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Under 17 Serie C

A 14 anni scappa dalla guerra, arriva in Italia e fa il fenomeno: «Ora voglio la Serie A»

L'ucraino Anton Prudnikov sta trascinando a suon di gol e prestazioni il suo club

Anton Prudnikov

UNDER 17 SERIE C, NOVARA • Anton Prudnikov, scappato dalla guerra e protagonista nel bell'inizio di campionato del suo Novara

La storia di Anton Prudnikov è di quelle da raccontare, anche se non vorremmo. Tra la tragedia e la redenzione, la caduta e la rinascita, la fine di un'era e l'inizio di un sogno. 24 febbraio 2022, il contesto - purtroppo - lo conosciamo bene: Putin dichiara la guerra in Ucraina e pian piano per tutta la popolazione la vita di tutti i giorni si trasforma in un incubo. Anton è costretto a trasferirsi dalla sua casa di Smila in un bunker, per ripararsi dalle esplosione che man mano radevano al suolo il circondario. Dopo 3 settimane di reclusione, riesce a scappare e venire in Italia, ospite insieme alla madre a casa degli zii paterni Tetyana e Denis, che abitano vicino Novara. Da lì, la rinascita: dopo qualche mese di stop tocca di nuovo un pallone e s'impone come titolare allo Sparta Novara, segnando 26 gol in un anno e ottenendo meritatamente la chiamata dei professionisti. Sono solo pochi km ma possono cambiargli la vita di nuovo: è pronto ad illuminare l'Under 17 Serie C con la maglia del Novara. 

DILETTANTE? 

Prudnikov ha sempre avuto nel calcio il suo sfogo, la sua passione quasi ossessiva. Ha sempre giocato nella squadra di calcio della sua scuola a Kiev, la Ivan Piddubny Olympic Vocational College, prima del passaggio al calcio italiano e allo Sparta Novara. Con i piemontesi, dopo un piccolo periodo di ambientamento, diventa ben presto ingiocabile per la categoria, l'Under 16 regionale. Segna 19 gol in campionato, portando i suoi dritti alle fasi finali ed entrando in pianta stabile nelle rotazione dell'Under 17 da sottoetà, segnando 2 gol in 11 presenze. Ma è nel momento clou della stagione che fa veramente il fenomeno: quarti di finale contro il Volpiano, partita secca da dentro o fuori. Anton ne fa 3 e porta di forza lo Sparta Novara alle semifinali. Contro il Chisola, ad un passo dalla finale, quasi si ripete ma la sua doppietta non basta a qualificare i suoi che perdono 5-2 e dicono addio ai sogni di gloria. I suoi sogni invece (qualche mese prima dichiarò di voler giocare in una big di Serie A) trovano terreno fertile: ad attenderlo c'è il professionismo. 

PROFESSIONISTA!

Trequartista con il vizio del gol, ha già parecchia dimestichezza con l'italiano ma con la numero 10 sulle spalle fa parlare meglio il campo. E fa parlare di sé. Delle prime tre partite del campionato, ne gioca due senza segnare (gli azzurri perdono l'unica in cui lui non mette piede in campo), poi stappa la sua stagione a Lucca, quando Viola lo mette dentro con la squadra sotto 1-0 e segna il gol del pareggio a 5 minuti dalla fine. E uno. Altra partita e altra rete decisiva, questa volta contro la Pro Patria: anche qui la sua squadra è sotto 1-0 (gol di Frattini) quando Anton decide di vincerla da solo. Prima mette in porta Fabbrini per il gol del pari e poi si mette in proprio e firma il 2-1. E due. Passa una settimana e porta altri tre punti al Novara: entra nel secondo tempo contro il Pontedera ancora con la squadra sotto 1-0. Punteggio finale? 3-1 per gli azzurri, con due gol dell'Ucraino. Ma non è finita qui: altro giro e altra rimonta firmata Prudnikov. In casa contro la Pergolettese, dopo il gol di Ogliari e l'ennesimo svantaggio piemontese, segna il gol del pari e quello del 3-1, per poi portare, la settimana dopo, altri 3 punti al Novara con una doppietta su rigore a Sassari (vittoria per 2-1) arrivando a quota 8 gol in 9 partite giocate. Il Novara ora ha 17 punti, lui da solo ne ha portati 13. Decisivo. 

 

AMBIENTAMENTO E LEADERSHIP

Numeri da attaccante, per uno che attaccante non è. In questo inizio di campionato ha giocato spesso da trequartista nel 4-2-3-1 o da playmaker nel 4-3-3. Può fare anche la mezz'ala e l sue caratteristiche principali sono il dribbling, la velocità e il tiro: ha già segnato parecchio da fuori area (anche su punizione) e sembra essersi lasciato alle spalle i brutti ricordi: «I primi mesi in Italia sono stati difficili, sentivo la lontananza della famiglia, non andavo a scuola e non potevo scendere in campo con la mia squadra. La situazione è migliorata qualche mese dopo: ora mia madre e mio padre sono in Italia con me, ho ripreso gli studi e ritrovato un po' di normalità». Il calcio, la sua più grande passione, sempre presente: «Giocare per me è stato fondamentale, il pallone mi distraeva da ciò che mi circondava, mi aiutava a non pensare. Sia allo Sparta che a Novara mi hanno accolto benissimo, facendomi sentire tutta la loro vicinanza. Ora mi sento un leader della squadra, sono diventato il capitano e voglio prendermi le mie responsabilità. In futuro? Voglio giocare in Serie A e sto facendo di tutto per raggiungere il mio obiettivo, penso di essere sulla strada giusta». Noi, gli auguriamo di poter ripercorrere anche solo in parte le orme del suo idolo, Andriy Shevchenko, ma non solo: «Prendo tanta ispirazione da Barella e Modric, sono due fuoriclasse. In patria Sheva è da sempre un punto di riferimento, ma anche adesso l'Ucraina ha giocatori importanti. Tra questi scelgo Mudryk del Chelsea e Sudakov dello Shaktar, giocatore a cui mi sento di somigliare per caratteristiche».

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