Under 17 A-B
21 Giugno 2023
UNDER 17 INTER: L'esultanza di Mattia Mosconi dopo il gol dell'1-0
Con il talento, quello di Mosconi che dopo quattro minuti ha raccolto l'assist di Spinaccé e firmato il vantaggio. Con l'intelligenza, quella che ha dimostrato l'intera formazione nerazzurra dopo il gol del pareggio di Rubino. Con la fame, quella con cui il Pocho Lavelli ha firmato il sigillo più importante della sua vita nel primo tempo supplementare. Con il cuore, quello che ha permesso a Castegnaro di deviare in angolo il tiro a botta sicura di Conti, giusto qualche minuto dopo aver servito a Lavelli un assist strepitoso. Con l'astuzia, anche questa di Lavelli che a tempo praticamente scaduto ha firmato la personale doppietta dopo un'azione personale. E con la testa, perché all'Inter per battere la Fiorentina (3-1) ne è servita tantissima. Altrettanta ne servirà contro la Roma venerdì, che nel frattempo ha battuto il Milan con un netto 2-0, ma per pensare alla finale ci sarà tempo. Resta intanto una vittoria: sofferta, cercata, sudata ma dannatamente meritata. Ironia della sorte arrivata a un anno esatto di distanza dalla disfatta di Ascoli contro il Bologna, quando Polenghi fu costretto a dire addio al sogno Scudetto dopo essersi trovato in vantaggio di due gol fino a quarto d'ora dal termine. Coincidenze?
De Pieri 14, Spinaccè 12, Mosconi 12. Addendi che se sommati portano, nell'ordine: a una tesi incontrovertibile, ovvero che l'Inter ha tre dei migliori attaccanti d'Italia - 38 sigilli totali per il tridente di Polenghi - come testimoniato anche dai 100 gol totali in stagione messi a segno prima della sfida di Ancona; a un messaggio chiaro e inequivocabile diretto alla Fiorentina, chiamata alle armi per raggiungere la Roma in finale; a una logica conseguenza, specie se in campo ci sono giocatori di questo tipo, vale a dire il gol del vantaggio. Il primo affondo è già quello decisivo: Zanchetta verticalizza per Spinaccè, che si porta a spasso il diretto avversario e offre un cioccolatino a Mosconi. Davanti a Vannucchi è una sentenza: mancino sul secondo palo e Inter in vantaggio. L'approccio perfetto della squadra perfetta, specie nelle ultime settimane considerando anche il netto 4-0 nei quarti di ritorno contro il Parma. Gli interpreti del 4-3-1-2 di Polenghi si possono ormai ripetere come una filastrocca: Garonetti e Chiesa al centro, Re Cecconi e Cocchi sulle corsie, Zanchetta in mediana con Venturini da una parte e Tigani dall'altra, De Pieri alle spalle della coppia Mosconi-Spinaccè. Anche Galloppa si affida ai suoi fedelissimi, fatta eccezione per Braschi: al suo posto spazio a Caprini, che torna dunque titolare dopo la gara di ritorno contro la Juventus. Per il resto classico 3-4-2-1 volto a esaltare le caratteristiche dei due trequartisti, Puzzoli e Rubino, quest'ultimo miglior marcatore in assoluto con 29 sigilli.
Neanche il tempo di festeggiare il vantaggio che l'Inter è costretta a guardarsi le spalle. Il motivo sono sempre loro, Puzzoli e Rubino, che con Caprini formano un tridente d'assi capace, nel giro di un minuto (9' e 10') e appena dopo il sigillo di Mosconi, di spaventare e non poco i nerazzurri. Le azioni sono splendide, soprattutto perché vedono protagonista l'intero reparto offensivo, i risultati un po' meno: restano due conclusioni, una a lato di Puzzoli e una alta di Rubino, che non richiedono parate a Tommasi. Al rientro dagli spogliatoi è ancora la Fiorentina a rendersi pericolosa, questa volta sfruttando l'asse Deli-Rubino: il primo raccoglie il pallone da Fortini, bravo a tagliare il campo verso l'interno, e lo serve al secondo che non ci pensa due volte e all'altezza dei sedici metri calcia in porta. Rispetto al tentativo del primo tempo la mira è decisamente migliore, tanto che Tommasi non può nulla per evitare il trentesimo gol stagionale del bomber toscano (3'). Che sia l'inizio di un'altra partita lo si percepisce fin da subito, tanto che gli unici sussulti - uno per parte ed entrambi alquanto fievoli - sono un colpo di testa impreciso di Rubino (11') e un mancino debole di Spinaccè (15').
I ritmi del primo tempo sono un ricordo, tanto che lo spettro supplementari non solo si avvicina, ma diventa pure realtà. Dopo aver inserito Castegnaro e Mancuso, Polenghi ridisegna completamente anche l'attacco: dentro Pinotti e Lavelli per Spinaccè e Mosconi. È la mossa decisiva e il perché porta nome e cognome precisi, anche se è sufficiente un soprannome: Matteo Lavelli, per gli amici il Pocho. Alla primo pallone giocabile firma il gol del nuovo vantaggio: Mancuso serve Castegnaro, che a sua volta mette un cross basso che Lavelli trasforma in oro con un mancino favoloso (8'). Il secondo tempo supplementare è un mix di emozioni: per l'Inter splendide perché Lavelli approfitta della porta lasciata sguarnita da Vannucchi e firma il definitivo 3-1 dopo una splendida azione personale, per la Fiorentina un po' meno visto che un paio di minuti prima Conti si è visto ribattere da Castegnaro - nella circostanza miracolo - un tiro a botta sicura, col senno di poi l'ultima occasione per provare a raddrizzare la partita.
INTER-FIORENTINA 3-1
RETI (1-0, 1-1, 3-1): 4' Mosconi (I), 3' st Rubino (F), 9' pts Lavelli (I), 14' sts Lavelli (I).
INTER (4-3-1-2): Tommasi 6.5, Re Cecconi 6.5, Cocchi 7 (22' st Castegnaro 7.5), Zanchetta 7 (22' st Mancuso 7), Garonetti 6.5, Chiesa 7, Venturini 7, Tigani 6.5, Mosconi 8 (1' pts Pinotti 7), De Pieri 6.5, Spinaccè 7 (1' pts Lavelli 9). A disp. Castelnuovo, Della Mora, Maye, Ortelli, Fois. All. Polenghi 7.5.
FIORENTINA (3-4-2-1): Vannucchi 6.5, Cuomo 6.5, Trapani 6.5 (26' st D'Amato 6.5), Conti 7, Sadotti 6.5, Kouadio 6.5 (13' st Giusti 6.5), Fortini 7 (9' pts Bertolini sv), Deli 7, Caprini 6.5, Puzzoli 7.5 (26' st Braschi 6.5), Rubino 8. A disp. Leonardelli, Ciraudo, Martini, Vascotto, Pellicanò. All. Galloppa 6.5.
ARBITRO: Caruso di Viterbo 7.5.
ASSISTENTI: Siracusano di Sulmona e D'Ettore di Lanciano.
QUARTO UOMO: Ghinelli di Roma.
AMMONITI: Rubino (F), Kouadio (F), Chiesa (I), Zanchetta (I).