Under 18
12 Giugno 2024
«Roma, Roma...» e basta. Almeno per adesso. Sono due, come gli Scudetti dei classe 2006 della Roma. Tra i più vincenti della storia giallorossa, tra i più vincenti della storia... di tutta Italia. E se nel 2021 non si fosse messa in mezzo l'emergenza sanitaria? Forse forse avrebbero vinto pure quello. Sì o no? Via al dibattito. La bilancia tende verso il "sì", ovviamente. Ma rimarrà per sempre un dubbio amletico.
Dettagli, pelo nell'uovo. Rilevanti sì, significativi certamente meno. Diverso, opposto il discorso per quel "Roma" che manca all'appello. L'ultimo pezzo del puzzle, la ciliegina sulla torta per dire "ciao" al settore giovanile e chissà, magari riportare a Trigoria uno Scudetto Primavera che manca da ormai tanto, troppo tempo. Oggi otto anni, domani nove. La doppia cifra si avvicina. Prorompente, minacciosa.
«Roma, Roma...», dunque. Antonello Venditti avrà sentito un brivido lungo la schiena. La classica sensazione quando qualcosa non va: fastidiosa, seccante, quasi irritante. Almeno per adesso, tocca ribadirlo. Si scrive "per adesso", si legge per una manciata di ore. Per ora poco più di 24, circa un giorno. Il tempo di fare le valigie, chiudere i borsoni e salutare Ascoli. Ringraziandola, quasi venerandola. Perché no, quella finale di due anni fa è roba che non si dimentica. Quindi imboccare l'autostrada, virare verso Ancona e arrivare fino lì, quello stadio Del Conero che rievoca tanti bei ricordi. Una storia già scritta, quello Scudetto vinto contro l'Inter in rimonta. E una tutta ancora da scrivere, la finale contro il Genoa.
Sarà Nardozi più dieci, non c'è altra strada. Se non altro per la storia, sentenziosa. Da quella più remota a quella più recente, dal passato remoto all'imperfetto. La prima porta con sé due finali Scudetto, due finali Scudetto vinte e due finali Scudetto vinte... grazie a Manuel Nardozi. Decisivo nel 2022 contro il Milan (1-0), decisivo nel 2023 contro l'Inter (2-1). Quando un toro vede rosso diventa incontenibile, quando Manuel Nardozi vede verde-bianco-rosso... diventa incontenibile. Il Tricolore, un'ossessione. E pure una bella, bellissima abitudine.
La seconda racconta di una semifinale Scudetto pressoché perfetta. Iniziata dominando, proseguita gestendo, conclusa esultando. Nel mezzo tutto il meglio che casa Nardozi può offrire: geometrie e dribbling, tecnica e stile, efficacia e raffinatezza. E poi la personalità, quella sorta di consapevolezza che se lavorata nel modo giusto, come fatto dal fantasista capitolino, può fare tutta la differenza del mondo.
Meno brillante, più cinica. E la sensazione è che il meglio debba ancora venire. Tradotto: la semifinale contro l'Atalanta come un antipasto, la finale contro il Genoa come una portata principale. Servirà la migliore Roma e vien difficile pensare che Della Rocca e compagni possano tradire. Storicamente non l'hanno mai fatto, figurarsi in una finale Scudetto. Non mancheranno i fedelissimi, da Reale a Feola fino a Golic, dominante in tutto e per tutto contro l'Atalanta. Poi Solbes, tra le note più liete nella nottata di Ascoli. Infine tutti, ma proprio tutti gli altri. Gli eroi di Ascoli due anni fa, gli eroi di Ancona un anno fa. E forse, potenzialmente, nuovamente gli eroi di Ancona.