Primavera 1
06 Febbraio 2024
PRIMAVERA MILAN: Francesco Camarda, talento rossonero
E se Etienne Catena probabilmente non l'ha ancora superata, Antoni Wodzicki sicuramente ci metterà almeno un paio di giorni - se non settimane - per razionalizzare. Quanto a Diego Sia, le sue braccia larghe dicono tanto, quasi tutto: come a dire «lo sta facendo davvero?». O ancora, «com'è possibile?», con annesso movimento rotatorio dei polsi in avanti. E qui la frase che forse riassume al meglio l'intera vicenda: «Tanta, tanta roba». Poi il sorriso di Francesco Camarda, il predestinato. Un po' incredulo, perché può certamente non essere il primo gol da fenomeno - vedi la rovesciata stellare in Youth League contro il PSG - ma no, a cose come queste - "tu chiamale se vuoi emozioni" - non ci si abitua mai e poi mai. Un po' eccitato, dopotutto di anni ne ha appena 15 - sì, va ancora in terza superiore - e al fatidico 10 marzo, sebbene il countdown sia pressoché azzerato, manca ancora un mese abbondante. E se da una parte compirà 16 anni, dall'altra potrebbe rappresentare una data in grado di segnare un prima e un dopo: perché potrà finalmente firmare il suo primo contratto da professionista, perché il Milan potrà blindare il suo gioiello. Ma ovviamente, rullo di tamburi... questa è un'altra storia. Almeno per ora.
Sì perché all'incredulità e all'eccitazione, poco dopo, è seguita la consapevolezza: abbraccio con i compagni e corsa dritta verso Ignazio Abate, più un mentore che un semplice allenatore. Consapevolezza di averla combinata grossa, di conseguenza consapevolezza nei propri mezzi. Perché in fondo ne serve a grappoli già solo per pensare a un gol di questo tipo, figurarsi trasformarlo da semplice idea a giocata vera e propria. Un'idea pazza, folle. E una giocata spaziale, fantascientifica: stop orientato con il sinistro e pallonetto di destro. Tutto qui? Non proprio: perché il primo ha mandato al bar Catena offrendogli pure cappuccio e brioche, perché il secondo potrebbe aver fatto sprofondare Wodzicki in una crisi esistenziale.
E perché il gol al Cagliari ha portato con sé due notizie: Francesco Camarda è tornato - ma se n'era davvero andato? - e il Milan pure. Due dati: il bomber non segnava dalla sfida contro il Genoa del 9 dicembre, il Diavolo non raccoglieva tre punti dalla trasferta di Frosinone del 6 gennaio. E tralasciando quello che potrà essere il percorso della Primavera di Abate da qui a fine stagione, il capolavoro di Camarda rappresenta forse la nota più lieta del weekend rossonero. Intanto è evidente che Stefano Pioli abbia preso appunti.
Quindi due dati di fatto. Il primo: non se n'era davvero andato e no, non era crisi. Non era crisi perché non possono essere due mesi senza gol a cancellarne 55 messi a segno in tre anni. Non era crisi perché gli alti e bassi - volente o nolente - hanno sempre giocato un ruolo chiave nella storia di tutti gli attaccanti, anche di quelli più forti. Figurarsi nel percorso di uno che, va ribadito, compirà 16 anni solamente il prossimo marzo. Il secondo: sarà il primo di tanti. Per buona pace dei prossimi Catena e Wodzicki, che non sono né i primi né gli ultimi ad aver toccato con mano il talento di Camarda. E per buona pace di chi, da qui ai prossimi anni, se lo ritroverà davanti.
In fondo parliamo di Francesco Camarda, il predestinato. Il 22 giugno 2022, un'oretta e mezza dopo il colpo di testa Scudetto nella finale contro la Fiorentina, non aveva usato giro di parole: «Sogno di esordire con questi colori e di vivere emozioni come queste». I colori sempre loro, il rosso e il nero. Le emozioni, ovviamente, quelle vissute a Tolentino: dove tutto ebbe inizio. Il 25 novembre 2023, esattamente 518 giorni dopo, il sogno che si avvera: l'esordio in Serie A, il boato di San Siro, le lacrime di mamma Federica e l'orgoglio di papà Manuel. Poi la storia, completamente riscritta in quella notte del Meazza: a 15 anni, 8 mesi e 15 giorni è diventato il più giovane esordiente della storia del calcio italiano.
Il 5 febbraio 2024, esattamente 91 giorni dopo l'esordio, l'asticella si è alzata: «Sogno di segnare a San Siro». E se anche questo sogno dovesse avverarsi? Magari - e sarebbe chiara ironia della sorte - proprio 91 giorni dopo? Sarà un lunedì, precisamente il 6 maggio, e il Milan avrà ospitato il Genoa a San Siro almeno 24 ore prima. E chissà se il primo gol in Serie A non sarà finalmente maturo. Forse no, forse "ni". Ma forse sì, dopotutto parliamo di Francesco Camarda: il predestinato.
Ma forse non cambierebbe nulla. Non cambierebbe nulla perché non è cambiato dopo il 22 giugno 2022, non cambierebbe nulla perché non è cambiato dopo il 25 novembre 2023, non cambierebbe nulla perché non è cambiato dopo il 5 febbraio 2024. Chissà, magari andrà a godersi ancora pizza e coca cola con mamma e papà. Alla fine, probabilmente, Camarda è proprio questo: l'amico bravo a giocare a pallone - lui, forse, giusto un pochettino più bravo... - che tutti hanno avuto, il compagno di banco con cui si è condiviso ogni singolo momento, il figlio che a quella pizza e coca con i genitori non vorrà mai rinunciare.
Pure dopo aver condiviso il palco con Fabio Capello, Roberto Donadoni, Mauro Tassotti, Filippo Galli e Beppe Bergomi. Pure dopo una serie di «sì, assolutamente» a tutti coloro che gli hanno chiesto un selfie. E pensare che quest'ultimi sono suoi coetanei, essendo nati esattamente come lui nel 2008. Pure dopo essere salito sul palco, aver risposto con personalità e con un sorriso semplice, innocente. Perché sì, da una parte è Francesco Camarda: il predestinato. Ma perché sì, dall'altra è sempre Francesco Camarda: l'amico, il compagno di banco, il figlio. E che possa essere proprio questa la sua fortuna per diventare definitivamente grande?