anche una prestazione di altissima qualità coronata da tre gol clamorosi: «Vedere così tante persone al seguito della squadra ci ha fatto grande piacere, chi è venuto ha perso una giornata di lavoro per venire a sostenerci e di questo li ringrazio. La nostra è considerata una squadra simpatica, nessuno si è mai annoiato a una nostra partita».
Uno sguardo al passato e uno sguardo al futuro, come normale che sia in serate come quella che ha consegnato alla Spal il terzo Scudetto della sua storia: «La dedica va alla mia famiglia, a mia moglie e mio figlio che mi sono sempre stati vicino, e ai miei genitori». E adesso, che sarà di Massimo Pedriali? «Il mio futuro? Ho l'ambizione che ha ogni allenatore: se ci fosse la possibilità di allenare la prima squadra (appena retrocessa in Serie C, ndr) non mi tirerei indietro, ma sarei comunque felice anche di continuare nel Settore Giovanile. È chiaro che spero anche che qualche osservatore si sia corto di questi due successi, sto facendo tanti sacrifici e spero di poter fare un passo in avanti». Insomma, lui si sente pronto e non potrebbe essere altrimenti vista l'esperienza maturata con i giovani: prima guidando l'Under 14, l'Under 15 e l'Under 16 del Padova, poi da vice di Giuseppe Scurto nella Primavera della Spal, poi da vice di Paolo Mandelli nell'Under 18, infine da capo allenatore in queste ultime due, incredibili, stagioni. Che avesse le caratteristiche giuste per stare in panchina, del resto, lo si era già capito da come stava in campo quando giocava, negli anni ’90, con le maglie di Empoli (dove ha avuto Spalletti e Guidolin come maestri), Sassuolo e della stessa Spal, dove è nato e cresciuto e con cui ha esordito in Serie C prima di mettersi in luce con Centese, Fiorenzuola, Mestre e Pordenone tra le altre. Non solo: Massimo Pedriali non ha lavorato solo nel Settore Giovanile, ma vanta già un'esperienza da allenatore-giocatore dell'Adriese - portata alla salvezza in Eccellenza e poi in Serie D - prima di passare negli staff del vivaio estense. Che poi lo guarda maturare all'Albano (in Under 19 e in prima squadra), lo segue da lontano nella sua esperienza a Padova e infine lo riporta a casa. Oggi il club si gode la sua competenza, la sua professionalità e il suo spirito di appartenenza: per adesso in Under 18, domani chissà…