Under 16 Serie C
17 Giugno 2023
UNDER 17 CESENA: Filippo Berti, classe 2007 bianconero
In casa Berti sarà un Natale diverso dagli altri, se non altro perché si avrà di che parlare. Ma non ci sarà spazio per i soliti interrogatori riguardo scuola e ragazzine, nossignore, per buona pace di nonni e zii - più o meno lontani - che dovranno rimandare i soliti quesiti di almeno un anno. Si tratterà solo ed esclusivamente di calcio, tanto caro alla famiglia Berti, e l'argomento all'ordine del giorno saranno Tommaso e Filippo: le loro gesta, le loro imprese, le loro storie. È evidente che a Calisese, piccolo paese in provincia di Forlì-Cesena, non si parli d'altro da giorni. Dopotutto è alquanto particolare che una realtà con conta poco più 4000 anime possa vantare due giocatori di questo calibro, tanto che sono diventati dei veri e propri eroi. Ma tirare in mezzo il destino sarebbe un errore madornale, perché quando cresci in una famiglia devota al Dio del calcio - quale è la famiglia Berti, visto che sia mamma Maura che papà Mauro sono stati calciatori - tutto non è altro che una normale conseguenza.
Il più grande, Tommaso, è un classe 2004 che a Cesena conoscono già molto bene. Dopo la classica trafila nel settore giovanile, nella stagione 2022/2023 viene aggregato alla prima squadra e colleziona ben 21 presenze e pure un gol. Rendimento che attira l'attenzione della Fiorentina, che lo prende in prestito e lo rende una colonna portante della formazione Primavera, con cui vince una Supercoppa e perde la finale Scudetto contro il Lecce. Il più piccolo, Filippo, è un classe 2007 che a Cesena stanno imparando a conoscere. I motivi sono molteplici, ma è sufficiente una parola per riassumerli tutti: Tricolore. Con la maglia bianconera ne ha vinti due nel giro di 355 giorni: il primo il 26 giugno 2022 a Fermo, il secondo il 16 giugno 2023 a Tolentino. E scusate se è poco.

Riassumendo in breve: Tommaso ha perso lo Scudetto, Filippo lo ha vinto. Sebbene al 25 dicembre manchino ancora 191 giorni, il fratello minore inizierà già a stuzzicarlo e sì, apparecchierà pure una bella sceneggiatura in vista del pranzo con i parenti. «Adesso lo chiamo subito - racconta con il sorriso il classe 2007 - e mando un messaggio sul gruppo della famiglia. Già ci scherzavo in questi giorni, ma adesso che l'ho vinto lo prenderò ancora più in giro».
Cane e gatto allo stesso modo di camminare? Sì e no, in primis perché non sono proprio cane e gatto e poi perché, più che la camminata, ciò che li unisce è il modo di giocare a calcio. Sono simili al punto che sembrano quasi gemelli, d'altronde buon sangue non mente. Tommaso, il maggiore, è un centrocampista polivalente, sa far coesistere qualità e quantità, ma soprattutto rappresenta il più classico dei calciatori moderni. Per Filippo il discorso è lo stesso: tanta gamba, ottima tecnica individuale e pure una capacità innata di essere decisivo. E chissà se in un futuro, magari neanche così tanto lontano, riusciranno a ritrovarsi sullo stesso campo. Per Filippo sarebbe un sogno che si realizza, come ha dichiarato quasi commosso poco dopo la premiazione: «Giocare insieme non avrebbe prezzo. Sarebbe davvero bellissimo, spero riusciremo a farlo un giorno».

Tempo al tempo, intanto Filippo ha uno Scudetto da festeggiare e un altro sogno da realizzare: seguire le orme di suo fratello, e perché no esordire in prima squadra con la maglia del Cesena. In fin dei conti, soprattutto se le premesse sono queste, le carte in regola per farcela ci sono tutte. Nella notte di Tolentino ha giocato una partita formidabile: imperioso a centrocampo, solido dietro e decisivo anche in avanti. È infatti sua la giocata che ha portato Bertaccini al gol del vantaggio, raccontata così dal talento classe 2007: «Con Berta siamo grandi amici, sono contento di avergli fatto l'assist. Scherzando poi gli ho detto che avrei rivoluto il pallone - spiega il centrocampista - ma alla fine ha segnato, non posso mica lamentarmi. In caso contrario due paroline gliele avrei dette...». Oggi come allora, il Cesena è sul tetto d'Italia. Se vincere uno Scudetto ti rende grande, vincerne due ti rende enorme. E confermarsi non è mai facile, specie se attorno a te vige la nomea di favorito. Scegliere un Tricolore preferito è come preferire mamma a papà o viceversa, ma Filippo non ha dubbi: «Scelgo il secondo, quello di quest'anno. L'ho sentito molto di più - prosegue il classe 2007 - anche perché credo di aver lavorato bene. Mi sento migliorato e ci tenevo davvero tanto, poi quando ti confermi è sempre più bello».
Nel frattempo Tommaso brucia le tappe e vede la Serie A. Se da una parte ha perso lo Scudetto con la sua Fiorentina, dall'altra si è distinto come uno dei prospetti più interessanti del campionato Primavera. Tralasciando sette gol in campionato e al sigillo negli ottavi di finale di Tim Cup, che comunque sono numeri tutt'altro da buttare via per uno che di mestiere fa il centrocampista, il momento più alto della sua annata è stato sicuramente nella finale di Supercoppa contro l'Inter. In un palcoscenico da Serie A quale l'U-Power Stadium di Monza, ha raddoppiato il gol di Amatucci regalando alla Fiorentina il trofeo. E lo ha fatto pure in maniera splendida, ovvero con una giocata senza senso: prima puntando ed eludendo la marcatura fin troppo soft di Di Pentima, poi battendo per la seconda volta Botis con un gran mancino da fuori. Il tutto sotto l'occhio attento della dirigenza Viola, che tuttavia pare non aver esercitato il diritto di riscatto. Dall'1 luglio tornerà dunque al Cesena, la sua casa calcistica, ma è evidente che su di lui si potrebbe aprire una bagarre per accaparrarselo. E non è da escludere neanche una nuova trattativa tra Fiorentina e Cesena per riportarlo in Viola.